LUGANO – I volti sono scuri tra i corridoi della Resega, in pochi hanno voglia di parlare dopo la scialba prova del Lugano che si è fatto mettere sotto per 7-2 in casa propria dal Kloten, fanalino di coda del campionato.
Andare alla pausa per i Giochi Olimpici con questo fardello sul groppone non è stato un grande affare per il Lugano e il capitano bianconero Alessandro Chiesa non gira troppo attorno al nocciolo della faccenda: “È stata una prova inaccettabile, sotto ogni punto di vista, non abbiamo messo alcuna emozione”.
Alessandro Chiesa da par suo punta il dito in particolare alle reti subite in quel box play in 3 contro 5, sfruttato in maniera micidiale dal Kloten, da lì via il Lugano si è spento completamente: “Quelle due reti ci hanno mandato completamente nel pallone e non siamo più riusciti a trarre forza dal nostro gruppo. Questo ci fa molto male, non possiamo accettare di perdere così”.
Il Lugano è passato in questo periodo dalle vittorie convincenti contro Zugo e Berna a queste prestazioni contro Bienne e Kloten, la costanza rimane sempre il grosso difetto di questa squadra: “Siamo riusciti anche a vincere a Davos giocando con un solo straniero, proponendo una gara di sacrificio e compattezza, dove tutti dal primo all’ultimo hanno mostrato la giusta attitudine per vincere in qualunque situazione. Non so da cosa dipenda questo rendimento altalenante, di sicuro tra venerdì e sabato abbiamo mostrato supponenza, credendo di poter vincere semplicemente con le belle giocate, ma a questo stadio della stagione è inaccettabile proporsi in questa maniera”.
Il fatto che il Lugano contro l’ultima in classifica abbia subito così tanto in stagione è un altro dato che salta all’occhio, ma la questione ora riguarda solo il presente: “Non voglio guardarmi indietro – continua Chiesa – e mi concentro solo sulla gara di sabato, dato che faccio già fatica a digerirla. Rischio di ripetermi ma le sensazioni che provo ora sono queste, sono arrabbiato perché siamo partiti già battuti e non abbiamo mostrato la minima reazione, un segno di orgoglio. È ora che la facciamo finita con questi “up and down”, manca poco ai playoff e dobbiamo mettercelo in testa”.
Dopo il periodo di crisi tra dicembre e gennaio, quel faccia a faccia nello spogliatoio sembrava aver risolto le cose, oggi però il Lugano sembra quasi rimettere piede in quel periodo con delle prestazioni preoccupanti: “No, non cambia nulla – chiosa il capitano – abbiamo comunque fatto una bella prova a Davos, reagendo alla sconfitta contro il Friborgo. Sinceramente non so spiegarmi la sconfitta contro il Kloten, troppi errori banali e continui, nessuna concentrazione, così è impossibile pensare di vincere una partita”.
Certo è che andare alla pausa con un peso simile non fa mai bene, il difensore bianconero cerca di andare avanti conscio che le cose ormai sono fatte: “Ciò che è fatto è fatto, trasformiamo questa frustrazione in energia positiva per lavorare duramente durante le prossime settimane e farci trovare finalmente pronti ai giochi che contano”.
Parole di chiusura affidate a coach Greg Ireland, scuro in volto, anche se più compassato rispetto alla famosa sfuriata di Friborgo: “Sono più deluso che arrabbiato, con tutti, anche con me stesso perché non sono riuscito a preparare la squadra a questa partita. Siamo stati troppo passivi e “soft” nei contrasti, non ho visto alcuna emozione in pista e questo è ciò che mi fa più male. Solo la linea di Morini ha disputato una prova accettabile, per il resto parlerò direttamente con la squadra, oggi quello che dirò ai giocatori resterà solo dentro lo spogliatoio”.