MONACO – Fosse stata un’altra partita di preparazione non si avrebbero avuto problemi nell’archiviare il match di giovedì sera contro il Red Bull Monaco come un buon passo nella giusta direzione, ma il contesto della CHL lascia giocoforza un gusto amaro in bocca ai biancoblù dopo il 3-0 incassato dai tedeschi.
L’Ambrì Piotta ha infatti parecchio su cui recriminare, in particolare dopo quel primo tempo dominato e che si sarebbe potuto concludere con i biancoblù avanti di un paio di reti, ed invece uno spunto della vecchia conoscenza Derek Roy “aiutato” da un intervento poco preciso di Manzato ha deviato i biancoblù dal cammino intrapreso in quei 19’47’’ iniziali di gara.
Nella prima frazione la squadra di Luca Cereda ha infatti portato in pista l’energia e l’atteggiamento che aveva permesso al gruppo di avere tanto successo nel passato campionato, ma dopo la doccia fredda rappresentata da quella rete incassata contro l’andamento del gioco, l’Ambrì non è più riuscito a riprendere sul serio il filo del proprio discorso.
Le cose sarebbero potute andare sicuramente in maniera diversa se una delle tante ottime chance da gol costruite fosse finita con il puck alle spalle di aus den Birken, ma (anche con un po’ di fortuna) il portiere tedesco ha mantenuto la sua gabbia inviolata. Diversi i pali colpiti dall’Ambrì, a partire da quello di Dal Pian nel primo tempo seguito dal puck appoggiato sul ferro da Kostner, in quella che è stata l’occasione più limpida di tutta la partita.
Nonostante tutto questo la prima frazione di Monaco rappresenta i migliori 20 minuti giocati dai biancoblù in questo intero mese di agosto, con diverse dinamiche che sono sembrate funzionare a dovere – buone pure le trame in powerplay – ed anche alcune individualità che si sono mostrate su livelli incoraggianti.
Dai “soliti” Zwerger, Müller o D’Agostini, anche altri elementi – su tutti Dal Pian – hanno giocato una buona partita, mentre nei casi di Sabolic e Flynn il loro impatto è stato parecchio altalenante ed è andato a spegnersi con lo svolgersi degli eventi.
22 tiri nel primo tempo e complessivamente 47 conclusioni in porta (contro le 35 dei padroni di casa) non sono però bastate per trovare il primo gol europeo. Le ottime premesse della frazione iniziale non hanno infatti trovato piena conferma negli altri due periodi, con l’Ambrì che ha peccato di continuità ed ha saputo ritrovare il suo ritmo solamente a tratti.
Il match ha poi preso una direzione chiara sul 2-0 locale, arrivato a risultato di una penalità invero piuttosto generosa fischiata ad Incir e sfruttata poco dopo da Trevor Parkes, MVP dell’ultima edizione della CHL e capace di firmare la doppietta nel finale con il definitivo 3-0 a porta sguarnita.
Complessivamente il risultato appare severo, ma nel contempo la prova tedesca rappresenta un tassello significativo nel costruire la base su cui iniziare il campionato. Giocare in un contesto come quello di Monaco – davanti ad un pubblico biancoblù numerosissimo – ha permesso alla squadra di tornare ad assaporare un clima che mancava da mesi, e la differenza di intensità si è comunque vista rispetto alle amichevoli.
Ora si tratterà di fare un passo in più. Se il Red Bull Monaco è apparso tutt’altro che fuori portata, il Färjestad – che nel pomeriggio ha battuto 6-1 il Banska Bystrica – si rivelerà essere un cliente più complicato, anche e soprattutto a livello di velocità.
Il debutto in CHL resta costruttivo, e a fine agosto è giusto concentrarsi principalmente sugli aspetti positivi e prendere appunti su ciò che si deve migliorare. Rimane però un po’ di amaro in bocca.
IL PROTAGONISTA
Danny aus den Birken: L’esperto portiere tedesco è stato aiutato anche dalla fortuna, ma il quattro volte campione di DEL ed argento olimpico ha giocato un ruolo determinante nella vittoria dei suoi, riuscendo nel primo tempo ad evitare che l’Ambrì trovasse il gol.
Anche con un po’ di malizia – diverse le volte in cui la sua porta si è spostata – il 34enne ha firmato uno shutout che ha frustrato i biancoblù, incapaci di battere il suo senso della posizione nonostante i ben 47 tiri scagliati verso di lui.