AMBRÌ – Nessun lieto fine per la settimana biancoblù, conclusasi con una netta sconfitta (più nel risultato che nella forma) contro i Lions di Zurigo. Sconfitta che però non deve in alcun modo intaccare quanto di buono mostrato nei giorni scorsi dai leventinesi, capaci di scacciare ansie e timori con due belle e importanti vittorie ottenute contro Lugano e Berna.
Al cospetto dei campioni svizzeri all’Ambrì Piotta è mancata un po’ di lucidità e, in una serata in cui reparto difensivo ed estremo difensore non hanno saputo elevare il proprio livello, i tentativi biancoblù non sono riusciti a mutare l’inerzia della sfida.
“Abbiamo iniziato bene, con la giusta dose di aggressività”, ci ha spiegato Elias Bianchi, di rientro dopo un infortunio al malleolo che lo aveva costretto ad una pausa forzata di un mese. “Ci siamo difesi in maniera ordinata e a fine primo tempo eravamo piuttosto soddisfatti del nostro operato. Nel secondo periodo, invece, abbiamo subìto delle reti nate da errori individuali… Può capitare, ma è chiaro che contro squadre di grosso calibro come lo Zurigo si finisce per pagare queste ingenuità a caro prezzo. A conti fatti, trovo che il parziale sia un po’ troppo severo nei nostri confronti, nel secondo periodo i Lions sono riusciti a concretizzare praticamente ogni tentativo. Questo è l’hockey e credo che come squadra dobbiamo essere coscienti che, se vogliamo fare risultato, dobbiamo atteggiarci come mostrato nelle partite contro Lugano e Berna, limitando al massimo gli errori, giocando il più semplicemente possibile, e riuscendo a mettere in pista la giusta intensità. Sabato sera non siamo riusciti a farlo con continuità”.
Specialmente nel primo periodo alcune decisioni arbitrali discutibili hanno condizionato la partita e in panchina si è visto un Cereda furioso. Come valuti quella serie di episodi controversi?
“Non è mai facile giudicare l’operato degli arbitri. Mi rendo conto che spesso e volentieri sono chiamati a dover prendere delle decisioni importanti in un arco temporale molto breve. Ciò che realmente ha fatto discutere è stata quella penalità di sei uomini sul ghiaccio non fischiata allo ZSC e data a noi qualche istante dopo. In panchina i ragazzi si sono lamentati e, da quel poco che ho potuto vedere, mi sembrava che da parte nostra il cambio fosse corretto poiché nessun avversario è stato ostacolato e il nostro giocatore si è completamente disinteressato del disco. Dal mio punto di vista si è trattato di un normale cambio, ma tant’è. Vorrei sia chiaro, però, che quella degli arbitri non deve essere una scusante. Dobbiamo essere onesti e ammettere che la partita è stata persa da noi come collettivo”.
Dopo una settimana così dispendiosa a livello di energie psicofisiche, quanto ha influenzato sulla partita il fatto che i Lions venerdì fossero a riposo?
“Essere riusciti ad alzare il nostro livello di gioco nel terzo periodo ha dimostrato come l’energia fosse ben presente. Ci alleniamo quotidianamente per mettere in pista il nostro sistema di gioco, che sappiamo essere particolarmente dispendioso a livello di energie. Non bisogna cercar scuse. Se proprio vogliamo lamentarci bisognerebbe parlare dell’equità del calendario: quando lo Zurigo si ritrova ad avere cinque o sei doppi turni in meno rispetto a tutte le altre concorrenti, allora c’è qualcosa che non va. Ad ogni modo lo ZSC ha meritato di vincere e noi non abbiamo intenzione di aggrapparci a questi cavilli”.
Al termine di una settimana intensa che vi ha saputo regalare due vittorie contro tre delle squadre più forti del torneo, potete ritenervi soddisfatti?
“Chiaramente il sentimento che prevale è di delusione… Mi sarebbe davvero piaciuto concludere in bellezza questa settimana. Contro Lugano e Berna ho visto una squadra che non ha mai mollato, e che ha fatto tutto il necessario per portare a casa il risultato. Siamo sulla buona strada. Ciò che ci manca è la continuità: non possiamo mai essere soddisfatti abbastanza, occorre lavorare sempre più duramente e cercare di evitare qualsiasi forma di inconsapevole rilassamento. In una lega così equilibrata non te lo puoi permettere”.
Alla fine di settembre eri stato costretto a saltare alcune partite e sabato, dopo il secondo stop stagionale durato quasi un mese, sei tornato a giocare. L’ennesimo inizio di campionato tribolato per te… Ora come ti senti?
“Chiaramente non è stato l’inizio di stagione che avrei voluto. Mi sono infortunato a settembre nel momento in cui il mio corpo stava ingranando. Poi, ancora una volta, ho dovuto alzare bandiera bianca a causa del malleolo. Purtroppo questo fa parte del nostro lavoro: botte, colpi e infortuni accadono spesso. L’importante è riuscire a mantenere la giusta positività. In questo senso credo che i ragazzi possano contare su un ottimo staff tecnico che lavora bene, penso soprattutto alla figura di Lukas Oehen. Contro i Lions, nonostante fosse la mia prima partita dopo il lungo periodo lontano dal ghiaccio, mi sono sentito bene. Avendo visto la squadra che si è potuta ammirare contro Lugano e Berna, ho ricevuto un’iniezione di fiducia perché mi sono reso conto di quanto ad Ambrì si stia lavorando bene”.