AMBRÌ – C’è moltissima euforia nei corridoi della Valascia, ma quella di lunedì non è stata la classica serata di rito. No, perché l’Ambrì Piotta non solo ha sconfitto i Lakers al termine di una sfida che poteva nascondere diverse insidie, ma ha anche portato a termine una regular season semplicemente incredibile, ottenendo un meritatissimo quinto posto in classifica, sinonimo di Bienne.
Questo, però, sarà un problema che gli uomini di Luca Cereda affronteranno nelle prossime ore. Ora è tempo di dare voce ad alcuni dei protagonisti di questa annata eccezionale iniziando dal capitano, Elias Bianchi, al quale in agosto avevamo chiesto se essere nominato capitano corrispondesse al suo sogno più bello.
Bianchi ci corresse, dicendoci che in realtà il sogno più bello è quello di riuscire a vincere il titolo. “E la vedo ancora in quel modo (ride, ndr.). Sono del parere che se un giocatore guarda esclusivamente a se stesso, allora ha sbagliato disciplina. È la squadra a rappresentare la parte più bella del nostro sport, ed è proprio quella che ci ha permesso di raggiungere questo traguardo. Vincere il titolo significa condividere il massimo della gioia sportiva assieme ad altri ragazzi con i quali hai lavorato duramente per un anno intero”.
“Ora ci siamo tolti una grande, anzi, un’enorme soddisfazione, ma vogliamo andare avanti”, ha continuato il capitano. “Il lavoro non è finito, e credo che possiamo toglierci ancora delle belle soddisfazioni da quest’annata fantastica. Vogliamo finirla bene e questo significa affrontare il Bienne nel miglior modo possibile. In questa stagione non siamo mai riusciti ad imporci… Beh, vogliamo farlo a partire da sabato”.
Alla Tissot Arena occorrerà il miglior Ambrì, un gruppo che con la sua unità è riuscito a superare ostacoli e insidie, fino a guadagnare il rispetto di tutte le altre compagini della National League. “Io credo che la coesione derivi dall’unità d’intenti. Quando ci sono 25 ragazzi che spingono nella stessa direzione, automaticamente viene a crearsi un gruppo unito. Già a partire dalla passata stagione la società ha cercato di assemblare una squadra fatta di gente che provasse piacere a stare assieme ogni singolo giorno. La cosa che più mi fa piacere, dopo tutti questi anni trascorsi ad Ambrì, è vedere ragazzi motivati e nessuno fuori posto. Tutti hanno dato il massimo, ognuno secondo le proprie possibilità. E questo è eccezionale”.
Dal capitano all’ex capitano, Michael Fora, che in pochi si sarebbero aspettati di rivedere così presto in biancoblù, dopo una brevissima parentesi oltreoceano. Praticamente nessuno, invece, si sarebbe aspettato un Ambrì nei playoff. “È straordinario, sto vivendo delle emozioni fortissime. C’è tanto lavoro dietro ed è eccezionale essere stati ripagati in questo modo. È questo l’aspetto che più mi rende felice”.
Non molto felice – e come biasimarlo! – era probabilmente lo stesso numero 29 all’abbandono del sogno della NHL e il conseguente ritorno in Leventina. Ritorno che però ha coinciso con una stagione di successo…“In realtà ero sereno di tornare a far parte di questo gruppo, ritrovando un ambiente così. Questa è casa mia! Ho cercato di cancellare le sensazioni negative che si erano accumulate e, lentamente, la mia stagione è andata in crescendo. Sono felicissimo di essere qui e di poter far parte di questo straordinario successo”.
Un altro giocatore che non sarebbe dovuto rientrare nella rosa biancoblù 2018/19 è Michael Ngoy, ma l’improvvisa chiamata dal Nordamerica proprio a Fora ha cambiato le carte in tavola e ha anzi messo a disposizione di Luca Cereda uno dei difensori più affidabili di tutta la retroguardia leventinese. Ngoy che non disputava i playoff dalla stagione 2015/16… “Tornare a disputarli con l’Ambrì è qualcosa di molto, molto speciale. Ad inizio stagione nessuno si sarebbe mai aspettato un risultato simile, e non nascondo che per me aver raggiunto questo traguardo con questa squadra è come aver vinto il titolo. È stata una stagione pazzesca, abbiamo giocato con costanza e regolarità e dopo ogni sconfitta siamo sempre riusciti a rialzarci grazie alla nostra voglia di fare bene. È una qualificazione meritatissima”.
Anche Noele Trisconi è dello stesso avviso. Due anni or sono il numero 18 faceva il suo debutto in National League e si rendeva protagonista, insieme a molti altri ragazzi dei Ticino Rockets, della salvezza dell’Ambrì Piotta nello spareggio contro il Langenthal. Due anni dopo, Trisconi si appresta a disputare i suoi primi playoff.
“L’emozione è grandissima. Siamo consci della realtà di questo club e, dopo tanti momenti difficili, aver raggiunto i playoff mi lascia senza parole. Volevamo progredire sotto più aspetti e per poterlo fare abbiamo capito che l’unica strada percorribile era il duro lavoro. Questo lo abbiamo fatto già a partire dalla passata stagione; ora sono finalmente arrivati i frutti. Adesso però non vogliamo accontentarci, da sabato inizia per noi una nuova stagione”.
Duro lavoro che Noele Trisconi, assieme alla propria linea, applica con costanza sul ghiaccio, ed in fondo se l’Ambrì ha raggiunto questo traguardo è anche grazie all’instancabile lavoro pista di elementi come lui.
“Come linea possiamo sicuramente essere soddisfatti del lavoro svolto. Il coach è bravo ad attribuire a ognuno di noi un compito ben preciso e questo è importante perché sappiamo con esattezza ciò che dobbiamo fare in pista. Sappiamo che il nostro non è un compito prettamente realizzativo, ed è proprio per questo che quando riusciamo a finire sul tabellino siamo particolarmente contenti. Il nostro compito rimane quello di portare energia alla squadra, di contenere le migliori linee delle compagini avversarie e di metterle in difficoltà con la necessaria intensità. Siamo davvero felici che il nostro apporto sia stato tangibile per tutta la stagione”.
E la speranza è che continui ad esserlo, perché contro il Bienne serviranno 22 giocatori pronti a scendere in pista con l’attitudine giusta. Non che i ragazzi di Cereda non ne siano capaci, intendiamoci.