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Ambrì Piotta

Una buona base e dei nodi da sciogliere, diversi gli spunti nel preseason dell’Ambrì

A una settimana dalla prima amichevole i biancoblù si presentano con una rosa rinnovata per un terzo, ma anche con una struttura costruita nel corso della passata stagione. Tanti i fattori da osservare nei 9 match di preparazione

BIASCA – La ricostruzione sportiva dell’Ambrì Piotta è ancora nelle sue primissime fasi ma, rispetto a un anno fa, la sensazione che si percepisce alla pista di Biasca è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo e ad una struttura che hanno compiuto un numero significativo di passi avanti. Cereda e Duca hanno da poco superato lo scoglio del primo anno alla conduzione della squadra, e la direzione da seguire è più chiara che mai.

Nel giro di una stagione i leventinesi hanno infatti saputo scavare delle fondamenta importanti che già in questa prima fase del preseason permettono di guardare alle prime uscite stagionali con una certa famigliarità, questo nonostante un terzo della rosa sia composta da nuovi volti, ed in nomi a disposizione impongano cautela a chi si avventurerà in pronostici.

È però anche un Ambrì che riparte forte dell’esperienza dello scorso campionato, che ha visto diversi giocatori vivere la loro miglior stagione in carriera, e lo staff tecnico capace di tradurre sul ghiaccio le premesse che erano alla base del nuovo progetto. I biancoblù si apprestano così ad affrontare il prossimo mese e mezzo con una buona ossatura ricevuta in eredità dall’annata 2017/18, ma anche con alcuni interrogativi che dovranno trovare risposta sull’arco delle nove amichevoli in programma.

“Sempre lì, lì nel mezzo…”

Quella dei centri è oramai da diverse stagioni una delle posizioni critiche nella struttura dell’Ambrì Piotta, e anche per la prossima stagione la squadra di Cereda non sembra particolarmente ben attrezzata nel mezzo. Ogni centro porta con sé la sua storia, che i biancoblù sperano di vedersi tradurre in scommesse vinte.

Bryan Lerg dopo diversi anni tornerà a fare il perno, in un contesto che lo vedrà sin da subito come l’elemento cruciale del lineup, e proprio per questo si spera che possa (ri)adattarsi velocemente. Se l’Ambrì vorrà avere un inizio di campionato migliore del precedente (2 vittorie nelle prime 10 partite), tanto dipenderà dalla sua capacità di trovare in tempi brevi il giusto ritmo.

Müller e Kostner – reduci da un campionato eccezionale – dovranno sapersi confermare, possibilmente con l’obiettivo di migliorare le proprie percentuali agli ingaggi (entrambi sul 43%). L’Ambrì è stata in questo senso la terza peggior squadra dell’ultimo torneo, e per fare meglio ci vorrà tanto lavoro.

Il quarto posto disponibile sembra strizzare l’occhiolino al nuovo arrivato Johnny Kneubuehler (38.83% lo scorso anno), con Tommaso Goi (39.51) a rappresentare la principale alternativa. A livello di profondità al centro troviamo anche Christopher Smith, che sarà però girato ai Ticino Rockets.

Tante opportunità per i lavoratori

Contrariamente a un anno fa, nella top six sembra esserci poco spazio per la fantasia. ZwergerLergD’Agostini e KubalikMüllerHofer si presentano come l’ipotesi più accreditata per le prime due linee. La situazione è invece ben diversa se si guarda al terzo e quarto blocco, con quattro posti all’ala che andranno conquistati.

Bianchi e Lauper a sinistra, così come Trisconi e Mazzolini a destra lotteranno infatti per ricevere più ghiaccio possibile da Cereda, senza dimenticare la concorrenza rappresentata dai vari Incir, Rohrbach ed eventualmente Stucki, se le sue condizioni fisiche lo permetteranno.

Come successo lo scorso anno, il bottom six sarà fondamentale per mantenere alto il ritmo della contesa, ed in questo senso la lotta interna che si svilupperà chiederà ai “lavoratori” in rosa di mostrare subito la giusta attitudine.

Il gioco delle coppie

Con tre elementi nuovi in retrovia e la partenza di pedine centrali come Fora e Zgraggen, la difesa biancoblù sarà alla ricerca delle giuste combinazioni nel corso di questo preseason.

A livello di struttura sulla destra si parte da uno schema che vedrà in pista Plastino, Kienzle e Ngoy (quest’ultimo è left, ma anche questa stagione verrà impiegato nel suo “lato debole”), elementi a cui Cereda e Matte dovranno essere bravi a trovare il partner ideale.

Guerra e Pinana sono due giocatori versatili che possono puntare alla “top 4”, mentre a Fischer sarà riservato un ruolo prettamente difensivo. A loro si aggiungerà Jelovac, che ha però faticato nel corso dell’ultimo campionato e che dovrà riconquistare la fiducia dello staff tecnico, dopo essere rimasto escluso dalla serie contro il Kloten.

Dovrà lottare per farsi notare anche Misha Moor – che ha il vantaggio di essere un “right” – mentre nei Rockets sarà da tenere d’occhio il giovane Jan Wieszinski (22 punti in 28 partite con gli Élite).

Una porta per due

L’Ambrì Piotta potrà finalmente attuare quello che era il piano ipotizzato già un anno fa, ovvero quello di alternare tra i pali due portieri con una certa regolarità. La passata stagione il ritorno di Descloux a Ginevra aveva costretto Conz a giocare più del dovuto ed in alcune circostanze il numero 1 ne ha risentito, a livello fisico ma anche mentale.

L’innesto di Manzato va invece a cambiare questa dinamica, ed i due sin dal preseason si alterneranno tra i pali alla ricerca del proprio ritmo migliore. Da fine settembre Cereda potrà poi scegliere il portiere più in forma partita dopo partita.

“O capitano, mio capitano…”

Questo è un “déja vu”. Anche quest’anno l’Ambrì Piotta è alla ricerca del suo leader, ed il processo che porterà alla nomina sarà il medesimo di quello dell’estate passata.

Per i vari match di preseason la “C” passerà da una maglia all’altra, sino a venir cucita su quella del giocatore che nel corso del training camp si dimostrerà più adatto al ruolo.

I papabili in squadra non sono molti, ed i “soliti sospetti” sono il ticinese Elias Bianchi, il canadese Matt D’Agostini oppure il nuovo arrivato Bryan Lerg, portato in Leventina proprio per le sue doti di leadership e la spiccata personalità. Se il nome del nuovo capitano biancoblù sarà tra questi, solamente il ghiaccio potrà dirlo.

Stucki sì, Stucki no

È passato quasi un anno dal brutto infortunio che aveva messo KO l’attaccante Christian Stucki, rimasto infortunato al ginocchio destro (rottura del legamento crociato anteriore) la scorsa estate in un’amichevole contro i cechi del Viktovice. Il momento del suo rientro, però, non è ancora arrivato.

Il 26enne sta infatti seguendo un programma personalizzato e per l’amichevole di debutto dell’11 agosto contro i Ticino Rockets dovrà rimanere a guardare. A dipendenza di come andrà la settimana di lavoro si decideranno poi i passi successivi da seguire, ma nei suoi confronti l’approccio sarà estremamente cauto e graduale.

Per Stucki sarebbe un grande passo poter tornare a giocare in questo preseason, ma dopo un anno di pausa forzata nulla avverrà prima del tempo.

Lo stesso sistema, ma con una marcia in più

“Togliere spazio e tempo all’avversario”, questo rimane il concetto alla base del sistema di gioco di Luca Cereda. Quello che vedremo in pista sin dal mese di agosto sarà dunque un Ambrì in tutto e per tutto simile a quello del passato campionato, intento però a migliorare alcuni aspetti del gioco.

Sul fronte offensivo le cose erano andate piuttosto bene (settimo attacco, terzo powerplay, seconda squadra con più tiri in porta), mentre in fase difensiva sicuramente si cercherà di fare meglio (seconda peggior difesa, nono boxplay).

Si dovrà inoltre contestualizzare ciò che si vedrà sul ghiaccio, in rapporto alla fase di preparazione in cui l’Ambrì scenderà in pista. Le prime quattro amichevoli promettono infatti di essere un po’ “legnose”, perchè si svolgeranno nella fase più dura del training camp.

Dopo l’amichevole in programma a Flims contro gli ZSC Lions la squadra avrà quattro giorni liberi, ed in questo senso diventerà interessante osservare il gruppo nel match del 1 settembre a Rapperswil, contro un avversario di caratura simile e dopo una settimana di allenamenti meno provanti dei precedenti.



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