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Ambrì Piotta

5 spunti dalle ultime due partite di Ambrì Piotta e Lugano

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Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


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uno PESTONI E HOFMANN, AMICI NEMICI
Grandi amici dentro e fuori dal ghiaccio, è sempre particolare vedere i due giovani attaccanti affrontarsi in pista da avversari. In diverse occasioni del match della Valascia di martedì, infatti, Pestoni e Hofmann si sono scambiati sorrisi e battute prima degli ingaggi, per poi assumere un atteggiamento decisamente più serio e battagliero qualche secondo più tardi… Insomma, una partita tra amicizia e qualche “bastonata”, in attesa di vedere questa “sfida nella sfida” nel derby il prossimo anno.

due “WE ARE THE 5TH LINE”
Lo slogan originariamente concepito dai Columbus Blue Jackets in occasione degli scorsi playoff ben si sposa anche con l’atmosfera vissuta per l’ultima partita dell’anno alla Valascia. Davanti al tutto esaurito – che forse, per l’occasione, ha superato anche i 6’500 spettatori… – il pubblico di fede biancoblù ha fatto da degna cornice ad una partita piacevole e spettacolare, dando la carica ai beniamini di casa per conquistare un punto in rimonta… Quasi si trattasse di una “quinta linea” sul ghiaccio!

tre IL DERBY ARBITRALE
Quando l’arbitro Didier Massy scende sul ghiaccio i fischi da spalti e tribune della Valascia arrivano praticamente in maniera automatica. I tifosi non hanno infatti dimenticato il passato bianconero da giocatore dell’arbitro, che aveva vestito la maglia del Lugano dal 1987 al 1993. Martedì sera è però andato in scena un “derby” anche tra le “zebre”, dato che l’altro arbitro principale era Andreas Fischer, giocatore dell’Ambrì Piotta dal 1989  al 1993.

quattro “RAPPI” BATTUTO, NEVICATE IN ARRIVO?
Lunedì in quel di Rapperswil è andata in scena la classica partita “assolutamente da vincere” per l’Ambrì Piotta. Troppe volte scottati da delusioni passate e ghiotte occasioni buttate al vento, i tifosi biancoblù guardavano però con scetticismo alla trasferta in terra sangallese, temendo la classica beffa da mangiarsi le dita. Le cose sono invece andate per il meglio, con la squadra che è tornata in Leventina con in tasca i tre punti! Insomma, visto che la neve fatica ad arrivare, non c’è nulla di meglio di un tabù sfatato… No?

cinque SHOOOOOT!
In tribuna stampa nel match di martedì sera contro il Davos non vi erano soltanto giornalisti e giornaliste, ma anche alcuni giocatori biancoblù. Fra questi Marc Grieder, Ryan O’Byrne e Sandro Zurkirchen. Proprio quest’ultimo più di una volta quando i vari Steiner, Giroux, Duca e Lauper si sono trovati a tu per tu con Leonardo Genoni ha più volte esclamato “shoot!” ovvero “tira!”. Purtroppo spesso e volentieri i sopracitati attaccanti hanno preferito l’assist alla conclusione, suscitando le ire del cerbero biancoblù. D’altronde se a dire di tirare è qualcuno che di conclusioni se ne intende…


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uno CON QUELLA FACCIA UN PO’ COSÌ…
Paolo Conte descriveva l’espressione “un po’ così” di chi si appresta a visitare Genova, ma anche la faccia di Brett Mclean è spesso tutta un programma. Se la sfida contro il Rapperswil ha lasciato l’amaro in bocca a diversi tifosi, vedere il canadese con il cappello da Babbo Natale e quella sua espressione guascona ha sicuramente fatto sorridere tutti. Perché uno come Mclean non puoi non amarlo, che abbia in testa il casco da hockey o un cappellino rosso.

due GUARDA COME SONO BRAVO!
Aveva già chiuso all’overtime la precedente sfida della Resega, si è ripetuto aprendo le danze nella partita di lunedì a Davos. Gregory Hofmann ama segnare al Lugano, forse semplicemente per dimostrare a Fischer la bontà del suo ingaggio. Sì, va bene, abbiamo capito che sei bravo, però per adesso non farci l’abitudine.

tre GLI SVEDESI SONO UOMINI DURI
A partire dal terzo tempo contro il Rapperswil, il Lugano ha giostrato spesso a tre blocchi per aumentare il ritmo, forzando gli uomini migliori per far propria la partita. Ma anche sull’altro fronte non si è scherzato: il quarto blocco sangallese praticamente non si è mai visto e il top scorer Persson ha fatto i doppi e i tripli turni per un minutaggio di gioco impressionante.
Stanco? Macché, è svedese.

quattro IL VENTO FREDDO DEL NORD
Non è un mistero che gli scandinavi del Lugano abbiano fatto la differenza in gran parte delle partite sin qui disputate, e pure nelle due sfide che hanno preceduto la pausa natalizia hanno dimostrato la loro importanza. Due gol e un rigore trasformato per Klasen, un gol e un rigore per Pettersson e il rigore decisivo nei Grigioni per Filppula. Proprio il finlandese ha stupito per la freddezza nel battere il suo rigore e per l’espressione di ghiaccio che ha mantenuto sin quando è arrivato dalle parti della panchina a congratularsi con i compagni. Gente fredda quella del nord. Gente fredda che ti fa vincere le partite.

cinque IL TEMPO DELLE MELE È FINITO DA UN PEZZO
Sembrano passati decenni da quella stagione in cui Brady Murray segnò una trentina di reti a fianco di un certo Patrick Thoresen. A suo tempo il figlio di Andy Murray disse che per lui segnare con gli assist del norvegese era “facile come raccogliere delle mele”. Purtroppo quei ricordi sono lontanissimi, e l’idillio da “Tempo delle mele” tra l’attaccante numero 14 e il Lugano sembra agli sgoccioli. Per Patrick Fischer è stato facile sostituirlo con Brunner, viste le ultime disarmanti prestazioni, e le due partite appena passate in tribuna sono il segnale che nessuno crede più che quell’albero possa ancora dar frutti.

Studente universitario in Scienze della Comunicazione all'USI, segue giornalmente lo sport a 360°. Si occupa principalmente delle interviste, seguendo da vicino l'Ambrì Piotta.

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