LUGANO – FRIBORGO
2-4
(2-0, 0-1, 0-3)
Reti: 5’33 Romanenghi (Morini, Wellinger) 1-0, 15’02 Sanguinetti (Klasen, Fazzini) 2-0, 27’43 Mottet (Bykov, Glauser) 2-1, 54’00 Mottet (Cervenka, Meunier) 2-2, 55’56 Stalder (Cervenka, Rossi) 2-3, 58’43 Schmutz 2-4
Note: Resega, 5’303 spettatori. Arbitri Koch, Prugger; Castelli, Kovacs
Penalità: Lugano 3×2′, Friborgo 4×2′ + 1×10′ (Rivera)
LUGANO – Prima o poi un passo falso lo fanno tutti. Nella serata in cui anche la capolista Berna va a mettere un piede in fallo a Zurigo sulla pista dei Lions, il Lugano non riesce ad approfittare della situazione per fare un passo avanti ed avvicinarsi agli orsi.
A rovinare i piani dei bianconeri, che alla Resega non perdevano da tempo immemore (26 settembre, Lugano-Zugo 2-4), è stato il Gottéron di Mark French, forza “nuova” che vuole incunearsi tra le Top 4 del campionato.
Un Friborgo che vive delle invenzioni di Cervenka e Birner e di un gioco tutto fisico e velocità, non certamente la massima espressione estetica dell’hockey (eufemismo) ma che martedì sera ha dato prova di efficacia. Un’efficacia trovata grazie alle reti “sporche”, quelle segnate da Stalder e Mottet, contro le occasioni sprecate con un po’ di vanità da parte dei bianconeri, vicini al gol in diverse occasioni ma perdutisi in inutili ricerche del tiro perfetto.
Questo bianconer pensiero deve essere nato dopo il primo tempo, giocato in maniera egregia e quasi “totalitaria” da parte dei ragazzi di Ireland, i quali hanno concesso un paio di occasioni in entrata di partita agli ospiti, salvo poi controllare il gioco per quasi 20 minuti portandosi su un meritato 2-0, con gol d’apertura di Romanenghi, al suo primo centro in National League.
Che il vantaggio di due reti sia una differenza ingannevole lo si è capito al primo sussulto dei friborghesi, con quel gran tiro di Mottet in pieno incrocio a togliere le classiche ragnatele dalla porta del rientrante Merzlikins.
Da quel momento il Lugano ha cominciato ad accusare il colpo, perdendosi in trame prevedibili, trovando buone occasioni solo carpendo il disco in zona neutra, sfruttando gli errori in costruzione di un Gottéron ricaricato ma tutt’altro che irreprensibile.
Con gli impulsi di Cervenka e Birner i bianconeri si sono un po’ spaccati nel mezzo, soffrendo parecchio sulla propria linea blu a causa delle entrate veloci degli ospiti, tenendoli comunque fino a quel momento piuttosto alla larga da Merzlikins grazie a un buon gioco fisico nello slot.
Il peggio infatti doveva ancora arrivare, e non molto inaspettatamente è arrivato in quel terzo tempo che il Lugano in stagione ha spesso usato per decidere le partite. Stavolta Chiesa e compagni in quel terzo tempo ci sono affondati, subendo eccessivamente la verve di un Friborgo rognoso e “ingiocabile”, patendo troppo contro un sistema di trappola in zona neutra dei bei tempi andati.
Apparsi anche un po’ a corto di fiato e solo dopo aver subito la rimonta del Friborgo (non senza polemiche per due interventi a dir poco dubbi su Lapierre e Fazzini giudicati corretti dagli arbitri) i bianconeri hanno ricominciato a dare sostanza e brio alla manovra alla ricerca del pareggio, ma trovando sulla propria strada un Waeber in grande spolvero e colpendo pure un palo con Hofmann.
Il Gottéron si è permesso così il lusso di battere il Lugano nel suo fortino, arrecando però una sconfitta che non ha praticamente conseguenze per Klasen e compagni, se non quella di vedere gli stessi burgundi avvicinarsi in classifica.
Dopo la pausa dedicata alla nazionale il Lugano è sembrato un po’ a corto di lucidità dopo un ottimo primo tempo, pagando una scarsa unione tra i reparti e un gioco fisico poco intelligente in zona neutra che ha lasciato troppo spazio agli ospiti, oltre a una protezione su Merzlikins sicuramente da rivedere.
Ora i bianconeri avranno la possibilità di ripartire in casa di un Bienne che sembra (appunto, sembra) rientrare nella crisi ma, ricordandoci di Kloten, sarà meglio che il Lugano diffidi delle crisi e aumenti la sua concentrazione.
IL PROTAGONISTA
Ludovic Waeber: Alzi la mano in casa friboghese chi sente la mancanza di Barry Brust. Forse solo i fotografi, ma squadra e i tifosi possono essere ben felici di vedere le prestazioni di questo talento.
Alla Resega il giovane Nazionale U20 ha dato prova di grande sicurezza e personalità, giocando all’altezza del suo dirimpettaio Merzlikins, bloccando quello che c’era da bloccare per permettere la rimonta ai suoi compagni. Chapeu.
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