Ambrì Piotta
5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano
Alcune considerazioni “semiserie” per ripercorrere il fine settimana vissuto dalla due squadre ticinesi
Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
CHIAMATELO “IL PROFETA”
…O semplicemente consideratelo un allenatore che conosce alla perfezione la sua squadra. Luca Cereda a Davos si era accorto immediatamente che nel terzo tempo qualcosa non andava, ed ha chiamato preventivamente un timeout nel tentativo di scuotere i suoi giocatori ed evitare il collasso. Purtroppo quello che il coach biancoblù temeva si è avverato poco dopo, con i grigionesi che hanno girato la sfida a loro favore segnando tre gol in poco più di due minuti. La profezia si è avverata, anche se aveva più l’aria di una maledizione.
IL CAPITANO ROMPE IL GHIACCIO
Il reparto arretrato dell’Ambrì sta faticando a dare il suo contributo sul fronte offensivo, ed allora sabato ci ha pensato Michael Fora. Il giovane ha infatti lasciato partire un tiro dalla blu che ha sorpreso Schlegel, firmando quello che è stato il primo gol da parte di un difensore nell’attuale campionato. La via è tracciata, il capitano ha rotto il ghiaccio… A Plastino e compagni il compito di seguire il buon esempio.
UN MINUTO DI ORDINARIA FOLLIA
La frittata combinata dall’Ambrì nel terzo tempo di Davos ha fatto alzare a tutti gli occhi al cielo, ma i tre gol subiti in 145 secondi, e soprattutto le due reti in shorthand nel giro di 47 non sono purtroppo un record isolato per i leventinesi. Qualche numero? Dal 1978 ad oggi quella di domenica era la decima circostanza in cui l’Ambrì incassava due reti in esattamente 47 secondi, e addirittura la numero 283 se si contano i casi in cui due gol sono stati subiti in meno di un minuto di gioco. Non basta? Citiamo allora le 57 circostanze in cui i leventinesi hanno incassato tre segnature in 145 secondi… Occhio insomma, perché il contatore continua a girare!
UNO SBARBATELLO TRA I GRANDI
In National League non mancano certo i giovani interessanti, ma il ragazzo che davvero sta sorprendendo tutta la Svizzera è il biancoblù Dominic Zwerger. Autore di un altro weekend esaltante – caratterizzato da un gol da opportunista contro lo Zurigo ed uno d’alta classe a Davos – il 21enne viaggia ad un ritmo superiore al punto a partita e sinora è finito sul tabellino in sette occasioni. Osservando la classifica dei marcatori ci si accorge inoltre che Zwerger è l’unico “sbarbatello” nella Top 20 della Lega, con i suoi 21 anni che fanno invidia agli altri scorer del torneo. Il giocatore che più si avvicina a lui? Haas, che di anni ne ha 25.
SQUADRA AVVISATA, MEZZA SALVATA
Sorpresi dall’avvio a razzo del Davos di domenica? Eppure per la squadra di Del Curto non è la prima volta. Il gol dopo nove secondi di Little ha pareggiato il precedente record svizzero, ma i grigionesi già la sera prima non ci avevano messo più di quel tanto a trovare il vantaggio. Alla Bossard Arena ci aveva infatti pensato Marc Wieser a gelare il pubblico di casa, sfruttando un pasticcio clamoroso di Morant per andare in gol dopo soli 42 secondi. Gli avversari sono dunque avvisati, attenti perché nonostante le assenze i grigionesi partono subito a mille!
TRAPPOLE PER BESTIE NERE
Il Losanna è dovuto uscire da Malley per riuscire finalmente ad avere la meglio sul Lugano in casa propria, trovando nella pista provvisoria una vittoria per 4-1 sui bianconeri. L’ultima volta che il Lugano era uscito sconfitto dai losannesi in casa loro risale infatti al lontano 13 dicembre 2015, quando in panchina c’era ancora l’attuale coach della Nazionale Patrick Fischer (risultato di 5-3) e tra le fila sottocenerine giostravano ancora i vari Filppula, McLean, Walsky, Murray e via discorrendo. È proprio vero che ogni tanto fa bene uscire di casa per una boccata di aria fresca.
CHI INIZIA E CHI… NON FINISCE
Cristobal Huet, 42 anni, da Saint-Martin-D’Hères, sabato sera ha contribuito non poco alla vittoria del suo Losanna sul suo ex Lugano, grazie a diverse parate nel secondo tempo che hanno tenuto in piedi l’apparato biancorosso. Chissà cosa deve aver pensato un giovane come Elia Riva nel trovarselo davanti e provare il tiro in porta, semmai avesse qualcosa d’altro in testa oltre alla concentrazione di gioco. Quello che fa pensare noi invece è che quando Huet alzò la coppa di campione svizzero al cielo della Valascia il 5 aprile 1999, il giovane Elia aveva esattamente 1 anno e 4 giorni di vita e stava comodamente in braccio a papà Luigi, mentre il francese si avviava a una lunga e fruttuosa carriera. Certe ere sembrano infinite, chissà se Cristobal Huet, 42 anni da Saint-Martin-d’Hères, lo avrebbe mai immaginato il 5 aprile 1999.
CI VUOLE CALMA E SANGUE FREDDO…
C’è più di una preoccupazione – a dire il vero nemmeno così profonda – tra i tifosi per il fatto che Luca Fazzini non abbia ancora trovato la via della rete in campionato. Il suo tabellino marca ancora lo zero alla voce gol segnati, nonostante il rigore di Berna, e l’unica rete di gioco finora è arrivata a Seewen nel largo 9-1 in Coppa Svizzera. Nulla di cui fasciarsi la testa, ci mancherebbe, il numero 17 è sempre nel vivo del gioco, ha le occasioni giuste ma per il momento non riesce a sfruttarle. D’altra parte anche un anno fa la sua carburazione fu lenta, prima di esplodere definitivamente. Un gol alla terza giornata contro il Langnau, poi 18 partite senza riuscire a battere alcun portiere, tranne che in un’occasione con i Rockets. Poi arrivò il derby del 21 novembre con quella famosa doppietta, e da lì non si fermò più per un totale (playoff compresi) di 21 gol in 37 partite, una media tra le più alte in assoluto in campionato. Tranquilli tifosi bianconeri, quando si sblocca poi non sa più fermarsi…
QUANDO IL CUORE CONTRASTA IL CERVELLO
Il camp con i Carolina Hurricanes di Gregory Hofmann è terminato sabato, con il taglio dell’attaccante che ha sancito il suo ritorno a Lugano, con buona pace dei tifosi bianconeri (e sicuramente anche dello staff tecnico…) preoccupati a ogni cut superato dal numero 15. Sentendo le voci e leggendo le opinioni del pubblico della Resega i sentimenti per Hofmann erano logicamente contrastanti, con la soddisfazione di vedere un altro svizzero cercare di giocarsi le sue carte per la NHL, comprendendo che certi treni passano una sola volta nella vita. Questo è ciò che pensava il cervello bianconero, ma il cuore, nel suo profondo ma neanche troppo, sperava con tutte le sue forze di rivedere l’attaccante scendere in pista alla Resega. Questo non significa sperare nel fallimento – che fallimento non è – del prossimo ma semplicemente dimostra l’attaccamento del tifoso e la fondamentale importanza di Hofmann nello scacchiere di Greg Ireland.
PATEMI DI COPPA… ADDIO?
Nel primo turno di Coppa Svizzera il Lugano ha fatto fuori senza troppi problemi la formazione del Seewen, di due categorie più inferiore, certo, ma visti gli ultimi trascorsi dei bianconeri nel torneo rinato da tre stagioni, i timori erano giustificati. Il piglio preso sembra quello giusto, a Lugano non si vuole più prendere sottogamba alcun impegno e dopo le fatiche delle scorse edizioni contro Sion-Nendaz e Winterthur, i bianconeri non vogliono fare sconti, ricordandosi soprattutto della figuraccia dell’anno scorso a Langenthal. Però c’è un però: il prossimo avversario del Lugano sarà il Rapperswil, capolinea di Chiesa e compagni nella coppa edizione 2015/16…Un po’ meno allegri ora?