Ambrì Piotta
5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano
Alcune considerazioni “semiserie” per ripercorrere il fine settimana vissuto dalla due squadre ticinesi
Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
IL CALENDARIO È INTENSO, MA COSÌ È TROPPO!
L’Ambrì Piotta è reduce da un periodo durissimo, con cinque partite giocate sull’arco di otto giorni, ed altre quattro che attendono i biancoblù nello stesso lasso di tempo. Un calendario intensissimo, che è sembrato farsi ancora più massacrante giovedì pomeriggio, quando un tweet sbagliato del Losanna ha lanciato per la sera stessa la sfida tra biancoblù e vodesi. Naturalmente si era trattato di un errore, visto che l’Ambrì era impegnato a Ginevra ed il match contro Gobbi e compagni era previsto solamente per il giorno successivo…. Insomma, la squadra di Cereda ha ben affrontato i molti impegni in programma, ma giocare due partite nella stessa serata era decisamente troppo!
“MERITIAMO DI PIÙ!”
Nelle ultime stagioni questo era un coro che spesso la curva dedicava alla squadra, ma ora i ruoli si sono sicuramente invertiti. Dopo un inizio di campionato in cui i ragazzi di Cereda hanno dimostrato di voler lottare ad ogni cambio, quanto mostrato sul ghiaccio meriterebbe una presenza più massiccia su spalti e tribune. Alla Valascia venerdì sera c’erano infatti solamente 4’651 spettatori, un po’ pochini soprattutto pensando alla bella vittoria di Ginevra della sera precedente. I leventinesi avranno ora la possibilità di giocare quattro delle prossime sei partite in casa… Ai tifosi biancoblù il compito di sostenere la squadra nella giusta maniera e di rappresentare il proverbiale uomo in più in pista.
UNO STRAPPO ALLA REGOLA
La vittoria dell’Ambrì Piotta sul Losanna ha rappresentato una novità assoluta per i biancoblù, che per la prima volta in stagione sono riusciti ad imporsi dopo aver incassato la rete d’apertura dell’incontro. La sfida di venerdì si è così rivelata essere una bella eccezione, visto che sino ad ora solamente in due occasioni le partite dell’Ambrì non sono state vinte da chi ha messo a segno il primo gol. Da ora nulla è dunque scontato, alle emozioni già garantite dai combattivi biancoblù si potrebbero presto aggiungere delle altre esaltanti rimonte.
QUELLO CHE SI DICE SUL GHIACCIO, RESTA SUL GHIACCIO
Spesso quando si vede un giocatore della propria squadra discutere con un avversario, si presume che sia in atto uno scambio di “cortesie” poco piacevoli, ma non sempre è così. È il caso della breve discussione di venerdì sera tra Genazzi e Müller, con il difensore vodese che dopo un duro contrasto sul ghiaccio è andato a scusarsi con l’attaccante biancoblù, seduto in panchina. Il pubblico della tribuna ha però evidentemente frainteso le intenzioni di Genazzi, coprendolo di fischi e proverbiali imprecazioni. Insomma, quello che si dice sul ghiaccio resta davvero sul ghiaccio, anche se ogni tanto è proprio un peccato!
“OH I MAY NOT BE THE BEST, BUT I’M FAR FROM THE WORST”
Canta così lo svedese Avicii nel suo brano “Trouble”, e lo spezzone rispecchia perfettamente la missione che l’Ambrì Piotta è riuscito a portare a termine in questa prima fase di campionato. Che i biancoblù non siano tra le principali forze della lega è più che scontato, ma la vera vittoria per i leventinesi sta nel dimostrare a tutti di non essere nemmeno la squadra più debole. Per ora la truppa di Cereda non si è fatta pregare, e battendo nel weekend Ginevra e Losanna può affermare di aver avuto la meglio su tutte le squadre attualmente sotto la linea. Non un risultato da nulla, visto che nel recente passato i biancoblù erano “maestri” nel fare l’esatto contrario. Il lavoro è però ancora tantissimo… O per restare in tema, “I’m still not done, I’m only half way there. I’m a million miles ahead of where I’m from, but there’s still another million miles to come”.
DA 11 ANNI CON IL NASO ALL’INSÙ
Sabato sera, dopo la vittoria contro il Davos, il Lugano è riuscito ad aggrapparsi alla prima posizione in classifica di National League, seppur in coabitazione con il Berna, che fin lì aveva pure giocato una partita in meno. Poco importa per i tifosi del Lugano, perché vedere la propria squadra lassù in cima donava un sapore “antico”, dato che l’aria fine che si respira in vetta i polmoni bianconeri non la inalavano da troppo tempo, tanto da farsi venire il torcicollo per gli anni passati a guardare gli altri dal basso verso l’alto. Da quanto non accadeva? Da ben 11 anni, ossia dalla stagione 2005/06, e qui ci fermiamo per non disturbare troppo i tifosi più scaramantici…
“HOLD MY BEER”
Le qualità di Luca Fazzini come “sniper” puro ormai sono note a tutti, le sue reti con veri e propri missili lanciati negli angoli inarrivabili delle porte sono il suo marchio di fabbrica. Venerdì sera, contro il Friborgo, l’attaccante bianconero aveva deliziato la platea con quell’impressionante bordata che aveva lasciato Brust interdetto, e a qualcuno è salito lo spirito di emulazione. Quello spirito è salito a Sebastien Reuille, che nel terzo tempo di Lugano-Davos ha risolto la sfida con un tiro “a specchio” identico a quello di Fazzini della sera prima, per di più in shorthand, generando l’incredulità e la gioia dei tifosi bianconeri. Qualcun’altro vuole sfidarlo? Linus?
COSE DALL’ALTRO MONDO
Impegnato ad allenarsi con l’Hockey Club Lugano in attesa di trovare un accordo con (forse) i Detroit Red Wings, Andreas Athanasiou è sempre nei corridoi della Resega anche durante le partite casalinghe per seguire i suoi temporanei compagni. Dopo la sfida contro il Davos, l’attaccante canadese è sceso negli spogliatoi per congratularsi con Chiesa e banda, vedendo però i giocatori uscire sul ghiaccio acclamati dai tifosi al suo arrivo. Il 23enne si è affrettato così a tirare fuori lo smartphone per filmare il tutto con la Resega ancora in delirio, scuotendo la testa e sorridendo stupito di fronte a quelle scene. “That’s crazy, guys!”.
CI STAVAMO PREOCCUPANDO…
Medie “Petterssoniane” le ha battezzate qualcuno, con quei 10 gol in 9 partite segnati da Gregory Hofmann in campionato. Finora l’attaccante rossocrociato era andato a segno in ogni partita disputata, con due doppiette consecutive nello scorso fine settimana. Questa serie si è interrotta alla BCF Arena di Friborgo, dove il numero 15 ha comunque messo a referto un assist (sempre a punti quindi) per la rete del fedelissimo Luca Fazzini. La “pausa” senza andare a rete di Hofmann è durata la bellezza di 89 minuti e 23 secondi, il tempo necessario di ritrovare la via con il 2-2 di sabato sera contro i grigionesi. Un sospiro di sollievo…
IL ROMPISCATOLE E L’APRISCATOLE
Ci sono varie maniere di far saltare gli apparati difensivi avversari, nel Lugano ci sono almeno due specialisti nel campo, ognuno sostenitore del proprio metodo. Uno è il metodo più rude e muscolare di Maxim Lapierre, il “rompiscatole”, sempre lì nel mezzo dare fastidio, a prendere e distribuire colpi, senza disdegnare però un ottimo lavoro regolare quando il coperchio sta per saltare e c’è da mandare nel caveau i propri compagni d’armi. L’altro è un metodo da scassinatore d’altri tempi, romantico, quello che vuole usare mezzi delicati e con estrema finezza, è il sistema di Linus Klasen, da qualcuno soprannominato “l’apriscatole”. Aldilà dei nomignoli non troppo eleganti ma affibbiati con assoluta simpatia, non si può negare di come i due sistemi siano entrambi efficaci a loro modo.