BERNA – Lo si era detto, dopo la vittoria contro il Friborgo. Per impensierire il Berna in casa propria alla Postfinance Arena sarebbe servito un Lugano molto meno balbettante e di tutt’altra personalità rispetto a quello che aveva comunque battuto il Gottéron.
Detto questo ecco che allora il sentimento residuo dopo la sfida agli orsi è quello di un’occasione sprecata. Perché? Semplicemente perché i bianconeri visti sul ghiaccio della Capitale sono stati finalmente di altra pasta rispetto a quelli inspiegabilmente timidi ed impauriti che avevano raccolto più mugugni che punti in questo mese di gennaio.
Qui sta un altro paradosso, il miglior Lugano del 2019 è comunque uscito sconfitto da una sfida finalmente preparata bene e giocata con intelligenza, personalità e quel coraggio che a una squadra come quella bianconera non può venir meno.
Il primo tempo promettente ha già di suo lanciato qualche segnale ma, visti i precedenti risalenti a solo 24 ore prima, era meglio attendere e vedere da vicino cos’avrebbero combinato i ragazzi di Greg Ireland con il passare dei minuti.
Risposta chiara e netta da parte dei bianconeri con una progressione inaspettata quanto “sollevatrice” nel periodo centrale, tempo nel quale Chiesa e compagni hanno spesso messo alle strette la difesa di Jalonen. Qui arrivano però le recriminazioni.
Le occasioni avute da Lapierre (due volte), Sannitz, Hofmann e Bertaggia avrebbero dovuto in almeno un paio di casi avere miglior sorte, perché quando messo sotto forecheck il Berna ha pure pasticciato e Genoni si è salvato sul filo. Troppo grosse quindi quelle occasioni per non sfruttarle ed il timore che potessero essere pagate a caro prezzo si è materializzato dopo il gol di Bieber al 35’, proprio al termine di un momento di grande sofferenza per i padroni di casa.
È stato però probabilmente il gol di Kämpf subito a pochi secondi dall’inizio del periodo conclusivo a tagliare le gambe ai bianconeri, perché se fino a lì il Lugano sarebbe stato perfettamente in grado di pareggiare la sfida costringendo il Berna a continuare a giocare, il raddoppio ha cambiato le coordinate in pista.
Più freschi, i bernesi hanno arretrato il baricentro, operando un gioco speculativo e di puro contenimento, impedendo al Lugano di rendersi minaccioso. Puramente estetico (e oltremodo severo) il 3-0 finale, i bianconeri avrebbero meritato sicuramente di più.
Il Lugano dei paradossi, quello che esce vittorioso giocando male e quello che viene sconfitto per 3-0 dopo aver avuto le occasioni migliori nella miglior partita del 2019. Qualche buco difensivo di troppo ancora (a Berna impossibile non scoprirsi volendo fare la partita) ma in avanti il Lugano ha prodotto più occasioni in due tempi che in tre settimane di campionato. Una squadra più corta e compatta, a mancare è ancora la capacità dei singoli di trasformare gli sforzi in reti e punti pesanti.
La sensazione (diciamolo proprio sottovoce però) è che forse la vittoria contro il Friborgo possa aver liberato un po’ le menti dei giocatori – o forse semplicemente sono finalmente consapevoli non solo a parole della situazione – permettendogli di alzare finalmente il proprio livello.
Quel che conta però sono i punti e da Berna il Lugano torna con il sacco vuoto, l’aggancio alle prime otto per ora è da rimandare. Forse però dopo questa partita, alla quale va data assoluta continuità sul piano dell’attitudine e della personalità, rimane qualche speranza in più assieme ai rimpianti.
Sperando di non averne troppi tra un mese ripensando a come si sarebbe potuto affrontare certe partite ormai passate.
IL PROTAGONISTA
Leonardo Genoni: Il portiere di origine bleniese ha la caratteristica di attraversare a volte ma periodicamente fasi un po’ “down”, come successo in settimana a Ginevra.
Sostituito a favore di Caminada, Genoni ha bisogno di essere messo un po’ sotto pressione per riprendersi e nella sfida contro il Lugano ha dimostrato di essere tornato completamente in lui.
Nel secondo periodo ha tenuto in piedi la baracca stoppando diverse occasioni bianconere “rubando” il momento al Lugano, permettendo poi ai suoi compagni di trovare il vantaggio decisivo.