LUGANO – Finalmente, dopo un’estate complicata, l’attaccante finlandese Henrik Haapala è tornato a far parte di una squadra, dopo aver passato gli ultimi mesi senza sapere quale maglia avrebbe indossato per questa stagione.
“Al termine dell’ultimo campionato ho dovuto sottopormi ad un’operazione chirurgica all’anca – ci ha spiegato l’ala 24enne – per questo motivo in settembre non ero pronto a scendere sul ghiaccio in occasione del training camp con i Florida Panthers. A quel punto ho deciso che per me sarebbe stato meglio passare questa stagione in Europa, e Lugano era per me l’opzione migliore”.
Henrik Haapala, fisicamente ora come ti senti?
“Nonostante l’intervento mi sento in buona forma, ho pattinato per quattro settimane in Finlandia con alcuni altri giocatori dunque ho già il feeling con il ghiaccio. Tornare ad allenarsi in un gruppo è però logicamente diverso e gli standard che vuole raggiungere l’allenatore sono alti, dunque dovrò avere un po’ di pazienza prima di poter essere al meglio. Questo era infatti il mio primo allenamento di squadra in stagione, ora è dura ma credo che già nel giro di una settimana le cose andranno meglio”.
Qui ritrovi Jani Lajunen, un giocatore che conosci bene…
“Esatto, io e lui siamo stati compagni di linea per due anni nel Tappara. Prima di firmare il mio contratto l’ho sentito un paio di volte, ed ha avuto solo cose positive da raccontarmi su Lugano. L’opzione bianconera è sicuramente la soluzione ideale per me in questo momento”.
Come mai hai scelto la Svizzera? Molti si aspettavano di vederti giocare ancora con il Tappara…
“In carriera ho giocato per cinque anni in Finlandia, tutti con la stessa squadra… Siamo sempre arrivati in finale, e siamo riusciti a vincere in due occasioni la coppa. Per questo motivo volevo provare qualcosa di diverso, ed in questo senso la NLA è nota per essere una lega migliore rispetto a quella finlandese. Il mio agente mi ha spiegato che la vostra è una lega più vicina alla NHL, e quando mi sono trovato davanti al bivio tra Svizzera e Russia, la scelta migliore in questo momento per me è stata chiara. A Lugano c’è un coach canadese da cui posso imparare molto, ed inoltre in KHL sembra non esserci mai alcuna certezza su quello che può succede domani. Qui Ireland – ad esempio – ha capito subito che devo allenarmi una settimana per essere pronto, per me sarà una bella sfida”.
Come valuti la tua esperienza oltre oceano?
“In Nordamerica ho avuto una buona esperienza, ma dopo il training camp 2017 con i Panthers la mia anca mi dava già problemi e tutto si è complicato. Avevo deciso di giocare comunque, ma dopo una ventina di partite a Springfield e cinque in NHL era arrivato il momento dell’operazione. Per me quella passata è stata una stagione dura, dunque ora voglio come prima cosa vivere un’annata positiva qui a Lugano. Parlando con i coach e Lajunen, credo di essere nel posto e nel contesto giusto per farlo”.
Che obiettivi ti poni per questa stagione a Lugano?
“L’obiettivo è quello di vincere il campionato. Non ho altri traguardi in mente, per me quello che conta è sempre poter fare parte di una buona squadra e arrivare al titolo”.
Come descriveresti il tuo gioco?
“Sono un attaccante piccolo, dunque ovviamente il gioco fisico non fa per me. Non sono però uno che si tira indietro nei contrasti, anzi mi piace essere coinvolto anche da questo punto di vista. Punto molto sul mio pattinaggio, ed inoltre viste le mie caratteristiche probabilmente dovrei orientarmi di più su un gioco da playmaker… Mi piace però moltissimo segnare, dunque cerco sempre di essere pericoloso. Ad ogni modo arrivare in una lega che basa molto il suo gioco sulla velocità per me può essere un vantaggio… Dopo che avrò potuto fare qualche allenamento tornerò a sentirmi bene anche da quel punto di vista”.
Il Lugano lo avevi già affrontato un paio di anni fa, cosa ti ricordi di quell’esperienza?
“Sì, due anni fa avevo affrontato in CHL il Lugano e la cosa che più mi è rimasta impressa sono le montagne e il bel paesaggio che abbiamo potuto ammirare nel percorso per arrivare alla pista. Era stata una partita dura, ed infatti poi i bianconeri erano riusciti a batterci in casa. L’ambiente era entusiasmante, i fans avevano creato un bell’ambiente”.