Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Il processo, quello vero
Era poco più di un anno fa che Gordie Dwyer insisteva con il suo concetto di “processus”, idea a cui conferiva importanza sino all’eccesso, incurante della serie di sconfitte inanellate dalla sua squadra. I tifosi, preoccupati, con il passare delle settimane sono arrivati ad odiare il termine, che è però tornato d’attualità dopo le prestazioni più recenti dell’Ambrì. Questa è però un’altra squadra, guidata da un altro allenatore, e con la sicurezza – pur non matematica – di dover affrontare il Kloten nella finale di playout, il “processo” di crescita è tutto ciò che conta per i biancoblù. Questa è stata invero la base di tutta la stagione, in cui il focus è stato messo sullo riuscire a fare dei passi avanti, passi che a differenza di altre annate sono stati concreti, e ora necessari per arrivare al climax della stagione nella miglior condizione possibile.
Nessun dorma, in pista c’è Cory
Emmerton è tornato a giocare nel corso del passato weekend, giusto in tempo per mettere a referto un assist nella sfida di Berna, che gli ha permesso di essere il primo giocatore in squadra ad aver ottenuto almeno un punto contro tutte le 11 avversarie di NLA. Nessun prigioniero per il canadese, dunque, che è stato alla base di almeno un dispiacere contro qualsiasi avversaria. Ad un totale di quattro giocatori manca invece solamente una “tacca” nel proprio personale album: a D’Agostini manca un punto contro lo Zurigo, a Zgraggen contro il Berna, a Plastino con il Ginevra e a Zwerger contro il Friborgo… Per i primi due non ci sarà però più nulla da fare, visto che i prossimi match contro ZSC Lions e orsi saranno in calendario nel campionato 2018/19.
Caldo, non più caldissimo
Si è interrotta alla PostFinance Arena di Berna la “point streak” di Marco Müller, che era riuscito a finire sul tabellino addirittura per sei partite consecutive, prima di aver mancato l’appuntamento con almeno un punto nella tana degli orsi. Il ruolino di marcia rimane comunque di quelli impressionanti per il 24enne, tant’è che in stagione solamente Kubalik è riuscito a fare altrettanto, con il ceco che aveva anzi marcato punti per sei match consecutivi dal 18 novembre al 2 dicembre. La costanza di Müller da oltre due mesi è comunque di quelle da applausi, con 17 punti messi a referto nelle ultime 19 partite!
Quarto giro di boa, diamo i numeri
Mai come quest’anno le statistiche rischiano di valere poco o niente in casa Ambrì Piotta, perchè rispetto al passato si sta lavorando con alla base una nuova filosofia, che nulla ha da spartire con le sfortunate recenti annate. Per pura curiosità, però, arrivati a quota 44 incontri (non sono però stati ancora affrontati tutti gli avversari 4 volte) è possibile fare un parallelismo con lo scorso campionato. Si scopre dunque che l’Ambrì ha ottenuto 14 vittorie e 30 sconfitte, contro i 16 successi e 28 KO del torneo passato. Il totale dei punti è passato da 44 a 43, a risultato di 7 reti segnate in più (113 invece di 106) e 151 gol incassati rispetto ai 141 dell’annata 2016/17. Diminuita anche la percentuale delle reti firmate dagli stranieri dal 37.74% al 35.40%. Non è invece cambiata la posizione in classifica.
Quando il troppo stroppia
Uno degli aspetti fondamentali quando si affronta avversari di caratura maggiore, è quello di conoscere il meglio possibile chi si ha di fronte, così da poter sfruttare eventuali debolezze e ridurre al minimo la possibilità di farsi sorprendere. Quando però questa conoscenza si trasforma in soggezione o eccessivo rispetto, ecco che nascono i problemi. È questo ciò che è successo sabato sera nei primi due tempi all’Ambrì Piotta, quando i biancoblù hanno avuto eccessivo rispetto per l’avversario, finendo velocemente relegati al ruolo di comparsa. Per riportare al giusto livello la carica agonistica ci è dunque voluta una strigliata di Cereda durante un timeout, che ha finito per avere l’effetto desiderato. Lezione imparata?
Non sai segnare? Ti insegniamo noi
Che un attacco come quello del Lugano ogni tanto si inceppi lo ha già dimostrato diverse volte durante l’infausto mese e mezzo di difficoltà della squadra bianconera e, anche se ora il peggio sembra definitivamente alle spalle, a tutti capita ancora qualche passo falso. A Friborgo Hofmann e compagni hanno infatti fatto una fatica enorme per crearsi occasioni da rete, tanto che i padroni di casa hanno dovuto mostrargli la via. Un regalo di Brust a Brunner non è servito per rilanciare la squadra di Ireland, allora Cervenka ha pensato bene di infilare la propria porta sguarnita per meglio indicare la strada agli avversari. Il Friborgo ci ha messo tutta la buona volontà, anche per aiutare il Lugano, ma i bianconeri proprio non ci sono arrivati.
Emerson non ancora…Fittipaldi
Arrivato alla Resega in sostituzione di Linus Klasen, Emerson Etem ha disputato finora 4 partite con la maglia bianconera, debuttando a Losanna ottenendo quindi tre vittorie e una sconfitta. Forse il buon ruolino di marcia ritrovato dal Lugano ha nascosto un po’ la lenta carburazione di Etem che, nelle sue prime parole in Ticino, si descrisse come un giocatore che basa il suo gioco sulla velocità. Forse anche lo statunitense è rimasto sorpreso dalla velocità del campionato svizzero e nonostante qualche buon numero con le mani non è ancora riuscito a trovare la marcia giusta. Se vorrà essere accostato per nome al brasiliano campione di automobilismo (“Velocità è essere davanti a tutti”) il numero 11 dovrà mangiare ancora un bel po’ di chilometri in allenamento, perché le gomme sono ancora fredde per l’impegnativo asfalto svizzero.
Cunti chi?
Julian Walker, si sa, è uno dei migliori forechecker del Lugano, dotato di grande cuore, capienti polmoni e muscoli d’acciaio, tutto al servizio dei compagni. A volte il numero 91 sembra aver un po’ troppa fiducia nelle sue mani, decisamente più ruvide di molti suoi compagni “fiorettisti”, infatti spesso il bianconero si perde in qualche finta improbabile o in controlli del disco fuori portata, ma a volte ad insistere si ha la meglio sulle proprie lacune. Come in occasione della vittoria sul Berna, quando stava per perdere il disco in una zona pericolosa per una ripartenza degli orsi e invece si è inventato un passaggio in mezzo alle gambe “no look” a tagliare tutto lo slot per l’accorrente Riva, freddo nell’insaccare il 3-0 per i suoi. Anche gli “operai” a volte trovano il coniglio nel proprio cilindro (o casco da muratore).
Le due facce della medaglia
Lo aveva detto durante la partecipazione alla Coppa Spengler, vestire la maglia della Nazionale è bello per tutti, ma l’obiettivo che contava veramente era uno solo: il biglietto per la Corea del Sud. Deve aver logicamente ingoiato un’amara delusione, Gregory Hofmann, quando non ha visto il suo nome sulla lista dei selezionati da Patrick Fischer, soprattutto dopo l’ottima impressione destata nel torneo grigionese e dopo il suo strepitoso autunno. Lo sport però riserva sorprese, e dove c’è l’amarezza di un Joel Vermin costretto a dare forfait per infortunio, c’è la gioia di un Hofmann ripescato in sua sostituzione e se dalla parte dello sfortunatissimo vodese si vede il lato crudele dello sport a pochi giorni dall’inizio dei Giochi Olimpici Invernali, per il bianconero si apre l’occasione che aspettava per i giochi che contano veramente.
Classe 92
No, non è l’anno di nascita (almeno, non per tutti) ma il 92 è la cifra che si riferisce alla percentuale di parate di ben 8 portieri del campionato, tanto per mettere in evidenza l’equilibrio che regna non solo tra le squadre ma anche tra molti giocatori. Tra questi portieri dalla media quasi perfettamente uguale – dal primo, Stephan, al sesto, Hiller, c’è una differenza del 0,7% – ci sono anche i due bianconeri, con addirittura Manzato davanti a Merzlikins con il 92,92% contro il 92,33% del lettone. Che dire, una classe di ferro…