ZUGO – AMBRÌ
5-3
(2-2, 3-1, 0-0)
Reti: 7’04 McIntyre (Alatalo) 1-0, 9’28 Kostner (Zwerger) 1-1, 10’05 Klingberg (Roe, Martschini) 2-1, 19’14 Emmerton (D’Agostini) 2-2, 26’47 Diem (Grossmann, Senteler) 3-2, 29’57 Suri (McIntyre) 4-2, 34’14 Stalberg (Lammer, Roe) 5-2, 36’17 Zwerger (D’Agostini) 5-3
Note: Bossard Arena, 7’125 spettatori. Arbitri Dipietro, Koch; Kovacs, Küng
Penalità: Zugo 2×2′, Ambrì 6×2′
ZUGO – Anche stavolta, nulla da fare. Lo Zugo si è confermato essere la vera e propria bestia nera di questo Ambrì Piotta, che dopo cinque partite è ancora in attesa di raccogliere il primo punticino nel “derby del Gottardo”, opportunità che si presenterà per l’ultima volta lunedì sera alla Valascia.
I ragazzi di Luca Cereda sono però apparsi solamente a (brevi) tratti in grado di infastidire davvero la seconda in classifica, priva di capitan Raphael Diaz ma capaci di gestire i ritmi della contesa e di far prevalere la propria superiorità tecnica apparentemente senza forzare più di quel tanto.
Dal canto loro i leventinesi ci hanno messo un po’ a carburare – sostanzialmente tutto il primo periodo – ed hanno evidenziato la giusta intensità nei primi cinque minuti del tempo centrale, quando sembrava che gli ospiti potessero costruire qualcosa di interessante su un primo tempo finito con un positivo parziale di 2-2.
Alle reti di McIntyre (stupenda apertura di Alatalo) e Klingberg (deviazione) avevano infatti risposto prima Kostner e poi Emmerton, autori di due pregevoli realizzazioni e con in particolare il canadese capace di segnare un gol davvero spettacolare.
Da apprezzare in quello spezzone anche l’assist di D’Agostini che, ritrovato il casco di Top Scorer, ha fornito una prova di sostanza ma anche di grandissima qualità. Bello vederlo velocizzare oppure rallentare il gioco a piacimento, abilità che nella squadra di Cereda in pochissimi hanno.
In questo senso l’assenza per squalifica di Kubalik si è fatta sentire, ed infatti il secondo blocco non è stato capace – comprensibilmente – di avere lo stesso impatto rispetto alle ultime uscite. Cereda ha inoltre dovuto mischiare le sue carte già nel primo minuto a causa dell’infortunio occorso a Noele Trisconi, episodio a cui il coach ha reagito portando Incir in quarta linea ed il 13esimo attaccante Monnet in seconda.
L’Ambrì ha però continuato a lasciare troppo spazio allo Zugo, che quando ha ghiaccio è capace di costringere gli avversari all’angolo per diversi cambi consecutivi. Nonostante un inizio di periodo centrale molto promettente, ai padroni di casa è bastato un gol ad essere onesti un po’ casuale per girare seccamente il momentum della sfida, ed il risultato sono stati i tre puck messi alle spalle di Karhunen nel giro di otto minuti.
Il portiere finlandese è tornato a giocare dopo un mese dall’ultima uscita e nell’occasione non è apparso particolarmente brillante, anche se era improbabile pensare di rivederlo immediatamente ai migliori livelli. L’ex KHL ha però avuto il pregio di resistere in quel frangente (dopo il quinto gol locale) in cui i suoi compagni erano in totale balia degli avversari, permettendo lo sviluppo di quel contropiede orchestrato da D’Agostini e finalizzato da Zwerger, che ha ridato vigore ad una partita che sembrava già segnata.
Di fatto però è stato così, visto che nell’ultima frazione di gioco l’Ambrì Piotta ha impensierito Tobias Stephan solamente grazie ad una veloce ripartenza di Incir… Troppo poco per cercare di rimettere in dubbio il risultato, soprattutto considerando le quattro penalità minori rimediate nel terzo tempo, che hanno oltremodo appiattito in favore dello Zugo il ritmo della sfida.
I biancoblù saranno ora chiamati a scendere in pista per la 50esima volta lunedì sera, per una sfida da cui lo Zugo non avrà più nulla da chiedere, mentre per l’Ambrì Piotta potrebbe rappresentare una ghiotta occasione per ottenere tre punti interessanti in vista del girone di playout. Stalberg e compagni avranno già la testa ai playoff, ma per imporsi servirà la giusta intensità, questa volta dal primo all’ultimo minuto.
IL PROTAGONISTA
David McIntyre: In assenza di capitan Diaz è stato lui a portare la “C” sul petto, ed il canadese anche sabato sera ha mostrato di saper essere uno dei veri leader di questa squadra.
Contribuisce alla causa dei suoi con una prestazione a tutta pista, caratterizzata da un gol e un assist, e da quasi il 70% di ingaggi vinti. La sua linea con Klingberg e Suri è tanto letale quanto il primo blocco e raramente l’Ambrì Piotta ha trovato i giusti argomenti per arginare il suo incedere.