AMBRÌ – Risuona il “Geyser sound” tra le volte di una Valascia avvolta dalla pioggia battente, i biancoblù possono festeggiare la prima vittoria della loro storia in Champions Hockey League.
La partita contro il Färjestad è stata dura, rognosa, ma una di quelle partite “da Ambrì”, da vincere con la lotta dura e il sacrificio, quelle partite in cui si esaltano elementi come Noele Trisconi: “All’inizio non è stato facile entrare in partita – esordisce l’attaccante leventinese – ci sono state molte penalità che hanno rotto il ritmo, ma per come è cambiato l’incontro nella sua seconda metà possiamo essere soddisfatti”.
Noele Trisconi, rispetto alla partita giocata a Karlstad cosa avete cambiato per poter avere la meglio sul Färjestad?
“È stata una partita simile a quella giocata in Svezia, la differenza però l’hanno fatta la nostra fame e la voglia di lottare. Contro un avversario così forte c’era solo questa opzione per poter vincere, lottare più di loro e sfruttare al massimo le nostre occasioni”.
A una settimana dall’inizio del campionato dove sentite di essere sulla vostra tabella di marcia di avvicinamento?
“Siamo sulla strada giusta, queste partite ce lo fanno capire per l’intensità che mettiamo. Logicamente bisogna lavorare sulla qualità del gioco, dei passaggi e delle piccole cose che completano il nostro modo di andare sul ghiaccio. Ad ogni modo credo di poter dire che ci sono continui progressi e sono felice della prestazione messa in pista contro il Färjestad”.
In questo preseason è sorto un dettaglio che vi vede un po’ faticare a tramutare le occasioni in rete, c’è da preoccuparsi o è solo questione di tempo e lavoro?
“Non credo ci sia da preoccuparsi per questo, ora si stanno trovando i giusti automatismi e alla fine arriveranno anche più reti. L’importante è avere un gioco che ci crei le occasioni, se non avessimo questo sarei preoccupato, ma anche contro una squadra organizzata come quella svedese abbiamo fatto diverse buone cose in attacco. Sicuramente ci sono margini di miglioramento quando ci troviamo davanti al portiere o nel lavorare nello slot quando tirano i nostri difensori ma, come detto, questo non ci preoccupa”.
Per la prima volta affrontate una competizione come la CHL, sentite che vi sta portando qualcosa di diverso rispetto alle amichevoli tradizionali?
“È sicuramente diverso ed è una fortuna per noi poterci confrontare già in agosto con squadre così forti e competitive. Quando si gioca un’amichevole tradizionale la si prende logicamente anche con uno spirito diverso, mentre in CHL c’è un obiettivo per cui lottare e la competizione aumenta di livello, questo è sicuramente un grande aiuto per trovare il ritmo e la mentalità giusti in vista del campionato”.