BIENNE – Con il concludersi della stagione l’Ambrì Piotta ha salutato un autentico fuoriclasse, capace di ottenere 63 punti in 55 partite e destinato ora a tentare l’avventura su palcoscenici più prestigiosi.
Dominik Kubalik ha decisamente lasciato il segno in Leventina, e lui è il primo a dispiacersi di non essere riuscito a portare più avanti i biancoblù nei playoff.
“Fa male. È sempre triste vedere una stagione giungere al termine, specialmente dopo una serie come questa in cui credo avremmo meritato di vincere più di una partita”, ha commentato il 23enne ceco. “Volevamo fare di più per i nostri tifosi e tutte le persone che ci sono vicine ad Ambrì. Il Bienne però ha meritato, hanno giocato bene e dunque tutto finisce qui”.
Si è conclusa una stagione davvero speciale…
“Sono davvero orgoglioso di tutta la squadra, prima della stagione tutti dicevano che non avremmo mai potuto raggiungere i playoff e per me è stato speciale riuscire a ribaltare i pronostici. Anche dalla Cechia in molti mi chiedevano perché avessi scelto di venire ad Ambrì, un club che per anni era stato in fondo alla classifica, ed ora sono orgoglioso di aver contribuito a cambiare le cose perché il club ha iniziato un nuovo capitolo”.
Hai vissuto un campionato da protagonista in tutta la lega…
“Non mi aspettavo di giocare una stagione del genere, ma sin dall’inizio abbiamo trovato una perfetta alchimia nella nostra linea con Müller e Zwerger, e questa è sempre la chiave per fare bene. Quando riesci a divertirti poi arrivano anche le giocate vincenti, la maggior parte dei miei gol e punti sono arrivati grazie ai miei compagni di squadra”.
Cosa riserva ora il tuo futuro?
“È difficile per me rispondere con una certa precisione in questo momento, ma arrivato a questo punto vorrei provare un’esperienza diversa. Ora però la stagione è appena finita, dunque per quanto riguarda il futuro vedremo con calma cosa succederà”.
Cosa porti con te dalla tua avventura in Leventina?
“Ho imparato molte cose. L’Ambrì Piotta è come una famiglia, tutte le persone che la compongono sono davvero gentili… Prima di arrivare ero un po’ spaventato, perché quella era la mia prima esperienza lontano dalla Cechia, ma tutto è stato fantastico ed il modo in cui sono stato accolto è incredibile. Cereda è sicuramente stato il coach giusto per il mio sviluppo, è giovane e sa cosa bisogna fare per arrivare ai primi limiti, sta svolgendo un grande lavoro”.
La tua stagione però non è finita, la prossima tappa è Bratislava…
“Ci sono ancora un paio di mesi prima di arrivare ai Mondiali e non si sa mai cosa può succedere, ma spero di riuscire a far parte della squadra. Per la Cechia sarà un torneo importante perché si giocherà in Slovacchia, dunque saremo proprio vicino a casa… Sicuramente ci saranno tante persone a sostenerci e per la nostra nazione è passato diverso tempo dall’ultima volta in cui siamo riusciti ad ottenere un buon risultato, pensando ad esempio alle semifinali. Per noi è questo l’obiettivo, riuscire a compiere il prossimo passo”.