Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
“CITIUS, ALTIUS, FORTIUS”
È questo il motto olimpico ufficiale, un’espressione latina che significa “più veloce, più in alto, più forte”. Da queste parole potrà da oggi ispirarsi anche l’Ambrì Piotta, visto che dopo anni un giocatore biancoblù tornerà a disputare il torneo olimpico di hockey. In attesa di un’eventuale chiamata di capitan Fora – Fischer divulgherà la sua lista mercoledì – nella giornata di lunedì è stata resa ufficiale la convocazione di Kubalik da parte della Repubblica Ceca. Il 22enne sussegue così allo slovacco Robert Petrovicky, ultimo giocatore leventinese a scendere in pista ai Giochi, per la precisione nel 2002 a Salt Lake City. Sul fronte svizzero bisogna invece tornare addirittura al 1992, quando vestirono la maglia rossocrociata Peter Jaks e Keith Fair.
DI VITTORIA IN SCONFITTA
In italiano lo chiamiamo “doppio turno”, in inglese viene definito “back-to-back“, ma in casa Ambrì Piotta quando si tratta di giocare due partite consecutive, il timore è sempre quello di assistere ad un “passo avanti ed uno indietro”. Questa regola si è purtroppo confermata anche nell’ultimo fine settimana, quando non è bastata un’ottima prova all’Hallenstadion per propiziare un secondo successo consecutivo. Difficile capire cosa blocchi i giocatori nell’ottenere due successi consecutivi – “chiedetelo a loro”, ci aveva detto Cereda a fine partita – ma un doppio turno con altrettanti successi manca oramai dal 12-13 ottobre… Unica circostanza in cui il doppio impegno si è chiuso per l’Ambrì con un doppio sorriso.
CASA DOLCE CASA?
Il pubblico della Valascia cerca sempre di fare di tutto per spingere i propri beniamini, ma ultimamente la pista leventinese si è dimostrata tutto tranne che un fortino inespugnabile. Le sconfitte consecutive davanti al proprio pubblico sono infatti salite a cinque, e sette nelle ultime otto uscite… Troppo poco per sperare di tenere il ritmo di chi occupa il decimo posto. La pista dell’Ambrì domenica è però stata violata, oltre che sul piano sportivo, anche e soprattutto fuori dal ghiaccio, a causa di episodi vergognosi che hanno reso la casa dei biancoblù meno sicura del solito. In ottica futura bisognerà dunque farla tornare inespugnabile, sia in pista ma soprattutto tra gli spalti.
MAGO PER CASO
Quando il russo Pavel Datsyuk era all’apice lo si definiva addirittura un mago, per la sua abilità di far scomparire il puck grazie alla sua incredibile velocità e precisione nello stickhandling. Il biancoblù Jeff Taffe – non ce ne voglia – ha ben poco che richiama l’abilità dell’ex “magician” dei Detroit Red Wings, ma sabato a Zurigo un disco lo ha fatto sparire pure lui, per poi riportarlo alla luce alle spalle di Flüeler. Più che la sua abilità con il bastone, stavolta ci ha pensato la dea bendata a dargli una mano, visto che nell’occasione l’americano aveva perso il controllo del puck, mettendo fuori tempo il portiere dei Lions con una mossa imprevedibile!
AL RIPARO DALLA PEGGIORE INCOGNITA
Quando Benjamin Conz è uscito piegato in due dall’Hallenstadion, i tifosi biancoblù hanno temuto che il loro peggior incubo fosse diventato realtà. Un infortunio al portiere sarebbe infatti stata la peggior notizia possibile per i leventinesi, visto che Rochow e Hughes non possono rappresentare al momento una reale alternativa. Conz nell’occasione era stato fermato da un semplice problema intestinale, ma questo è verosimilmente bastato per “farsela sotto” pensando alle fasi più concitate dei playout, quando non avere una valida alternativa in porta rappresenterebbe un vero e proprio incubo. Paolo Duca è corso al riparo nel pomeriggio di lunedì, ingaggiando il finlandese Tomi Karhunen, che mette al riparo i leventinesi dall’incognita peggiore dei prossimi mesi.
LE ESULTANZE, QUELLE BELLE
La partita vinta per 7-1 contro il Ginevra si spera, da parte di bianconeri e tifosi annessi, che sia stata il crocevia per un rilancio della stagione del Lugano. Aldilà della larga vittoria contro i granata, sono stati alcuni atteggiamenti dei giocatori a rinfrancare il morale del pubblico in attesa di una reazione. Abbracci e pacche sulle spalle, ma soprattutto un’esultanza in particolare, quella di Matteo Romanenghi che, inciampando, ha rischiato di mandare KO anche Luca Cunti. Forse il giovane Matteo si è lasciato trasportare dal momento, ma certi linguaggi del corpo valgono più delle parole, di cui in queste settimane abbiamo avuto in abbondanza prima di vedere i tanto attesi fatti.
PSICOSI DA 5-HOLE
Non è stata una gran serata quella di venerdì a Langnau per i bianconeri, tantomeno per i loro portieri, Manzato su tutti. Il numero 84, partito come titolare, ha subito reti decisamente evitabili, facendosi scappare quel disco in mezzo alle gambe che lemme lemme si è adagiato sulla linea prima di essere spinto in rete da Dostoinov. Dopo la sua sostituzione, anche Merzlikins ha rischiato di subire la stessa rete, ma il disco si è appoggiato dolcemente alla base del palo prima di uscire di lato. Non c’è incubo peggiore per i portieri di subire reti del genere, tanto che anche Merzlikins nella partita contro il Ginevra si è girato all’indietro almeno tre volte sui tiri parati dei granata prima di vincere quella psicosi tipicamente da portiere.
AAA CERCASI PROFESSIONISTA SERIO
Spesso, negli annunci di lavoro in cui si cerca del personale, si legge il seguente requisito: “massima serietà”. Caratteristica decisamente comune, anche se alcuni professionisti ci tengono a dimostrarla fino in fondo. Ne da un esempio Romain Loeffel, appena “assunto” dal Lugano per la prossima stagione, e l’annuncio del datore di lavoro può quindi essere stralciato. Il fatto è che il difensore romando ci tiene particolarmente a fare buona impressione verso i suoi futuri capi, tanto da aver segnato tre delle sue reti stagionali alla Resega conto i bianconeri, compreso un game winning gol. Chissà, magari vuole rendersi disponibile sin da subito…
SFIDA TRA I PALETTI STRETTI
No, lo sci non c’entra nulla, anche se di pali si parla. Quelli di metallo delle porte, per la precisione, colpiti con maggior frequenza dai giocatori del Lugano, i quali fanno cantare i ferri una volta a partita. Indice di sfortuna? Forse, anche se nello sport la Dea Bendata va stimolata in qualche maniera. Sinonimo di maggior pericolosità dei tiri? Probabilmente c’è anche un po’ di quello. Fatto sta che nel weekend appena trascorso i bianconeri hanno rispettato pienamente questa tradizione, con un palo di Walker a Langnau, uno a testa per Ronchetti e Sartori alla Resega. Altro che ferro battuto…
DAMMI TRE PAROLE
Il messaggio scritto su uno striscione appeso in Curva Nord prima della sfida tra Lugano e Ginevra – supportato da un coro simile che da anni non si sentiva – ha lasciato ben poco spazio ad interpretazioni, invitando i giocatori a tirare fuori i propri attributi. Chissà se tra i giocatori non italofoni qualcuno ha chiesto ai compagni di tradurlo, fatto sta che (non si sa in quale misura) un certo effetto potrebbe averlo sortito, vista la prestazione finalmente convincente di Chiesa e compagni. A volte basta poco, a buon intenditor…