LUGANO – Dopo una decina di giorni di pausa, il Lugano tornerà finalmente a giocare. I bianconeri saranno in pista per il primo turno di Coppa Svizzera sul ghiaccio dell’Huttwil, in un match che coach Greg Ireland ammette potrebbe rappresentare una sfida a livello motivazionale.
“Nell’ultima decina di giorni ci siamo allenati duramente e mi aspetto di vedere una squadra con tanta voglia di tornare a giocare una partita”, ci ha spiegato l’allenatore bianconero. “La difficoltà è rappresentata dall’avere già in testa l’inizio della regular season, soprattutto visto che abbiamo un calendario impegnativo nei primi turni, dunque mercoledì sarà importante mantenere alta la nostra concentrazione e farsi trovare pronti”.
Greg Ireland, spesso questo è più difficile di quello che si pensi, soprattutto per le squadre più quotate…
“Giocare una partita come quella di mercoledì è difficile… È una “no-win situation”. Le aspettative di tutti sono quelle di vederti vincere per 10-0, e se queste non vengono rispettate arrivano delle critiche. Siamo in una situazione in cui abbiamo dei giocatori acciaccati, mentre altri vogliamo farli riposare perché non hanno fatto alcuna pausa durante il nostro percorso di amichevoli e CHL… Certo, chiunque si manda in pista dovrebbe avere grande motivazione per dare il massimo, ma mentalmente si è ad un bivio in cui si vuole essere pronti a giocare, ma anche evitare infortuni in vista di venerdì. La squadra avversaria vivrà invece la partita come se fosse la loro finale per la Stanley Cup, dunque alzeranno al massimo il loro livello. Non vogliamo però cercare scuse, dal primo ingaggio vogliamo vedere grande competitività, imparando anche dalle lezioni del passato”.
La sfida principale sarà dunque quella di trasmettere la giusta motivazione per questa partita?
“Motivare la squadra per un impegno del genere è effettivamente una sfida, anche se idealmente non dovrebbe esserlo. D’altronde anche le altre squadre si troveranno confrontate con lo stesso problema… Tutti ci ricordiamo di quando i Ticino Rockets hanno eliminato il Berna. Come coach dobbiamo sempre rispettare chi ci è davanti imparando anche dagli errori fatti in passato, quando contro avversari che si trovavano sul fondo della classifica non abbiamo dato il meglio. Lo scorso anno abbiamo giocato il nostro peggior hockey contro il Kloten, dunque ad ogni partita dobbiamo innanzitutto rispettare noi stessi dando sempre il massimo”.
Per il match potrai contare su ben tre rientri in difesa…
“Chiesa e Vauclair saranno della partita, ed avremo dunque in squadra due difensori che hanno giocato la loro ultima partita parecchio tempo fa. Il loro innesto era comunque programmato per avvenire in questa data… Vauclair avrebbe già potuto giocare una decina di giorni fa, mentre Chiesa lo scorso weekend, ma il nostro piano era quello di inserirli adesso seguendo il programma di recupero stabilito. Con loro farà il suo rientro anche Ulmer. Questo permetterà a qualcuno che sinora ha sempre giocato di tirare ancora un po’ il fiato”.
A livello di gioco la partita di mercoledì potrà esservi utile per mette a punto alcuni aspetti del sistema?
“Sicuramente. Stiamo lavorando su alcuni elementi che vogliamo aggiungere al nostro impianto di gioco, dunque la Coppa sarà utile per verificare a che livello siamo dal punto di vista di queste novità. Credo inoltre che il match rappresenti una buona chance per alcuni elementi che solitamente giocano poco, ma che stavolta riceveranno 10-15 minuti di ghiaccio. Ci sono delle opportunità per chi sarà in pista domani, starà ai giocatori farci sorgere qualche dubbio in vista del lineup che schiereremo venerdì”.
La serata del debutto in regular season arriverà velocemente, come guardate alla prima sfida contro il Davos?
“Abbiamo passato tutta l’estate pensando alla giornata di venerdì, ma non dobbiamo dimenticare cosa è successo al debutto lo scorso anno contro l’Ambrì… Credevamo di essere pronti dopo un training camp molto intenso, ma ci ricordiamo tutti com’è andata. Stavolta vogliamo essere pronti per entrambe le partite del weekend, così da avere il miglior inizio di stagione possibile. Sappiamo che non ci saranno serate facili in questa lega, ed inoltre ci sono sempre squadre capaci di sorprendere ed altre che deludono, dunque non si può dare nulla per scontato”.
C’è chi ha pronosticato il tuo nome come quello di primo allenatore ad essere licenziato, ti disturbano questo genere di cose?
“Chi fa questi giochi semplicemente si basa sulle statistiche, ed i numeri dicono che nell’ultima decina di anni gli allenatori a Lugano non durano più di 18 mesi. Ad ogni modo non mi preoccupo troppo, quando si fa il coach si sa benissimo come funziona la propria vita. Amo Lugano e adoro essere qui, ma allenerò sempre nel modo che ritengo opportuno, e quando arriverà il giorno che dovrò andarmene porterò il mio credo in un’altra squadra. Questo è semplicemente il business in cui lavoriamo. Ad ogni modo per ora non abbiamo parlato di rinnovo (il contratto è in scadenza ad aprile 2019, ndr), sono concentrato solamente sull’imminente stagione e sul fare il miglior lavoro possibile per la squadra. Questi sono però argomenti che non discuto volentieri con i media, preferisco tenere le questioni contrattuali all’interno del club”.