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Lugano

Il Lugano non si ferma, Ilfis espugnata con brivido finale

Partita non brillante ma pratica e concreta dei bianconeri, che nel finale hanno rischiato facendosi sorprendere due volte in pochi secondi

Il Lugano non si ferma, Ilfis espugnata con brivido finale

LANGNAU – LUGANO

2-4

(0-1, 0-1, 2-2)

Reti: 16’20 Lapierre (Sanguinetti) 0-1, 39’50 Fazzini (Lapierre, Klasen) 0-2, 41’09 Fazzini (Lajunen, Chiesa) 0-3, 54’24 Gagnon (Erkinjuntti, Koistinen) 1-3, 54’51 Albrecht (Dostoinov, Randegger) 2-3, 59’28 Walker (Lapierre, Ulmer) 2-4

Note: Ilfis, 6’000 spettatori. Arbitri Stricker, Urban; Gurtner, Küng
Penalità: Langnau 2×2′, Lugano 5×2′

LANGNAU – Con questa fanno 8 vittorie nelle ultime 10 gare, nelle quali il Lugano ha messo a segno 41 reti e ne ha subite 21. Solo vittorie da 3 punti, nessuna concessione di overtime e rigori a distribuire punticini alle contendenti, l’unica squadra a riuscire a tenere il passo – anche se a 5 punti di distanza – e di battere due volte su due il Berna capolista.

Questo è il ruolino di marcia del Lugano di Greg Ireland, che alla Ilfis di Langnau ha completato un altro fine settimana da 6 punti tondi tondi nonostante un brivido nel finale.

Nel segno di Fazzini, il “Top Gun” che continua a mietere vittime con i suoi tiri letali, i bianconeri sono usciti dalla pista dell’Emmenthal con un brivido lungo la schiena che ha fatto tremare un po’ tutti in quegli ultimi minuti, con la rete di Gagnon in power play, ma soprattutto con il rocambolesco e fortunato gol di Albrecht soli 5 secondi più tardi a riaprire improvvisamente una sfida che sembrava ormai chiusa.

Colpa di un paio di cambi un po’ “supponenti” da parte dei bianconeri, ma colpa anche del caso e della Dea Bendata che spesso cambiano le sorti di questo gioco, va detto con onestà. Sarebbe stato un peccato sprecare quel vantaggio di tre reti, perché se nei primi due tempi i bianconeri hanno lasciato l’iniziativa (sterile) ai padroni di casa, nel periodo conclusivo il mestiere, l’esperienza e il tasso tecnico stavano portando con una certa tranquillità la partita nelle casse dei ticinesi, bravi a usare la pazienza per arrivare al successo.

È pur vero che i Tigers hanno portato più pericoli a Manzato di quanto non abbiano fatto gli ospiti con Punnenovs nei primi 40 minuti, ma spesso gli attacchi di Elo e compagni erano frutto più di qualche errore individuale dei bianconeri e di qualche iniziativa personale, dato che a livello di manovra collettiva i ragazzi di Ehlers sono stati tenuti distanti dallo slot basso e “filtrati” a centro pista.

Non è stata una prova brillante da parte di Chiesa e banda, una già conosciuta prestazione post derby vinto, ma la qualità principale del Lugano è stata la pazienza, unita all’esperienza e alla concretezza.

Le note meno positive nel match disputato dal Lugano vengono invece dalla precisione nella manovra e nella velocità d’esecuzione, sempre indispensabile contro squadre di questo tipo, ma perlomeno il dosaggio delle forze è stato quello ideale. Buon dosaggio delle forze ma anche un‘ottima concretezza e una discreta solidità, armi con le quali i vari Fazzini, Lapierre e Walker hanno messo maggiormente in difficoltà i Tigers.

In una linea tutta fisico e pattinaggio completata dal numero 91 e da Sannitz, il centro canadese si è trovato decisamente a suo agio, aprendo spazi e smistando dischi ripuliti, oltre che trovando anche l’importante rete di apertura nel finale di primo tempo.

Una rete caduta in un momento importante, esattamente come il 2-0 di Fazzini al 39’50 e il 3-0 dello stesso numero 17 al 41′, a spegnere (momenti finali a parte) una possibile rimonta in entrata di periodo conclusivo.

Solo quel cambio che ha portato abbastanza casualmente il Langnau a ridosso dei bianconeri ha rischiato di rovinare una partita giocata con più furbizia che intensità, ma alla fine ciò che importa sono i 6 punti del weekend, tra i quali quelli del derby, e un Manzato che ha mostrato solidità nonostante uno stile “rivedibile” e i numerosi rebound concessi.

Ora arriva la pausa per la Nazionale, uno stop che chi viene da quattro vittorie consecutive non vorrebbe mai trovarsi davanti, ma poterci arrivare con questa velocità di crociera è comunque piacevole.


IL PROTAGONISTA

Luca FazziniUn’altra doppietta, che si aggiunge al gol nel derby e che fa un totale di 6 centri in 4 partite.

Il 3-0 è risultato il game winning gol e ogni volta che toccava il disco poteva fare malissimo grazie al lavoro di Klasen e Lajunen.

Spacca le partite come pochissimi altri e si adatta a qualunque compagno, facendo sembrare tutto così facile e naturale.


HIGHLIGHTS

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