Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Oh capitano, mio capitano!
Con due ticinesi come Elias Bianchi e Alessandro Chiesa con la “C” cucita sul petto delle rispettive maglie, il derby vive delle “partite nella partita” che anche nell’ultimo weekend non hanno mancato di evidenziarsi. La più evidente è proprio stata quella che ha messo a confronto i due capitani, che non hanno mancato di portare il loro agonismo sul ghiaccio affrontandosi a viso aperto. I due, anche a gioco fermo, si sono spesso scambiati qualche “colpetto” proibito, con successivo scambio di cortesie… E questo è proprio il derby vero, quello che parla dialetto e che si scalda improvvisamente, un po’ come ai bei tempi.
Due cadute, come se il resto non bastasse
Se c’è una macchia nella bella serata vissuta dall’Ambrì Piotta sabato alla Valascia, questa è arrivata da una parte del pubblico. Tante, troppe le interruzioni per oggetti lanciati in pista, che non hanno fatto altro che rompere il ritmo di un match appassionante, messo in pericolo i giocatori e dato tutti i motivi alla Lega per sanzionare il club con una multa. In più, come se non bastasse, nel finale due direttori di gara sono finiti a gambe all’aria proprio a causa delle monetine e oggetti vari lanciati in pista… Insomma, per evitare inutili conseguenze, la prossima volta sarebbe il caso di farsi un po’ più furbi.
Chi la fa, l’aspetti
Quando sabato Elias Bianchi ha segnato il gol che si è poi rivelato decisivo, non sono mancate le proteste dalla panchina bianconera. Isacco Dotti ha infatti recuperato un disco preziosissimo con un intervento considerato sospetto su Gregory Hofmann, che è finito lungo disteso sul ghiaccio poco prima della rete dell’Ambrì. Un episodio da rivedere, che però va a compensare un “colpo basso” non ravvisato dagli arbitri proprio nell’azione che ha portato il top scorer bianconero a firmare l’1-1. Nell’occasione Fazzini aveva infatti colpito con una bastonata in zone poco piacevoli Fischer, che aveva protestato senza successo… Insomma, chi la fa, l’aspetti?
Un sogno pronto a diventare realtà?
Il popolo biancoblù aspetta la Nuova Valascia oramai da anni e, tra notizie buone ed altre meno incoraggianti, con il susseguirsi delle stagioni c’è forse anche chi aveva smesso di crederci. Ora però il sogno sembra pronto a diventare realtà. Martedì 18 dicembre è infatti in calendario un’attesa conferenza stampa, in cui verranno illustrati i dettagli sull’avanzamento dei lavori per il Nuovo Stadio Multifunzionale di Ambrì. A prendere la parola ci saranno Valerio Jelmini, Sindaco di Quinto, Carlo Croci, Presidente di Valascia Immobiliare SA, il numero uno biancoblù Filippo Lombardi e l’architetto Mario Botta. Seguirà l’avvio simbolico del cantiere il 22 dicembre… Finalmente ci siamo?
Giù il cappello al giro di boa
Con 40 punti ed il settimo posto quando siamo arrivati esattamente a metà regular season, l’Ambrì Piotta sta decisamente superando le aspettative, anche se l’obiettivo principale rimane e rimarrà la salvezza. Rispetto alla passata stagione la squadra di Luca Cereda ha ottenuto quattro vittorie in più, aumentato il proprio bottino di 11 punti e “smussato” la differenza reti da -12 e -4, a risultato di quattro gol segnati in più ed altrettanti subiti in meno… Il tutto con un budget ulteriormente ridotto. Beh, chapeau!
Roba da “Mai dire Gol”
Lo ha sempre detto, Elvis Merzlikins, uno dei suoi obbiettivi era quello di riuscire a segnare una rete. Certo che un portiere è obbligato a farlo quando il diretto avversario lascia la porta vuota per fare spazio a un sesto uomo di movimento e i tentativi in questo caso non sono stati pochi. Merzlikins alla fine ci è riuscito a segnare una rete, il problema – non di poco conto – è che la porta era quella sbagliata e ad averla lasciata vuota era stato lo stesso portiere bianconero. Il suo gesto non ha avuto conseguenze per il Lugano ma ha lasciato tutti a bocca aperta. Cose che capitano (non molto spesso magari) e non si fanno drammi, però la prossima volta… No, niente prossima volta.
Home Sweet Home
I due derby del weekend hanno confermato una tendenza di questa stagione, ossia che nella sfida ticinese Ambrì Piotta e Lugano sono padroni in casa propria. Non è solo una tendenza del derby ma è pure la certezza soprattutto della squadra bianconera, la quale fuori casa sembra soffrire di nostalgia. Se il rendimento alla Cornèr Arena ha portato 30 punti (solo il Berna in casa propria ha fatto meglio con 31…), lontano da casa il Lugano ha raccolto la miseria di 5 punti, uno dei quali racimolato proprio nel primo derby della Valascia. In questo caso solo il Rapperswil ha fatto peggio con 4 punti, ma non è decisamente motivo di vanto.
Come il rosso per i tori
È quanto meno particolare la capacità di Alessio Bertaggia di andare a punti soprattutto nelle sfide contro l’Ambrì Piotta. Già nella prima sfida alla Cornèr Arena il numero 10 era stato protagonista con una doppietta trovando le sue prime reti stagionali, mentre il primo punto era arrivato la sera prima contro il Losanna. Da lì nessun altro punto, settimane di assenza per infortunio e il rientro proprio venerdì sera nel derby. Risultato? Una rete e due assist contro i biancoblù, altri 3 punti che portano a 6 il suo totale stagionale, di cui ben 5 messi a segno nelle sfide casalinghe contro la squadra di Luca Cereda…
Vai tu che lo prendo io… Anzi no
Rimasto agganciato all’Ambrì Piotta per tutta la partita della Valascia, il Lugano ha pagato a carissimo prezzo il terzo gol dei leventinesi, messo a segno da Dominic Zwerger con una bella discesa in solitaria. Non sarebbe stata così in solitaria se solo Romain Loeffel e Thomas Wellinger non fossero stati imbambolati a guardare l’austriaco mentre si stava involando a far sedere Merzlikins, ma la “marcatura” dei due difensori è sembrata quella tipica di chi ha gravemente sottovalutato la situazione. “Vai avanti tu che a me viene da ridere”. Già, c’era proprio da ridere.
Il difensore attaccante
Di difensori offensivi a Lugano ne sono passati molti, con l’inarrivabile Petteri Nummelin quale capostipite, ma anche uno svedese di nome Tommy Sjödin lasciò un segno di quelli importanti. Il 53enne di Sundsvall, oggi allenatore alla guida del Brynäs, era presente alla Cornèr Arena per il derby di venerdì operando anche per l’ingaggio simbolico della partita. Sjödin si impose come difensore offensivo estremamente produttivo, con un tiro letale che gli fece scrivere numeri da attaccante. Nelle quattro stagioni in maglia bianconera, il difensore proveniente dai Quebec Nordiques, mise a segno la bellezza di 55 gol e 95 assist in 140 partite di regular season, oltre che 11 reti e 9 passaggi decisivi in 24 incontri di playoff.