LUGANO – Dopo un campionato impegnativo che ha visto la squadra in pista sino a fine aprile, il Lugano ha ripreso a lavorare con la prospettiva di avere a disposizione la fase di preparazione più corta degli ultimi anni. Il debutto ufficiale è previsto il 30 agosto in CHL, mentre la prima amichevole sarà in calendario nella prima metà del mese.
Agli ordini del preparatore Lassi Laakso ci sono attualmente una dozzina di giocatori. Assenti invece gli elementi in pista al Mondiale o che stanno recuperando dagli infortuni dell’ultima stagione, a cui si aggiungono coloro – come gli stranieri – che hanno maggiore libertà nello strutturare la propria estate a livello individuale.
“Il lavoro si svolgerà complessivamente sull’arco di otto settimane, con le vacanze di luglio che sono state programmate due settimane più tardi rispetto al solito”, ci ha spiegato Laakso. “I giocatori rientreranno il 29 luglio per un’ultima settimana a secco, prima del ritorno sul ghiaccio. Dal 6 agosto si inizierà a lavorare con il gruppo al completo per i consueti test medici e le prime sessioni in pista, visto che nella settimana del 13 agosto sono già in programma delle partite”.
La vostra è stata una stagione lunga ma, complice la CHL, c’è l’esigenza di lavorare intensamente e farsi trovare pronti in tempi brevi…
“La struttura del nostro lavoro a dire il vero non cambia molto, ma la differenza è che in passato avevamo fatto delle estati in cui eravamo insieme per 12-13 settimane, mentre stavolta avremo a disposizione solamente otto settimane… Viene a mancare un intero blocco di lavoro. Questo lavoro non sarà naturalmente cancellato, ma lo si farà con tempistiche diverse e perdendo quel margine che si ha in un’estate più lunga… Non lo vedo però come un aspetto negativo, visto che i tempi stretti dovrebbero permettere a tutti di rimanere concentrati più facilmente”.
Che conseguenze ha per il tuo lavoro la partecipazione alla Champions Hockey League?
“Il torneo ci costringerà a spingere un po’ più presto a livello fisico rispetto a quello che faremmo in prospettiva di un inizio di campionato nella seconda parte di settembre. Se si vuole prevenire gli infortuni, i giocatori dovranno essere pronti a sopportare dei carichi di lavoro che solitamente non avremmo affrontato dopo sole due settimane dal ritorno sul ghiaccio”.
Il lavoro svolto in passato ha dato i suoi frutti, nei playoff la condizione fisica del Lugano è stata un’arma importante…
“Il fatto di aver ottenuto certi risultati è sicuramente un segnale che la nostra condizione fisica non rappresentava un handicap per la squadra nel tentativo di vincere le partite. Una statistica che mi è piaciuta molto lo scorso anno è quella che nelle seconde sfide dei back-to-back abbiamo ottenuto 12 vittorie e sole tre sconfitte… Questo è un segnale importante. Non credo che si vinca grazie alla condizione fisica, ma è importante che non sia la causa delle sconfitte e che non rappresenti uno svantaggio”.
Come viene gestito il lavoro di chi si prepara individualmente lontano da Lugano?
“Con la squadra abbiamo chiarito la questione a livello di responsabilità, visto che si parla spesso di temi delicati come individualizzazione del lavoro e libertà. In questo senso abbiamo sviluppato un sistema in cui i giocatori sono organizzati in categorie di individualizzazione… Abbiamo degli elementi d’esperienza, che hanno una certa comprensione del loro corpo, dunque il mio lavoro quotidiano è diverso con un ventenne rispetto a quello che si fa con un veterano. Ad ogni modo, per chi si allena lontano da Lugano non abbiamo un controllo vero e proprio. C’è chi lavora con un programma che ho preparato io, mentre altri si affidano ad un personal trainer. Ad un certo punto durante l’estate prenderò contatto con tutti i nostri giocatori, ma non ci sono dei controlli fissi, ad esempio settimanali. Pensando alla prossima stagione, il vantaggio è che la maggior parte del nostro gruppo è rimasto intatto e ci sono stati pochi cambiamenti, dunque tutti conoscono già quali sono le nostre aspettative e lo standard che si deve raggiungere. Questo permette di partire con una buona base, rappresentata dalla fiducia”.
Un caso particolare è quello di Klasen, che ha iniziato ad allenarsi con anticipo rispetto ai compagni…
“Quella è stata una sua iniziativa, sentiva di avere sufficienti energie per cominciare a lavorare. Al termine del campionato mi ha avvisato che si sarebbe fermato solo per pochi giorni, per poi riprendere subito l’attività. Indubbiamente è molto motivato a prepararsi bene… Lo scorso anno un’estate complicata ha pesato sulla sua preparazione, dunque ora sa di avere davanti a se un periodo molto importante e vuole svolgere tutto il lavoro che gli permetterà di tornare ad esprimersi al meglio sul ghiaccio”.