SURSEE – È stato un weekend duro quello affrontato dall’Ambrì Piotta alla Lehner Cup di Sursee. I biancoblù hanno incrociato i bastoni con due avversari che si sono dimostrati impegnativi e più avanti nella preparazione, mentre la squadra di Cereda ha faticato a trovare il ritmo necessario per poter esprimere il proprio gioco.
“Sicuramente da questi due giorni abbiamo ricavato tanto da imparare”, ci ha spiegato il difensore Samuel Guerra, sabato capitano di giornata. “Abbiamo fatto parecchi errori, ma sbagliando si impara… Ora starà a noi lavorare nel modo giusto, per fortuna abbiamo ancora tanto tempo prima dell’inizio del campionato. Abbiamo commesso alcuni errori basilari, sono dei dettagli ma che richiedono duro lavoro per essere sistemati”.
Nonostante i freni imposti dalla preparazione fisica, soprattutto venerdì avete lottato e bloccato tanti tiri. Alcuni messaggi positivi ci sono stati…
“Sicuramente, nella prima partita a Sursee abbiamo fornito una prova di carattere, riuscendo a rimontare nel punteggio contro una squadra russa che è prossima al debutto in campionato. Sabato però abbiamo commesso alcuni errori che sono di concentrazione e che non hanno molto a che fare con la stanchezza, visto che solitamente quando un giocatore è affaticato tende a giocare ancora più semplice e seguire le basi. Come detto per fortuna siamo in agosto e non in febbraio o marzo, dunque da lunedì dovremo ricominciare a lavorare”.
In queste due sfide hai giocato con Plastino, inizia a svilupparsi un po’ d’intesa?
“Con lui direi che le cose stanno andando benissimo, ed anche quando mi sono trovato in pista con altri compagni mi sono trovato bene. Abbiamo fatto un errore sul secondo gol avversario (sabato, ndr), ma penso fosse più un errore di forecheck che una disattenzione di coppia. Queste sono però dinamiche che si sviluppano con il tempo, e fortunatamente di tempo ne abbiamo… Dovremo lavorare ancora più duramente, perchè le cose non arrivano da sole”.
Come sta invece andando la transizione dal ruolo che avevi a Zurigo, ad uno di maggior rilievo e in un sistema diverso come quello di Cereda?
“Quello che si applica ad Ambrì è un sistema diverso rispetto al gioco che avevamo ai Lions, ma lo conosco già perchè è molto simile a quello che ho usato nei miei sette anni passati a Davos. Credo che le cose stiano andando bene, la squadra mi sta aiutando molto e mi sono integrato al meglio nello spogliatoio… Chiaramente sono avvantaggiato dal conoscere già la realtà ticinese e quella biancoblù, ed il fatto di essere estremamente orgoglioso di indossare questa maglia mi dà una marcia in più”.
Una maglia che sabato hai potuto indossare nelle vesti di capitano…
“Sicuramente è qualcosa che ricorderò, non capita tutti i giorni di essere il capitano dell’Ambrì. Sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo, perchè al suo interno ci sono vari leader, non solamente quelli che hanno cucito delle lettere sulla divisa… In queste amichevoli i ruoli di capitano e assistente stanno ruotando ed abbiamo veramente un bel gruppetto di leader, è stimolante vivere questa situazione”.
È un ruolo in cui ti vedresti anche in campionato?
“In questo momento è una cosa a cui non penso, ma chiaramente se dovessi essere io il capitano ne sarei molto orgoglioso. Questo non è però il momento per soffermarsi sulla questione, abbiamo sicuramente molte altre cose a cui pensare al momento”.