BIENNE – L’Ambrì è vicino al Bienne, anzi vicinissimo. Eppure ancora non basta per venirne a capo. Alla Tissot Arena, i biancoblù si sono resi protagonisti dell’ennesima eccellente prestazione, in linea con quella mostrata in Gara 2, riuscendo addirittura a mettere sotto i seeländer e a finalizzare una bella rimonta. Poi, però, il sogno si è interrotto sul più bello. Questa “ruota” proprio non ne vuole sapere di girare.
“Abbiamo commesso qualche imprecisione di troppo e ne siamo consci, eppure ce ne andiamo da Bienne con la consapevolezza di aver disputato un’altra grande partita”, ha commentato Samuel Guerra. “Non dimentichiamoci che questi sono i playoff e che il livello di queste partite è davvero molto alto… In Gara 2 avevamo ritrovato le migliori sensazioni grazie alla nostra velocità e al nostro forecheck, e si era capito che il Bienne non è affatto imbattibile. In questo momento in spogliatoio percepisco frustrazione, ma anche tanta voglia di riscatto. Non abbiamo più nulla da perdere e paradossalmente ci ritroviamo in una situazione che a livello mentale può aiutare. Cerchiamo di liberare la testa, sabato saremo pronti a dare battaglia”.
Nonostante il doppio svantaggio non vi siete mai disuniti e siete riusciti in una rimonta insperata. Sintomo che davvero questa squadra non si è ancora data per vinta…
“Siamo riusciti a rimanere calmi nonostante la situazione non fosse delle più facili. Rincorrere di due reti in casa loro complica di parecchio le cose, eppure abbiamo continuato a spingere e per gran parte della sfida siamo riusciti a metterli in difficoltà. Loro hanno sfruttato i powerplay mentre noi in quattro contro cinque abbiamo concesso un po’ troppo spazio. Si tratta però di dettagli. Manca davvero poco, ma ci siamo”.
L’impressione è che abbiate iniziato ad essere l’Ambrì che tutti conoscono solo a partire dalla rete di Zwerger, e da quel momento avete messo sotto il Bienne. Peccato non esserci riusciti sin dall’inizio, dopo aver aperto per primi le marcature…
“Senza nulla togliere al Bienne, siamo stati la miglior squadra in pista già dall’inizio. Siamo entrati con la voglia di vincere a tutti i costi e penso lo si sia visto. Loro sono stati bravi a reagire immediatamente alla nostra rete ma è naturale che sia così. Non dimentichiamoci che si trattava di una partita di playoff e che loro la disputavano in casa davanti al proprio pubblico. Era normale una loro reazione. Io la vedo in maniera positiva, siamo riusciti a rimanere composti nonostante la loro progressione”.
Una nota stonata sono state le troppe penalità, compresa l’ennesima chiamata per troppi uomini sul ghiaccio. In questa stagione è capitato molto spesso…
“Onestamente non ho visto bene la scena, ma tendenzialmente possono essere diversi fattori a causare questo tipo di penalità. A volte può esserci un po’ troppa foga di voler entrare sul ghiaccio, oppure può capitare che nel momento in cui il tuo compagno sta uscendo e tu metti piede sul ghiaccio ti arrivi il disco proprio in quella zona della pista… È difficile avere il sangue freddo e decidere di non toccare il disco e di tornare in panchina, aspettando l’uscita completa del proprio compagno. Sono situazioni che ci fanno arrabbiare perché effettivamente accadono un po’ troppo spesso. Ciò che ci fa arrabbiare ancor più, poi, è che cerchiamo davvero di prestare attenzione a queste sviste eppure continuano a capitare…”
Tornate alla Valascia con la consapevolezza di aver disputato un’altra grande partita, caratterizzata da un powerplay che è tornato a funzionare, tre reti sul conto di Hiller e una bella rimonta. Tante piccole cose che possono aiutarvi a non perdere fiducia…
“Sono d’accordo. Siamo sotto di 3-0 nella serie e questo complica le cose, ma non abbiamo più nulla da perdere. Te lo dico con molta onestà, tutta la squadra si sta godendo questo momento. Scendiamo in pista con la voglia di giocare, con la consapevolezza di essere una squadra vera, che lotta su ogni disco. Si tratta di sconfitte che fanno male, d’accordo, ma noi non ci abbattiamo e continuiamo a dare l’anima l’uno per l’altro. Sono sicuro che sabato alla Valascia sarà un’altra grande battaglia: non sarà un arrivederci all’anno prossimo”.