BANSKA BYSTRICA – LUGANO
5-2
(1-0, 3-2, 1-0)
Reti: 16’10 Asselin (Faille, Marshall) 1-0, 20’18 Hofmann 1-1, 24’18 Zigo (Miller, Higgs) 2-1, 26’49 Marshall (Faille, Marshall) 3-1, 28’25 Lajunen (Chorney) 3-2, 37’21 Faille 4-2, 49’00 Zigo (Higgs, Asselin) 5-2,
Note: Zimny Stadion, 1’962 spettatori. Arbitri Smetana, Baluska; Tvrdon, Synek
Penalità: Banska Bystrica 4×2′ + 1xrigore, Lugano 6×2′ + 1xrigore
BANSKA BYSTRIKA – No, decisamente non è stata una partenza (in partite ufficiali) che ci si augurava di dover vedere in casa bianconera. Due sconfitte nelle prime due giornate di Champions Hockey League non sono certo un bel “diploma” per chi questa competizione l’aveva, a proprie parole, presa molto sul serio per entrare a una certa velocità di crociera in forma campionato.
Aldilà della situazione di classifica del girone (la vittoria del Pilsen sullo JYP lascia aperte possibilità) è la maniera in cui la quadra di Greg Ireland ha approcciato queste due partite a destare le maggiori perplessità.
La sfuriata dopo un quarto d’ora di match contro i cechi aveva fatto ben capire l’attitudine dei bianconeri al loro arrivo in Repubblica Ceca e, se si sperava di qualcosa di meglio dopo aver passato il confine ed essere giunti in Slovacchia, ad oggi c’è ben poco di cui essere allegri. Non tanto sul piano stagionale, tirare conclusioni ora sarebbe inutile e pretenzioso, ma sicuramente Bürgler e compagni dovranno rivedere qualcosa nelle loro intenzioni.
Giunti sul ghiaccio ancora senza Loeffel e con Bertaggia restato a Lugano (soli sei difensori tra cui Matewa, Haussener 13esimo attaccante) l’avversario di sabato era oltretutto ben più abbordabile rispetto ai cechi, nonostante il Banska Bystrika vanti il titolo di campione di Tipsport Liga, ma è proprio il modo in cui le due sfide sono state giocate che crea perplessità.
Dal nulla o quasi contro il Pilsen si è passati ad un inizio di contesa contro il Banska Bystrika più ordinato e convinto sul piano del gioco, ma ancora una volta è stato quello motivazionale a fare la differenza. Gli slovacchi hanno aggredito i bianconeri con un forecheck piuttosto alto, costringendoli ad andare alle assi e a spostare il gioco fuori dalla zona centrale, ma il Lugano ha fatto ben poco per cercare di arginare questo problema.
Poco lucidi fisicamente, lenti e spesso secondi sul disco nonché nei duelli individuali, i ticinesi si sono fatti sorprendere dalla rete di apertura di Asselin in power play (altra conformità con giovedì: troppe penalità a causa della mancanza di velocità sull’avversario), ma con il rigore trasformato da Hofmann dopo soli 18 secondi nel periodo centrale si è sperato di assistere ad un altro match.
Invece no, in due minuti e mezzo gli uomini di Ceman hano allungato fin sul 3-1, riagganciati poi dal gol di Lajunen in power play prima di metà partita, ma la cosa decisiva è stata che i padroni di casa sono riusciti ad impedire che il Lugano girasse l’inerzia del match a proprio favore ricacciandoli subito indietro con un altro rigore, stavolta a proprio favore per scrivere 4-2 sul tabellino.
Nulla da fare per i bianconeri nemmeno nel periodo centrale, caratterizzato da una timida spinta alla ricerca del pareggio (che al 60’ sarebbe stato comunque un risultato deludente, vista la caratura dell’avversario) invece è arrivato solo il 5-2 di Zigo in 5 contro 3.
Il Lugano è stato punito dalla sua stessa attitudine, come contro il Pilsen sempre ad inseguire il disco e ad aspettare la giocata di magia di qualcuno, cadendo poi in troppe penalità decisive. Poco o nulla da salvare quindi in questa trasferta dell’est, ma tra una settimana ci sarà già la possibilità dell’obbligato riscatto.
Se da una parte ci si può rassicurare che non siamo in campionato ed è il momento giusto per aggiustare tutto questo, dall’altra il timore che si prenda troppo sottogamba certi appuntamenti è più che lecito.
Anche perché riassumendo il preseason del Lugano fino a questo momento, lasciando da parte la prima sfida con i Rockets, l’unica serata in cui il Lugano ha almeno parzialmente convinto è stata quella del match contro il Dornbirn alla Cornèr Arena, per il resto molti dubbi e poche possibilità di lettura, nemmeno in quella Champions Hockey League che doveva essere il trampolino di lancio.