AMBRÌ – C’è il rischio di cadere nella banalità commentando la stagione sinora disputata dall’Ambrì Piotta. I passi avanti compiuti dal club leventinese sono infatti talmente evidenti dall’essere davanti agli occhi di tutti, e gli elogi per un progetto finalmente preciso e a lungo termine sono arrivati con puntualità nel corso degli ultimi mesi, lasciando ben pochi argomenti ancora da affrontare al traguardo delle 50 partite. Alcune considerazioni è però interessante farle lo stesso.
L’ossessionata rincorsa alla soddisfazione immediata – quella qualificazione ai playoff che anche se ottenuta sarebbe stata fine a se stessa, come successo nel 2014 – ha lasciato spazio ad una mentalità che non punta più al voler assolutamente “giocare allo stesso gioco” di club che operano economicamente in realtà inaccessibili, ma sotto la guida di Paolo Duca i biancoblù sono tornati a fare leva sui propri punti di forza, piuttosto che lasciarsi abbattere dalle debolezze.
325 giorni e 50 partite dopo l’ufficializzazione del nuovo incarico, Duca può tirare le somme di una squadra capace di migliorare praticamente in ogni statistica di considerata dalla SIHF, il tutto con una rosa assemblata in poco tempo, con un budget ridotto di un milione e con la zavorra di alcune eredità pesanti lasciate dalla precedente gestione.
“Tirare le somme” è però l’espressione sbagliata. Il lavoro portato avanti in questi primi mesi rappresenta “solamente” la base per l’Ambrì Piotta che verrà, ed i frutti del lavoro condotto sul ghiaccio da Luca Cereda non fanno altro che confermare la bontà della sterzata decisa dopo l’ultima disastrosa annata.
Poco meno di un anno fa questo stesso editoriale ruotava infatti attorno all’amarezza di aver sprecato un intero anno sportivo, perché dalla stagione firmata Kossmann e Dwyer poco – se non nulla – di positivo si sarebbe potuto conservare per costruire il futuro.
Nonostante la salvezza, playout e spareggio avevano visto il club toccare il fondo, rendendo (perlomeno) chiara la necessità di compiere alcune drastiche decisioni… Basti pensare che della rosa che era stata costretta allo spareggio contro il Langenthal, al massimo una decina di elementi saranno ancora in biancoblù all’ingaggio di debutto del prossimo campionato.
Un anno dopo l’Ambrì si ritrova ancora nei playout, con la probabile prospettiva di giocare la serie tra le ultime due della classe, e l’eventualità di dover affrontare un nuovo spareggio. Eppure tutto è diverso, perchè i leventinesi non stanno più arrancando ma bensì costruendo, ed anche se si è solo alle fondamenta la solidità del progetto è già tangibile.
Un esempio? Nell’ultima regular season l’Ambrì Piotta è stata la squadra ad aver dato più spazio in assoluto a giocatori al di sotto dei 24 anni di età (quasi il 50% dei TOI complessivo), e la tendenza è destinata ad aumentare nella prossima stagione.
I giovani hanno colto al volo l’opportunità, a partire da Michael Fora, capace di alzare in maniera importante il suo livello di gioco dopo un torneo 2016/17 contraddistinto da pochi alti e diversi bassi. A 22 anni ha saputo superare la media del mezzo punto a partita (27 in 50 incontri, quasi il doppio dei due precedenti campionati messi assieme) ed essere quel leader che ci si auspicava in agosto, compito questo tutt’altro che scontato.
Zwerger ha invece incredibilmente conteso il casco di Top Scorer a D’Agostini sino all’ultima partita, ottenendo un bottino di 40 punti che sta passando un po’ in sordina, ma che lo rende il terzo miglior marcatore svizzero del campionato, il settimo in termini di punti a partita (0.8) tra i giocatori che hanno disputato almeno la metà delle sfide del torneo. L’unico giocatore U24 ad aver tenuto il suo ritmo tra quelli alla prima esperienza in NLA? Dominik Kubalik.
L’Ambrì ha così chiuso con quattro giocatori nella Top Ten dei marcatori U24 nell’intera lega, numero che nessun altro club può vantare nemmeno considerando le prime venti posizioni.
La direzione è chiara, anche e soprattutto in vista della prossima stagione. I sei giocatori più “vecchi” attualmente in rosa sembrano destinati alla partenza (Taffe 37 anni, Ngoy 36, Monnet 35, Gautschi 35, Guggisberg 33, Collenberg 32), e ad oggi solamente tre elementi sopra i 30 anni hanno la sicurezza di essere presenti nella rosa 2018/19: D’Agostini (31), Plastino (32) e Manzato (34).
Tutti gli acquisti di movimento sono sotto questa soglia, ovvero Kienzle (29), Fischer (27), Guerra (24), Kneubuehler (21) e Rohrbach (19). Se dovessero concretizzarsi, anche gli arrivi di Hofer (27) e Pestoni (26) rispetterebbero questa linea.
Sul fronte della uscite, quella di Zgraggen (24) fa male perché arrivata proprio nel momento in cui il difensore ha saputo alzare il proprio livello, mentre l’addio di Lhotak (24) rientra nella logica delle cose viste le difficoltà incontrate negli ultimi due anni.
L’Ambrì punta però su valori precisi, come personalità, sacrificio ed identità, ed anche in questo senso le operazioni effettuate sposano la visione.
Kienzle ha uno spiccato carattere che tutto conosciamo, mentre il ritorno di Guerra e gli arrivi di Manuele Celio come direttore del settore giovanile e Rotislav Cada in qualità di coach degli élite remano anch’essi in questa direzione… Direzione che Luca Cereda ha tracciato sin dall’inizio, a partire da quella classifica dei tiri bloccati appesa in spogliatoio sino ad arrivare ad un sistema di gioco che non contempla scorciatoie.
All’Ambrì Piotta ora non resta che chiudere il cerchio di questo “anno zero”, conquistando la salvezza il più velocemente possibile, come da obiettivo dichiarato. Il compito non è sicuramente tra i più semplici – Losanna difficile da raggiungere, Kloten non scontato da battere in una serie, Rapperswil insidiosissimo in un eventuale spareggio – ma una volta portato a termine permetterà di guardare ad una prossima stagione che si preannuncia sin da ora intrigante.
Portieri, difensori e ali offensive sembrano tematiche già a buon punto – se non archiviate – mentre rimane da colmare quella che è la più grande lacuna della rosa attuale, ovvero i centri. Considerata scontata la partenza di Taffe e ancora da definire il futuro di Emmerton, ad oggi Müller, Kostner, Goi ed eventualmente Kneubuehler sono gli unici centri già sotto contratto, e nessun di loro ha superato il 43% agli ingaggi in questa stagione. Sarà interessante vedere quali risposte arriveranno dal mercato in questo senso.
Per ritornare su questa ed altre questioni ci sarà però tempo in futuro. Ora è il momento di restare concentrati sul presente, pur rendendosi conto che il domani fa un po’ meno paura rispetto ad un anno fa.
L’Ambrì arriva ai playout come squadra più in forma del campionato (sei vittorie nelle ultime otto partite, come lo Zugo), ora si tratta di mettere un punto esclamativo su quando fatto negli ultimi 325 giorni. Per poi ripartire, il lavoro è appena cominciato.