Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Voglia di gol… Forse troppa!
L’attaccante Matt D’Agostini è in un periodo poco brillante, ma al canadese potrebbero bastare un paio di reti per tornare a provare le sensazioni migliori, così da scrollarsi di dosso i postumi del serio infortunio di novembre. Normale dunque che il numero 36 cerchi il gol con insistenza, ma sabato sera ha rischiato di trovarlo nella porta sbagliata. Nel periodo centrale D’Agostini non si è infatti accorto di una penalità differita, e dopo aver controllato male un puck sulla blu ha pensato di effettuare un retropassaggio a Conz per conservare il possesso… Il problema è che Conz in porta non c’era più, dopo aver lasciato qualche secondo prima spazio ad un sesto giocatore di movimento. Per fortuna il puck è finito a lato di qualche centimetro, ma che spavento!
L’arte di essere sempre in partita
Ad eccezione di pochi ed isolati scivoloni, quest’anno l’Ambrì Piotta ha vissuto raramente delle serate in cui non è stato in partita sino agli ultimi scampoli di incontro, e questa capacità ha permesso agli uomini di Cereda di andare a punti in 22 delle 38 partite sinora disputate. Da questo punto di vista i biancoblù sono infatti una delle migliori squadre della NLA, stando ai dati di nlicedata. L’Ambrì ha infatti passato il 37.89% del tempo gestendo un vantaggio (solo Zugo e Berna hanno fatto meglio), mentre per il 34.68% era sul ghiaccio con il punteggio in parità. Più rare – ovvero nel 27.43% dei casi – le situazioni in cui i leventinesi hanno giocato rincorrendo gli avversari, dato migliore anche qui solamente nei casi di EVZ e SCB. Davvero notevole.
Tra avversari preferiti e bestie nere…
Mentre coach Luca Cereda resta focalizzato sul lavoro quotidiano e non vuole sentir parlare di classica, i numeri dicono che anche in questo mese di gennaio la sua squadra sta evidenziando un ritmo da playoff, con una media di 1.4 punti a partita. Da qui alla fine rimarranno da affrontare ancora una volta tutte le avversarie, tranne lo Zugo (3 incontri) e gli ZSC Lions (nessun match). I numeri dicono che fin qui l’Ambrì si è trovato particolarmente a suo agio contro Losanna (3 punti di media a partita), Davos (2.6), Rapperswil (2), Berna e Ginevra (1.67), mentre meno bene è andata contro Bienne (0), Zugo (0.33) e ZSC Lions (0.75). Se tutto continuerà su questa linea, i biancoblù dovrebbero finire la regular season attorno ai 76 punti… Basteranno? Guardando agli ultimi campionati sembrerebbe di sì, ma i calcoli lasciano anche il tempo che trovano. Come ribadisce Cereda, meglio pensare al presente.
Il prossimo ceco tra i falchi?
La passata settimana i diritti NHL di Kubalik sono passati dai Kings ai Blackhawks, operazione che di fatto non ha cambiato nulla per il biancoblù, se non la consapevolezza di avere ora una franchigia che effettivamente sembra credere nei suoi confronti. Se nei prossimi mesi arriverà la firma, il ceco rincorrerà l’eredità di diversi cechi di prestigio che in passato hanno vestito la maglia di Chicago. Su tutti troviamo Martin Havlat, che con gli Hawks era andato vicino al punto a partita (176 in 188 match), mentre Radim Vrbata aveva giocato 122 incontri ottenendo 75 punti. In questa lista troviamo poi alcuni cechi passati anche in Svizzera, come Josef Marha (Davos), Michal Grosek (Zugo, Friborgo, Ginevra), Michal Barinka (Berna, Friborgo), Radek Smolenak (Rapperswil) e Rostislav Olesz (Berna, Langnau). Il nome più grande è però tra i pali. Chi? Dominik Hasek, naturalmente.
Chiamatelo Dominik Kubaclick
Passateci la battuta di basso livello, perché quanto successo nella scorsa settimana ha sicuramente del particolare. Il profilo Eliteprospects di Kubalik è infatti stato tra i più clickati del noto portale, con un totale di 7’536 visite… Numeri che lo hanno portato ad essere il sesto giocatore più “visto” al mondo, davanti addirittura ad Alex Ovechkin (6’660). Nelle prime posizioni? Ci sono Elias Pettersson (12’778), Jack Hughes (11’201) e Jussi Jokinen (8’486).