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Lugano

Big match al Lugano, Zugo battuto e raggiunto in classifica

I bianconeri sono tornati a mostrare il lato migliore con una partita tutto cuore e sacrificio. Decide il gol di Capitan Chiesa, spettacolare shutout per Merzlikins

Big match al Lugano, Zugo battuto e raggiunto in classifica

LUGANO – ZUGO

1-0

(1-0, 0-0, 0-0)

Rete: 4’34 Chiesa (Bertaggia, Lapierre) 1-0

Note: Resega, 5’763 spettatori. Arbitri Wehrli, Wiegand; Bürgi, Progin
Penalità: Lugano 4×2′, Zugo 6×2′

LUGANO – “Quando torneremo a sacrificarci, torneranno le vittorie pesanti”. Queste le parole, non molto sorprendenti né magiche, pronunciate in coro dai bianconeri qualche settimana fa, in pieno periodo nero. E ora le vittorie pesanti sono tornate a fare capolino alla terza sirena della Resega, mai così gioiosa ed esultante al 60imo da mesi a questa parte ormai.

La vittoria contro lo Zugo, che la sera prima aveva passeggiato allegramente sull’Ambrì Piotta alla Bossard Arena, ha il sapore di quelle vittorie ottenute in autunno contro Berna, ZSC Lions e Davos, quelle vittorie ottenute con il sudore, quello “dolce”, con la voglia di sacrificarsi per volersi rivedere squadra in tutto e per tutto.

Il Lugano, imperfetto e incompleto (sempre senza l’ammalato Fazzini, Klasen, Sannitz e Ulmer) ha dimostrato che se c’è da soffrire e pagarne il prezzo è di nuovo disposto a farlo, dopo quel periodo di “pausa” accusato fino alla vittoria ottenuta contro il Ginevra e, nonostante le assenze, un gioco seppure incostante si è tornati ad ammirarlo, soprattutto in fase offensiva.

È infatti nella fase di recupero e rilancio che i bianconeri hanno trovato le maggiori difficoltà, frenati da un forecheck pazzesco da parte dello Zugo, tremendamente fisico e arcigno, per nulla disposto a mollare di un centimetro le caviglie di Hofmann e compagni.

Queste gabbie strette hanno spesso impedito al Lugano di sganciarsi in azioni ariose per controllare il disco nel terzo offensivo, con gli attaccanti più veloci in pattinaggio ed esecuzione però capaci di belle ripartenze e combinazioni anche spettacolari, con Cunti – ma tutta la sua linea, completata da Romanenghi e Bürgler è in palla – in uno stato di forma straripante, capace di magie ad ogni cambio.

Non è quindi un caso se è stata la velocità, quella di Bertaggia, a propiziare l’unica rete dell’incontro, con Chiesa nelle vesti di rifinitore – non molto fine per la verità, ma efficacissimo – inaspettato.

A sostenere tutto questo lavoro Elvis Merzlikins, autore di uno splendido shutout, con parate spettacolari ed efficaci, mostrando una facilità disarmante su certi interventi. Davanti a lui il lavoro dei compagni a bloccare tiri – 10, ma ne ha dovuti bloccare 13 anche lo Zugo, a prova dell’intensità dell’incontro – con Holden che si è visto stoppare l’ultimo tentativo a botta quasi sicura praticamente al 60′ dal generosissimo Etem, sdraiatosi sul ghiaccio a protezione del risultato.

L’americano ha mostrato anche lui questa propensione al sacrificio e al forecheck, denotando una bella crescita soprattutto dal secondo tempo, quando il ritmo si è alzato esponenzialmente, con alcune combinazioni in velocità molto pericolose.

Ha sofferto molto il Lugano sul possesso del disco dello Zugo, ma ad aver la meglio è stato il cuore dei bianconeri, inizialmente non sempre collegato alla testa, ma con intelligenza i bianconeri sono spesso riusciti a far partire i tiri dello Zugo da posizioni sempre più defilate, proteggendo lo slot con i muscoli dei vari Vauclair, Furrer e Lajunen.

Il Lugano fa due affari in una partita, trova i tre punti per la terza volta consecutiva e raggiunge la squadra di Kreis al secondo posto, rilanciando di nuovo la spettacolare corsa alle posizioni dietro il Berna, avversario di venerdì prossimo alla Resega.

Per Hofmann e compagni sarà un’altra partita da giocare con il fuoco nelle vene e con molte borse del ghiaccio in panchina e negli spogliatoi, perché chi non soffre non vince queste partite, il Lugano lo sapeva ma aveva smesso di farlo. Ora sembrerebbe che quell’ombra nera sull’umore del gruppo abbia lasciato la Resega, i bianconeri non sono guariti completamente, ma la “garra” è tornata, senza di quella nulla può funzionare.


IL PROTAGONISTA

Elvis MerzlikinsSe Cunti è stato il cervello (d’artista) in movimento, Merzlikins è stato il baluardo estremo, quello che ha fatto ammattire gli attaccanti dello Zugo soprattutto nel terzo tempo quando i Tori hanno cominciato a spingere alla ricerca del pareggio.

Interventi spettacolari e precisi, puntuali e mai un momento di insicurezza, forse la migliore prestazione della stagione assieme alla vittoria per 2-0 contro il Berna di mesi fa.


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HIGHLIGHTS

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