DAVOS – AMBRÌ
2-7
(2-2, 0-2, 0-3)
Reti: 1’42 Lhotak (Kubalik, Fora) 0-1, 4’28 Bianchi (Ngoy) 0-2, 10’57 Corvi (Ambühl, Nygren) 1-2, 17’07 Heldner 2-2, 20’56 Müller (Kubalik) 2-3, 22’51 Kubalik (D’Agostini, Zgraggen) 2-4, 45’56 Incir (Müller) 2-5, 49’17 D’Agostini (Plastino) 2-6, 49’38 Kubalik (Fora, Zwerger) 2-7
Note: Vaillant Arena, 4’963 spettatori. Arbitri Massy, Wiegand; Castelli, Kovacs
Penalità: Davos 6×2′, Ambrì 5×2′
DAVOS – La Vaillant Arena non è stata propriamente teatro di molte soddisfazioni per l’Ambrì Piotta nel recente passato, ma venerdì i biancoblù hanno vissuto una meritata serata di gloria, costruita con la giusta attitudine, versando più sudore degli avversari e potendo contare su un killer instinct praticamente ineccepibile.
La squadra di Cereda è infatti stata bravissima a colpire il Davos in ognuno dei tre inizi di periodo, costringendo sistematicamente i grigionesi a rincorrere e gestendo poi ottimamente le loro fiammate, arrivate prevalentemente in powerplay oppure a risultato di qualche iniziativa individuale, ma mai con veri momenti di pressione davanti a Conz.
Non si venga però ingannati dal roboante risultato finale di 7-2. Il match è stato tutt’altro che semplice per i leventinesi, ed il successo non è la conseguenza di una serataccia del Davos ma il premio per aver gestito con successo alcune delle fasi chiave della contesa, ed essersi saputi riprendere da un primo tempo in cui erano emerse alcune tendenze che potevano essere pericolose.
Fora e compagni si sono infatti ritrovati in vantaggio per 2-0 ancor prima che la partita potesse entrare nel vivo – i primi cinque minuti sono stati caratterizzati da due penalità e dalle reti di Lhotak e Bianchi – e questo paradossalmente ha portato ad alcune fasi in cui i biancoblù si sono fatti trovare impreparati.
Il gol di Corvi ne è stato l’apice, con l’attaccante gialloblù ad infilarsi tra la statica difesa ospite, ed in generale la partita ha iniziato ad aprirsi sicuramente più di quanto l’Ambrì non volesse in quel momento. Incassato il 2-2 e con un boxplay da affrontare negli ultimi minuti del primo tempo, è probabilmente in quel frangente che i biancoblù hanno davvero vinto la loro partita, superando indenni la fase di inferiorità e scrollandosi di dosso una certa frustrazione nata da una bastonata non sanzionata di Ambühl a Bianchi.
Alla ripresa del gioco ha poi iniziato il suo show personale Dominik Kubalik, già brillante sull’appoggio che aveva permesso a Lhotak di aprire le danze, ma da quel momento illustratosi come un giocatore di classe decisamente superiore. Il ceco ha mostrato una visione di gioco, un tiro ed una velocità d’esecuzione di un’altra categoria, e questo gli ha permesso di sbloccarsi ed ottenere complessivamente due gol e due assist, per la gioia di un pubblico biancoblù che sta mostrando un entusiasmo nei suoi confronti che non si vedeva da anni.
L’Ambrì Piotta ha così velocemente ritrovato il doppio vantaggio, e questa volta ha dimostrato di aver imparato la lezione lasciata in eredità dai primi venti minuti, quando le fiammate iniziali non erano state seguite dalla necessaria compattezza. I leventinesi hanno iniziato ad accorciare gli spazi tra i reparti, hanno evitato i cambi lunghi e ridotto gli errori strutturali, concedendo davvero pochi tiri pericolosi ad un Davos che non è nemmeno più riuscito ad usare la sua classica arma delle velocissime transizioni.
La squadra di Del Curto ha poi invero un po’ deluso nell’ultima frazione, iniziata con il primo (e bellissimo) gol nella massima categoria di Patrick Incir, che ha praticamente chiuso ogni discussione. Da lì alla terza sirena i biancoblù hanno infatti controllato il gioco senza particolari difficoltà, arrotondando il risultato in powerplay grazie a due “sassate” di D’Agostini e Kubalik, a coronare un match giocato intelligentemente in crescendo.
Tatticamente brillante la gestione della sfida di Luca Cereda, che avrà ora il fondamentale compito di far passare il messaggio giusto ai suoi giocatori in vista del derby di sabato. Saranno infatti da evitare assolutamente i tranelli che un’ampia vittoria può nascondere, ed in questo senso le motivazioni proprie di un derby potrebbero essere un elemento importante per evitare una flessione emotiva.
Queste sono però semplici considerazioni per contestualizzare una vittoria bella e pulita, ma che come detto non è arrivata al termine di una partita semplice. Ottimo è stato l’impegno di tutti, praticamente assenti gli errori individuali, ed anche aver segnato tre reti in superiorità numerica (una a 5-contro-3) al miglior boxplay della lega è un segnale sicuramente positivo.
Di tempo per guardarsi allo specchio però non ce n’è, perchè dopo tre sconfitte consecutive il Lugano arriverà sicuramente alla Valascia deciso a ritornare sulla retta via. All’Ambrì il dovere di farsi trovare pronto.
IL PROTAGONISTA
Dominik Kubalik: Semplicemente di un’altra categoria. Dopo due partita “di ambientamento”, l’attaccante ceco ha mostrato di cosa è capace alla Vaillant Arena, dove è stato il giocatore più dominante con due reti e due assist.
Kubalik vanta un pacchetto tecnico ed un’esplosività di pattinaggio che gli permettono di spiccare rispetto agli altri giocatori in pista, ed i risultati non stanno tardando ad arrivare.