BRATISLAVA – È davvero difficile poter dare dei giudizi, trarre conclusioni e lanciarsi in analisi nemmeno troppo approfondite quando si assiste a partite le cui contendenti vengono da due mondi diversi.
Ancora una volta la protagonista è la Svezia, come già capitato contro l’Italia, l’avversario invece è quella Norvegia che sembra entrata in una crisi di identità e in un buco generazionale che dai buoni risultati di qualche anno fa rischia seriamente di vedere il tetto del Mondiale di Divisione 1 sotto i propri piedi e molto vicino.
Thoresen e compagni non hanno avuto alcun argomento contro la Svezia del futuro coach degli ZSC Lions, Rikard Grönborg, e la sinfonia è stata subito chiara sin dal primo ingaggio. Dopo soli 39 secondi infatti, il nuovo “tesserato” della Svezia, Alexander Wennberg, arrivato nel weekend da Columbus dopo l’eliminazione dei Blue Jackets dai playoff, ha subito messo la sua impronta sul match infilando il primo gol della serata sotto i gambali del povero Haukeland, sostituito poi sul 5-0 al 26′ da Holm, portiere degli Stavanger Oilers.
Impressionante osservare quello che succedeva nel periodo centrale, con la Svezia libera di fare letteralmente tutto ciò che voleva, quasi irridendo gli avversari con una sorta di “torello” calcistico, affondando le unghie quando faceva comodo.
Reti anche spettacolari, giocate da alta scuola, tutto però reso possibile dalla pochezza dell’avversario, fino a far diventare la partita noiosa e monotematica. Di sicuro questo interessa poco alla Svezia o alla Norvegia stessa, quello che ne esce da questa serata è un pesante risultato di 9-1 a favore della nazionale delle Tre Corone che solo un giorno prima aveva umiliato l’Italia.
In attesa di altri test più probanti per la Svezia, sconfitta all’esordio dalla Cechia, anche la Norvegia ribadisce il suo posto tra le candidate alla relegazione.
Si sapeva che per Olimb e banda le cose non sarebbero state semplici, ma non fino a questo punto.
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