AMBRÌ – Una prova generosa non è bastata all’Ambrì Piotta per evitare la terza sconfitta consecutiva in quel che è stato un vero e proprio trittico infernale contro tre delle più forti squadre di National League.
Nonostante un primo tempo disputato su ottimi livelli, i biancoblù nulla hanno potuto nel periodo centrale quando gli orsi sono riusciti ad alzare il ritmo delle operazioni, insaccando ben 4 segnature e chiudendo anzitempo la contesa. “È stata una brutta partita”, ha ammesso Nick Plastino. “Bisogna essere onesti e riconoscere l’evidenza. In troppe occasioni ci siamo ritrovati a gestire male il disco, sia in zona neutra che in quella difensiva, e loro ne hanno approfittato. Per gran parte della sfida il Berna è stato un passo davanti a noi”.
Nel primo periodo avete mostrato ottime cose ma non siete riusciti a concretizzare. Poi, nel secondo, sono arrivate quelle due segnature ravvicinate che vi hanno impedito di proseguire con la giusta costanza…
“Effettivamente la rete del 2-0 ci ha dato una mazzata al morale e da quel momento il nostro livello di energia è calato. Tutti noi abbiamo tentato di proseguire con la stessa attitudine mostrata nei primi venti minuti, ma le cose non hanno funzionato. Fatico a spiegarmene il motivo, evidentemente ci siamo scoraggiati. È li che abbiamo sbagliato. Avremmo dovuto mantenere quella costanza di rendimento che venerdì ci aveva permesso di dare del filo da torcere allo Zurigo. Occorre però dar credito al Berna: hanno gestito il disco alla perfezione e, ancora una volta, hanno dimostrato che giocare contro di loro è tutto fuorché semplice”.
6-1 è un risultato pesante e severo, e probabilmente non rispecchia appieno quanto visto sul ghiaccio. Qual è l’aspetto di questa sfida che vi fa più male?
“La delusione che abbiamo dato ai nostri tifosi. Quando giochi in casa, davanti ad un pubblico così vicino alla squadra, non vorresti far altro che ricompensarlo. Contro il Berna non è stato il caso e questo è davvero frustrante. Lo è ancora di più sapendo che avremmo potuto giocare in modo differente, come dimostrato a Zurigo. L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è azzerare il cervello e ripartire dalla prossima settimana con tutte le nostre energie focalizzate sulla sfida di venerdì contro il Davos. Vogliamo reagire, proseguendo il nostro cammino di crescita collettiva. Non abbiamo alcuna intenzione di tornare ad essere un bottom team di bassa classifica”.
Uno dei dati che più fa riflettere sono le 16 reti subìte nelle ultime 3 partite…
“Fatico a spiegami il motivo per cui abbiamo subito così tante segnature. Tutti stanno lavorando duramente, dunque non mi sembra di poter dire che si tratti di un problema di attitudine. Credo piuttosto che si possa parlare di un mix di piccoli errori individuali e collettivi. In passato abbiamo dimostrato di poter mettere in difficoltà i cosiddetti top team, basti pensare alla sfida dell’Hallenstadion. Ma per riuscirci dobbiamo mantenere alto il nostro livello di gioco”.
In questo momento una settimana priva di partite potrebbe essere proprio ciò che vi occorre…
“Sono d’accordo. In questi giorni sarà importante fare un piccolo passo indietro, ricaricare le batterie e prepararci mentalmente e tatticamente alla sfida di venerdì. È il bello dell’hockey: hai la possibilità di archiviare rapidamente una serata storta per focalizzarti al meglio sul tuo prossimo obiettivo. Contro Lugano, Zurigo e Berna abbiamo speso tanto e abbiamo raccolto poco. La prossima settimana sarà utile per lavorare sulla costanza di rendimento a partita in corso. È ciò che distingue una grande squadra da una mediocre”.
Sei stato costretto a saltare tre partite – contro Bienne, Ginevra e Lugano – a causa di un problema di salute. Ti senti recuperato al 100%?
“Sì, mi sono ripreso al 100%. Ci è voluto un po’ di tempo per rimettermi in sesto, ma già giovedì sera a Zurigo le sensazioni sono state estremamente positive. Anche contro il Berna mi sono sentito bene, nonostante una prestazione personale della quale non mi ritengo affatto soddisfatto”.