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Ambrì Piotta

Per l’Ambrì è una sconfitta che fa male, primo tempo inaccettabile

I biancoblù vanno sotto di tre reti in 10 minuti, ma riescono a girare la sfida. Costa però cara una penalità di Kubalik, la doccia fredda arriva a 15” dal termine

Per l’Ambrì è una sconfitta che fa male, primo tempo inaccettabile

LOSANNA – AMBRÌ

6-4

(3-1, 0-2, 3-1)

Reti: 1’23 Danielsson (Jeffrey, Vermin) 1-0, 10’33 Pesonen (Junland) 2-0, 10’55 Jeffrey (Vermin, Danielsson) 3-0, 18’59 Plastino (D’Agostini) 3-1, 27’28 Bianchi 3-2, 30’44 Fora (Kubalik, Müller) 3-3, 46’23 Zwerger (Collenberg) 3-4, 49’13 Mieville (Genazzi) 4-4, 59’45 Genazzi 5-4, 59’59 Vermin (Danielsson, Junland) 6-4

Note: Malley 2.0, 6’060 spettatori. Arbitri Tscherrig, Vinnerborg; Borga, Progin
Penalità: Losanna 3×2′, Ambrì 6×2′

LOSANNA – Questa è una sconfitta che fa malissimo all’Ambrì Piotta, più di qualsiasi altra sino ad ora. I biancoblù sono usciti a capo chino da Malley dopo essersi resi protagonisti di un’insospettabile rimonta, e quando Zwerger ha inventato quel gol a un quarto d’ora dalla terza sirena, riuscire ad ottenere un risultato utile era praticamente imperativo.

Nel finale però la squadra di Cereda ha pagato una serie di imperdonabili errori, innescati da una penalità ingenua ed evitabile sul fronte offensivo di Kubalik, per poi sfociare nel gol decisivo di Genazzi, una doccia gelata al termine di una sfida in cui l’Ambrì è stato capace del meglio come del peggio.

Il primo tempo è infatti stato probabilmente il peggiore dell’intero campionato, con gli ospiti ad inseguire sistematicamente il disco ed un Losanna che andava al doppio della velocità. Conseguenza quasi logica sono state le tre segnature incassate nel brevissimo volgere di dieci minuti, nate da una serie impressionante di errori in uscita del terzo e in zona neutra, senza dimenticare una copertura dello slot talmente molle da segnare la fine della serata di Conz (incolpevole) dopo appena 11 minuti.

Fortunatamente l’Ambrì è riuscito a trarre il massimo dall’unica occasione offensiva del primo tempo, trovando il gol in powerplay con Plastino, che ha consegnato ai suoi compagni un 3-1 che alla prima pausa era quasi un lusso.

Tutto è però cambiato alla ripresa del gioco. Dopo 20 minuti in cui alla squadra di Cereda erano mancati tutti gli elementi fondamentali del proprio sistema, i leventinesi hanno ritrovato loro stessi e sono riusciti ad approfittare di un Losanna un po’ appagato, e che non aveva percepito il campanello d’allarme rappresentato dalla segnatura di Plastino.

Nei primi cinque minuti l’Ambrì si è così costruito più opportunità da rete rispetto all’intero periodo iniziale, con i vari Emmerton, Goi e Lhotak ad impensierire uno Zurkirchen mai apparso realmente sicuro. Il giusto atteggiamento si è velocemente trasformato nella bella rete in shorthand di Bianchi, seguita dalla botta in superiorità numerica di capitan Fora che ha definitivamente cambiato i connotati della sfida. Fondamentale è poi stato condurre in porto il 3-3 alla pausa, con i biancoblù bravi a superare indenni un boxplay nel finale.

Nonostante l’euforia, dopo la seconda pausa il momentum della sfida si è “resettato”. Gli uomini di Sarault sono tornati in pista decisi a riprendere il controllo, ma quelli di Cereda si sono fatti trovare pronti e stavolta si sono difesi con ordine, mostrando che la disorganizzazione totale dell’inizio gara era stata frutto di un approccio mal riuscito.

Il gol di Zwerger dopo 6’23 sembrava aver indirizzato la sfida sui binari ideali, ma lasciare libero di sparare dalla media distanza Mieville si è rivelata essere una pessima idea, questo nonostante il vodese non segnasse dallo scorso mese di marzo.

Nel finale di partita la penalità di Kubalik – invisibile se non per qualche “fiammata”, su tutte la stupenda apertura per Müller che poteva sfociare nel gol decisivo – ha fatto emergere i limiti strutturali dell’Ambrì, che al centro sembra pagare sempre di più la presenza di un solo giocatore straniero (per giunta lontano dalla sua forma migliore).

I troppi ingaggi persi in quel boxplay ad un minuto dal termine hanno finito – ma è la logica delle cose – per fare malissimo, con Genazzi ad infilare Descloux a soli 15 secondi dalla terza sirena. Una grande delusione, che andrà immediatamente trasformata in una convinta reazione sabato sera contro gli ZSC Lions.

Se da un lato un risultato utile è infatti sfuggito per una manciata di secondi, dall’altro non va dimenticato un primo periodo inaccettabile, il peggiore della stagione e che ha ricordato a tutti le conseguenze del non seguire alla lettera i dettami di Cereda.

C’è poi un campanello d’allarme la cui intensità sembra salire sempre di più da alcune partite a questa parte, con l’esuberante vittoria di Davos che è stata seguita da tre prove in cui non si è più realmente visto quell’Ambrì “ruvido” e dal forecheck asfissiante di inizio campionato.

O forse lo si è visto in parte, ma con prestazioni a metà questo Ambrì sa di non poter andare lontano.


IL PROTAGONISTA

Dominik KubalikLo svolgersi rocambolesco degli eventi impone purtroppo di andare ad individuare il giocatore che ha provocato il crudele epilogo della sfida, ed il dito va in questo caso puntato verso l’attaccante ceco.

Il suo fallo in zona offensiva a un minuto dalla fine è stato inutile ed evitabile, ed è arrivato al termine di una prestazione piuttosto anonima, se non per un paio di lampi di genio che però in un contesto come quello biancoblù non possono bastare.


HIGHLIGHTS

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