LUGANO – Per gli esordi c’è sempre molta attesa, anche quando riprendi a fare quello che in fondo fai per 8 mesi l’anno, ossia giocare a hockey. In questo inizio di campionato poi, con la prima giornata “ritardata” di una settimana rispetto al solito, la fibrillazione è aumentata a dismisura.
Figuriamoci quando sai che questa è la stagione in cui devi riprovare a fare quel piccolo passo verso l’obiettivo che tutti sognano, ancor di più per qualcuno quando il primo esame è davanti all‘eterno rivale del Davos di Arno Del Curto.
Forse il caldo estivo percepito dentro e fuori le mura della Cornèr Arena – alla prima di campionato assoluta sotto questo nome – ha smorzato un po’ questa fibrillazione ma, appena il disco è finito sul ghiaccio, tra Lugano e Davos è stata partita vera, apprezzabilmente vivace e dura come da tradizione. Ancora più dura per i giocatori a causa del pessimo ghiaccio che si sono ritrovati sotto le lame per via del gran caldo, ma via via ci si è dimenticati quasi dell’estate che sta per finire con l’inizio del campionato 2018/19.
Sicuramente ha provato a dimenticare l’estate Jani Lajunen, subito decisivo nel suo ufficio nello slot basso davanti all’eccellente Lindbäck, per fare esultare la Cornèr Arena al primo gol bianconero della stagione. Venti minuti chiusi con la sola rete di scarto che però sarebbero potute essere molte di più, se Hofmann e compagni non si fossero trovati davanti il Signor Anders Lindbäck.
Un vero e proprio jolly pescato in extremis da Del Curto il portiere svedese, un muro che ha tenuto in piedi la traballante baracca difensiva grigionese con interventi decisivi e fuori dal comune, colui che alla fine ha permesso agli ospiti di restare in partita fino a pochi minuti dalla fine.
Il lavoro maggiore il cerbero del Davos ha dovuto operarlo in un periodo centrale che ha segnato un parziale di 1-1 (con la rete del 2-1 di Pestoni), difatti dopo il raddoppio di Walker su splendido assist dell’ex Jörg il Lugano ha pressato in maniera continua, con i difensori gialloblù spesso spaesati e fuori posizione per il forecheck dei padroni di casa.
Un Lugano che ha saputo manovrare in verticale come prendere possesso del terzo difensivo, ma è stato soprattutto quando Lapierre e compagni hanno trovato il sistema di tagliare fuori gli attaccanti avversari dalla zona neutra che il Davos ha sofferto di più, con oltretutto diversi giocatori ancora alla ricerca della forma migliore.
Diversi applausi in quei venti minuti, ma anche l’amarezza di aver permesso al Davos di rimanere in partita e anche se certi automatismi non erano ancora oliati a dovere, tra qualche passaggio lungo e posizioni fuori raggio, quel che si è visto da parte dei bianconeri fa ben sperare per un inizio di campionato.
Buono complessivamente anche il contenimento operato nel terzo periodo, meno quello che si è visto in power play, tra qualche trama veloce ben congegnata e qualche disastro (Chorney non ha fatto una gran figura su un disco conteso con Dino Wieser, rischiando il shorthand) e sicuramente le superiorità numeriche dovranno rendere ben più di quello mostrato venerdì sera.
Anche perché è pure per questa ragione che il Davos, pur sulle ginocchia, ha potuto sperare fino all’ultimo di rientrare con qualche punticino nei Grigioni, speranza poi sopita definitivamente dalla rete a porta vuota di Lapierre.
Insomma, il Lugano ha mostrato tante cose buone, dalla velocità d’esecuzione alle soluzioni offensive, e pur calcolando assenze importanti i ragazzi di Ireland hanno saputo prendere subito in mano la partita, concedendo poco a un Davos spaesato e fragile difensivamente. Confortano le ottime prove di Jörg, il solito Hofmann, Lajunen, Lapierre oltre a Wellinger in retrovia, sarà invece da rivedere Chorney e gli si concede sicuramente il periodo di adattamento, ma certi errori non sono sicuramente da giocatori del suo calibro.
Il tempo per aggiustare le cose c’è, ma soprattutto si è fatta la volontà di Greg Ireland, il quale non avrebbe ammesso un inizio di campionato molle come quello di un anno fa con la sconfitta nel derby. E Ireland lo sa anche lui, il calendario non ammette distrazioni, l’inizio di campionato del Lugano è di quelli tosti.
IL PROTAGONISTA
Giovanni Morini: Questa potrebbe essere una stagione importante per il numero 23 del Lugano. Centro intelligente e indomito, solo nella scorsa annata ha potuto mostrare la sua grande crescita, quando per la prima volta è stato risparmiato dagli infortuni. Contro il Davos, pur ricoprendo il ruolo di quarto centro, l’italiano ha ribadito quanto di buono aveva fatto intuire, con una partita fatta di dischi recuperati e “puliti”, duelli alle assi vinti con regolarità e tanto pattinaggio con e senza disco con il quale ha fatto impazzire i suoi avversari. Non da ultimo ha sfiorato la rete in un paio di occasioni, perché anche al tiro ha fatto grossi progressi, mostrandosi un giocatore completo in ogni situazione.
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