LUGANO – Dopo un avvio tutt’altro che esaltante in Champions Hockey League, il Lugano ha cominciato in tutt’altro modo il campionato, trovando subito tre punti contro il Davos e soprattutto mettendo in pista una prestazione convincente.
“Sì, è stata una buona partita”, commenta l’allenatore bianconero. “Sono particolarmente fiero dei primi quaranta minuti, dove siamo stati veloci, disciplinati e competitivi. Penso invece che verso la fine della gara eravamo maggiormente slegati e pasticcioni, come quando abbiamo concesso due ripartenze in powerplay, ma al di fuori di questi episodi non abbiamo concesso molto. Abbiamo mostrato delle buone cose, mi è piaciuta la nostra velocità e il nostro livello di gioco, nonostante fosse una serata molto calda e il ghiaccio non fosse ottimale, ma non volevamo usare questi fattori come scuse e abbiamo continuato a spingere”.
Greg Ireland, rispetto al debutto in CHL, venerdì sera si è visto un netto miglioramento…
“Sì, abbiamo lavorato molto, è stato un mese e mezzo molto lungo. È da inizio agosto che stiamo spingendo, ma con l’inizio della Champions Hockey League penso che tutti noi siamo diventati coscienti di cosa servisse ancora per fare un ulteriore step e venerdì sera si è visto un netto miglioramento nel nostro gioco, sia per quanto riguarda i singoli che il gruppo”.
L’aspetto negativo di questa partita è forse da cercare nel non aver concretizzato a sufficienza le molte occasioni da gol, con la partita che è rimasta aperta fino alla fine…
“Quando non segni in questi momenti, successivamente diventa sempre pericoloso, soprattutto in queste condizioni, dove con la nebbia e un pessimo ghiaccio basta un rimbalzo sbagliato o un powerplay avversario per riaprire la gara, quindi è molto importante capitalizzare al massimo le proprie occasioni. È settembre, dobbiamo continuare a migliorare diversi aspetti, ma l’energia, la disciplina e la competitività erano già buone”.
Da una parte c’è la vostra poca concretezza, ma d’altra parte bisogna anche riconoscere la buona prestazione del nuovo portiere straniero del Davos, Anders Lindbäck…
“Sì, abbiamo trovato il modo di crearci diverse occasioni, ma lui ha mostrato delle buone parate. Allo stesso tempo penso che, nella prima parte della gara, quando abbiamo pattinato molto, arrivavamo sempre per primi sui rebound e coprivamo bene il disco, riuscendo così a mettere molta pressione sulla loro difesa”.
Con l’inizio del campionato hai ritrovato ad un ottimo livello anche la tua prima linea con Hofmann, Lajunen e Lapierre, lasciata invariata dagli scorsi playoff…
“C’è una buona chimica in questa linea e ci dà un buon equilibrio in squadra. Ma lo stesso vale anche per la linea di Sannitz e Walker e pure la linea di Morini è stata eccellente. Abbiamo un buon equilibrio e una buona profondità e quando Klasen e Romanenghi torneranno, la competitività all’interno del gruppo si alzerà ulteriormente, visto che ci si dovrà guadagnare il posto in squadra e in powerplay. A propositivo di powerplay, penso che le nostre prime due, forse tre, superiorità numeriche siano state molto buone, mentre in seguito abbiamo badato più alla forma che alla sostanza”.