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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Alcune considerazioni “semiserie” per ripercorrere il fine settimana vissuto dalla due squadre ticinesi


Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno EROI SENZA NOME
Sono Tommaso Goi ed Elia Mazzolini, oramai da diverse partite in biancoblù e capaci venerdì di confezionare assieme un bellissimo gol contro il Davos, che per chi non ha famigliarità con i numeri è inizialmente restato nell’anonimia. I loro 26 e 40 non sono infatti ancora accompagnati dal nome, ma con le prestazioni che hanno fornito da quando sono stati chiamati dai Rockets meritano sicuramente di vederlo presto cucito sulla maglia. Certo, l’Ambrì è l’esempio perfetto di squadra in cui conta molto di più il logo sul petto che il nome presente sulla schiena, ma il dinamico duo si è guadagnato il diritto di uscire dall’ombra.

due ALZI LA MANO CHI CI CREDE!
Con soli due secondi da giocare prima della seconda sirena ed un ingaggio davanti a Senn, l’Ambrì ha tentato il tutto per tutto. Coach Luca Cereda ha alzato la mano per segnalare a Descloux di tornare in panchina per lasciare spazio ad un sesto compagno, il portiere ha a sua volta alzato la mano per lasciar intendere di aver recepito il messaggio. Pronti, via, e Kostner – lui che era il giocatore extra mandato in pista – ha alzato la mano per agganciare un disco impennatosi dopo l’ingaggio vinto da Taffe, e con una coordinazione perfetta l’ha sparato in rete… Una giocata improbabile e spettacolare, ma a volte basta crederci!

tre UN PUCK COME RAMO D’ULIVO
La popolarità dei direttori di gara alla Valascia è recentemente calata a picco. Con le ultime settimane contraddistinte da vari episodi, come l’infortunio di Pinana e i “fattacci” della sfida di Coppa, fischi ed imprecazioni diretti agli arbitri sono stati più pungenti e puntuali del solito. Uno dei “fischietti” di venerdì ha però voluto porgere una sorta di ramo d’ulivo alla tribuna principale, regalando un puck ad uno spettatore quasi come fosse un messaggio di pace… Che dite, amici come prima?

quattro L’INSOSPETTABILE GUERRIERO
Saper stringere i denti
è una delle caratteristiche di questo Ambrì Piotta, ma il giovane Elia Mazzolini venerdì sera ha superato il limite. L’attaccante è infatti andato a sbattere violentemente contro la balausta di fondo, ed i vari replay dell’episodio hanno mostrato una posizione impressionante delle gambe al momento dell’impatto, ed hanno immediatamente lasciato temere il peggio. Mazzolini è uscito vistosamente dolorante dal ghiaccio, ma in maniera quasi miracolosa è tornato in pista per un ulteriore cambio nel corso della partita… Ha poi dovuto gettare la spugna, ma l’incredibile forza di volontà non è passata inosservata. “È un vero guerriero”, ha commentato Luca Cereda, sicuramente senza esagerare.

cinque UN ALTRO STRAPPO ALLA REGOLA
Incassato il primo gol
dopo soli 50 secondi di gioco, venerdì sera gli amanti delle statistiche presenti alla Valascia avranno immediatamente alzato gli occhi al cielo. “Ecco, l’è naia!”, si è anche sentito mormorare. Ed i numeri effettivamente erano a sostegno della tesi dei più pessimisti, visto che l’Ambrì solamente una volta era riuscito a vincere dopo aver incassato la prima rete dell’incontro. Quella contro il Davos è stata però tutto tranne che una partita normale, ed allora quale migliore occasione per dare un ulteriore strappo alla regola e rendersi protagonisti di un’esaltante rimonta? Detto, fatto… E vincere così è stato ancora più bello!


uno BENTORNATI A LINUSLANDIA
Dopo qualche partita in condizioni fisiche meno performanti dei suoi compagni, causa un’estate piuttosto tribolata, Linus Klasen sta tornando ai pieni regimi di funzionamento, come testimoniato da cifre e numeri sul ghiaccio. Lo svedese è andato infatti a punti in 8 delle ultime 9 partite, per un totale di 5 gol e 7 assist, portando il suo bottino stagionale a 8 reti e 11 assist. Non solo le cifre parlano a suo favore, ma pure le giocate in pista, con finte a saltare l’uomo dei tempi migliori e assist al bacio che hanno mandato in rete i vari Bürgler, Fazzini e Lajunen. Particolarmente ispirato nelle ultime due partite, Barbarossa (piano piano ricresce…) ha piazzato la giocata migliore nell’azione del 5-4 di Lajunen contro il Losanna, con un’uscita dal terzo offensivo per togliersi dall’offside differito – lasciando lì il disco “ad aspettarlo” – un paio di finte di corpo per spostare i difensori e un assist perfetto per l’accorrente finlandese. Tutti sulla giostra.

due GLI ANNI ’90 CHE ANCORA CORRONO
Attorno agli spogliatoi della Resega, al termine del match tra Lugano e Losanna, una vecchia conoscenza è venuta a salutare quei (pochi) vecchi compagni dei tempi che furono. La vecchia conoscenza null’altri era se non Keith Fair, il “cowboy” del Lugano che tra fine anni 90 e inizio millennio era tra i grandi polmoni della squadra. Il primo che Fair ha incontrato però non è stato un bianconero, ma un altro ex, ossia Cristobal Huet, felicissimo di rivedere un suo ex compagno dei tempi che furono. Un abbraccio e un paio di battute, con il canadese a chiedere al portiere francese che ci facesse ancora in giro tutto sudato: “Be careful not to get sick…”

tre CHE C’È DI BELLO IN TV?
Dopo che il Lugano è riuscito a completare la rimonta, ribaltando il risultato contro il Losanna grazie alla rete di Jani Lajunen, il coach dei vodesi Yves Sarault ha chiesto, non si sa con che convinzione o se fosse una mossa della disperazione, il coach challenge per un presunto offside sull’azione del gol. Immediatamente chiamati alla verifica, i linesmen Kovacs e Fluri si sono messi davanti allo schermo nell’area giudici per verificare una situazione che appariva chiara (in favore dei bianconeri) sin da subito. Con le immagini proiettate sugli schermi giganti anche il pubblico ha potuto vedere chiaramente come l’azione fosse regolare, mentre i linesmen sono andati avanti per qualche minuto a fissare lo schermo imperterriti. Fino a quando, sotto la selva di fischi impazienti del pubblico l’arbitro Lemelin (canadese in prestito dalla EBEL) è andato a verificare di persona e in quattro e quattr’otto ha confermato la rete del Lugano. Si vede che il film che proiettavano era più bello della partita…

quattro C’È CHI DICE NO
Lo cantava Vasco Rossi nell’omonimo album pubblicato nel lontano 1987, quando Elvis Merzlikins ancora non era nato, ma lo ha urlato in faccia lo stesso portiere almeno tre volte all’esterrefatto Simon Bodenmann, attaccante del Berna. Nella sfida di martedì contro gli orsi, il portiere bianconero è stato l’indiscusso protagonista, in particolare nei minuti finali della gara, quando ha detto no a tre gol praticamente fatti da parte dell’ala ospite. Il salvataggio più incredibile è stato quello che ha visto Bodenmann smarcato da una grandissima giocata di Ebbett, ma sul tiro al volo a botta sicura il guantone di Merzlikins si è parato davanti come una sentenza. Erano 11 le vittorie filate del Berna prima di quella sera, stavolta c’è chi ha detto no alla 12esima.

cinque DALLA RUSSIA CON FURORE
Greg Ireland ha ormai un occhio di riguardo per lui, diventato la prima scelta nel caso di assenti tra gli attaccanti bianconeri. Vladislav Zorin, uscito dal settore giovanile del Lugano nel 2014 per accasarsi poi al Red Ice, prima di questa stagione non aveva mai vestito la maglia della prima squadra bianconera, e ha potuto farlo passando per i Ticino Rockets. Di licenza svizzera, il 23enne possiede il passaporto russo, e sono passati diversi anni prima che la Resega rivedesse un giocatore di quella provenienza. Più orientato verso canadesi e nordici, il club bianconero nella sua storia ha visto scendere sul proprio ghiaccio solo 3 giocatori provenienti dalla Russia prima di Zorin: il primo, nella stagione 1992/93 fu il leggendario Igor Larionov, andatosene dalla Resega nel pieno dei suoi anni per la NHL, dove vincerà ben tre Stanley Cup con i Detroit Red Wings. Nel 1996 approdò alla Resega dalla AHL il centro Pavel Torgayev, ottimo scorer (21 gol e 24 assist in 42 partite) dalla rissa facile, partito dopo solo una stagione per Davos. Nel 1998 fu la volta di Igor Fedulov, ex dell’Ambrì Piotta, che arrivò in tempo per vincere il titolo di fine anni ’90 prima di partire alla volta di Ginevra, e poi Losanna, dove chiuse la carriera professionistica a 46 anni. Ora è la volta di Vladislav Zorin, dalla Russia con tanta voglia di far bene.

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