ERIC FEHR
Età: 33
Posizione: C/RW
Altezza: 193 cm
Peso: 94 kg
Tiro: right
Nazionalità: 🇨🇦
Provenienza: Minnesota Wild (NHL)
Draft: 2003, Round 1, #18 overall, Washington Capitals
Contratto: un anno
Un altro “pezzo grosso”
L’estate della National League si popola sempre di più di illustri ex (o non ancora del tutto) della NHL e anche il Ginevra Servette di Chris McSorley non ha voluto essere da meno. Nella città di Calvino sbarca infatti l’esperto Eric Fehr, possente ala destra o centro con oltre 700 partite di NHL alle spalle e una Stanley Cup sollevata nel 2016 con la maglia dei Pittsburgh Penguins.
Giocatore imponente, al quale piace incunearsi nello slot e nel traffico “pesante”, il canadese non è un veloce pattinatore data anche la sua stazza, anche se si muove abbastanza bene nello stretto. Dotato di un polsino potente e preciso, Fehr ha iniziato la sua carriera come power forward e abile cecchino, venendo poi rieducato sul ghiaccio della NHL come tutto fare da bottom six in grado comunque di segnare un non indifferente numero di gol nonostante il ruolo.
Il nativo di Winkler porta con sé un bagaglio caratteriale molto forte, capace di alzare il proprio livello quando la competizione aumenta di difficoltà.
Al posto giusto nel momento giusto
Dopo aver segnato valanghe di reti in età scolastica, Fehr giunge nella WHL a Brandon per vestire la maglia dei Wheat Kings. Dopo un primo campionato di adattamento le sue qualità non tardano a mostrarsi, attirando l’attenzione degli scout.
In particolare ad alzare le antenne sulle prestazioni del giovane Fehr sono i Washington Capitals, giunti in Manitoba per cercare potenziali talenti per il Draft 2003. In verità l’esperto Archie Henderson e la sua squadra sono in Canada per osservare Ryan Stone (ritiratosi a soli 27 anni) quando vengono rapiti dalle capacità di Fehr. La sua grande caparbietà, la forza fisica e il tiro micidiale convincono i Capitals a sceglierlo al primo turno.
Frenato dagli infortuni
Dopo una manciata di stagioni a fare gavetta in AHL – con qualche apparizione in NHL – Fehr riesce finalmente ad imporsi dall’annata 2008/09, anche dopo l’operazione ad un’ernia discale, il primo di qualche importante infortunio.
Dopo aver trovato stabilità per tre stagioni nei Capitals, Fehr viene scambiato con i Jets per Danick Paquette e una quarta scelta, ma anche a Winnipeg Fehr deve fermarsi, a causa di una spalla operata che lo costringe ai box non solo per la convalescenza ma anche per diversi problemi sorti dopo l’intervento.
A fine stagione 2011/12 Fehr è free agent e in vista del lockout firma con l’HIFK di Helsinki. L’impatto con l’hockey europeo è ottimo anche se il canadese torna in NHL ai Capitals per due stagioni ma, di nuovo da free agent, deve sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico, stavolta al gomito.
Il trionfo e la nuova salita
Fehr riesce comunque ad accordarsi con i Pittsburgh Penguins per tre stagioni e 6 milioni di dollari e al suo debutto con la maglia giallo-nera segna due gol in shorthand nelle prime due uscite, diventando il primo giocatore a riuscirci in NHL.
Alla fine della sua prima stagione a Pittsburgh solleverà pure la sua prima e unica Stanley Cup della carriera. La seconda stagione al fianco di Malkin e Crosby è più problematica, Fehr – quasi sempre schierato nel quarto blocco ai Penguins – col passare del tempo perde il posto, rientrando solo per sostituire gli infortunati e alla fine viene scambiato con i Toronto Maple Leafs.
A Toronto Fehr non trova posto, chiuso da Dominic Moore (ex ZSC Lions) e dopo un prestito in AHL viene ingaggiato dagli Sharks per il finale di stagione. L’ultimo contratto in NHL per Fehr è quindi con i Minnesota Wild, con i quali ritrova il suo ruolo nel bottom six e una certa regolarità di gioco nella stagione 2018/19, ma il suo contratto non verrà rinnovato dai Wild.
Qualità insospettabili
Eric Fehr si è dato anche alla scrittura per bambini, essendo lui stesso l’autore – con la consulenza di una scrittrice – del libro “The Bulliest Dozer”. Il libro, pubblicato nel 2014, parla di bullismo infantile e tutto il ricavato è andato alla piattaforma “Playground”, associazione che supporta l’educazione scolastica e il sostegno per allievi problematici nelle scuole di Canada e Stati Uniti e ad altre associazioni benefiche in favore dell’infanzia.
In un’intervista al Washington Post Fehr ha dichiarato di aver studiato il progetto per anni e di non aver detto nulla ai suoi compagni dei Capitals fino a quando non ha presentato il libro a sorpresa nello spogliatoio.
“Le reazioni sono state stupende, Nate Schmidt credeva fosse uno scherzo, Ovechkin dopo averlo sfogliato mi ha detto che la prossima volta sarebbe andata meglio, mentre Volpatti credeva esistesse un altro Eric Fehr. Burakovsky invece mi ha chiesto perché lo avessi fatto, gli ho risposto che a lui sarebbe stato utile leggerlo. Mi sono veramente divertito nel vedere le loro reazioni, in fondo mi hanno mostrato che erano persino in grado di leggere e che quel libro poteva essere perfetto anche per alcuni di loro”.