Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
LE MILLE E… QUATTRO NOTTI DI MONNET
Il veterano dell’Ambrì Piotta è stato omaggiato sabato sera per aver raggiunto il traguardo delle mille partite in carriera in Lega Nazionale, disputate sull’arco di 21 stagioni e a partire dal debutto nel suo Martigny nel 1997. Il 35enne ha timbrato il cartellino delle mille presenze in occasione del derby di inizio campionato, che ha rappresentato un traguardo importante e che la Lega si preoccupa giustamente di onorare di persona. A fargli gli omaggi si è così presentato alla Valascia il direttore della Nazional League, Denis Vaucher, protagonista di una breve cerimonia che non si vede certo tutti i giorni. Ah, e non dimentichiamoci di Adrien Lauper, che nella stessa serata ha festeggiato le 650 partite in NL!
NUOVE ALI PER VOLARE
Un po’ indietro di condizione, un po’ ritrovatosi in una Lega nuova e che richiede un periodo di adattamento, un po’ un sistema veloce e aggressivo che non ricalca particolarmente le sue caratteristiche. Ci sono diversi fattori che hanno frenato Jeff Taffe in questo inizio di campionato, ma lo statunitense sta pian piano ritrovando il suo gioco. Cereda per aiutarlo a sbloccarsi ha deciso dopo quattro partite di cambiare entrambe le sue ali, spostando Monnet e Trisconi, e mettendo al suo fianco Berthon e Lauper. La mossa ha avuto un riscontro promettente – anche se il gol è arrivato in scia a un powerplay, con altri compagni -, lo vedremo presto esprimersi al meglio?
È DAGLI ERRORI CHE NASCE LA FIDUCIA
Per la difesa biancoblù la serata di Friborgo si è rivelata complicata, con alcuni errori che hanno permesso ai burgundi di avere la meglio. Il match si è infatti aperto con l’immediata rete di Bykov, favorita da un giovane Misha Moor fuori posizione al suo primo cambio. Il gol decisivo è invece figlio di un pasticcio confezionato da Fora e Pinana, con il primo che non ha agganciato un passaggio e offerto a Bykov un disco d’oro. La reazione di Cereda? Moor è continuato ad essere impiegato come da programma, e dopo la “doccia fredda” iniziale ha disputato un’ottima partita, mentre Fora e Pinana hanno continuato ad avere grandi responsabilità in ogni situazione. È così che si costruisce la fiducia e si continua a migliorare, con una pacca sulla spalla.
ATTENZIONE AGLI SPOILER!
Se vi interessa sapere in anteprima il risultato finale delle partite dell’Ambrì Piotta, c’è un metodo semplicissimo: basta aspettare il primo gol! Nelle cinque partite fin qui disputate dai biancoblù a vincere è infatti sempre stata la squadra che ha trovato il gol per prima, un dato da tenere a mente in vista del prossimo weekend, quando la segnatura d’apertura potrebbe avere nuovamente un grande significato. Speriamo però non diventi un sistematico spoiler, perché l’hockey vive anche di rimonte appassionanti… Chiedere ai cugini bianconeri per conferma!
PIÙ CHE UN DRAGO, UNA CHIMERA
Ha provato venerdì sera l’Ambrì Piotta a indossare l’armatura da cavaliere per cercare di abbattere il dragone friborghese, ma l’avventura biancoblù in terra burgunda anche questa volta non ha avuto un lieto fine. Sono così salite a quota otto le sconfitte consecutive che i leventinesi hanno dovuto accettare quando hanno fatto visita al Gotteron, incassando sabato anche la rete numero 400 contro il Friborgo e la numero 7’500 in NLA. Insomma, l’armatura non basta, la prossima volta meglio presentarsi con l’artiglieria pesante.
QUANDO 5-1 FA 6
La matematica non è certo un’opinione, ma in uno sport imprevedibile come l’hockey può diventare un’arma a doppio taglio. Lo sa bene Hans Walsson che, nel primo tempo della serata della Resega, ha visto i suoi uomini subire le reti di Vauclair e Bertaggia durante due power play in favore degli zurighesi, tanto da far pensare che fossero Chiesa e compagni quelli con l’uomo in più. La superiorità numerica degli ospiti si è trasformata in supponenza, andando a mettere in dubbio anche la matematica. La statistica che nel frattempo dava un risultato di 2-0 in favore del Lugano era invece inattaccabile.
TRANQUILLI, PENSIAMO NOI AL FORTE
L’infortunio di Damien Brunner e la partenza per il camp dei Carolina Hurricanes di Gregory Hofmann avevano portato più di un’ansia tra i tifosi bianconeri, preoccupati per l’assenza di due dei loro migliori attaccanti. Ebbene, in loro assenza, non solo il Lugano ha allungato la striscia positiva con le vittorie contro Kloten, ZSC e Berna, ma si ritrova addirittura con il miglior attacco della lega. Delle 20 reti segnate dai bianconeri (4 tonde a partita) 5 portano la firma del topscorer Bürgler, 3 sono di Klasen (25% del totale della scorsa stagione), 2 a testa di Cunti e Vauclair (oltre a quelle dello stesso Hofmann) e una ciascuno per Lajunen, Walker, Sanguinetti, Sannitz, Lapierre e Bertaggia. Quando sarà tempo di reinserire chi manca, si tratterà dei famosi “problemi grassi”.
QUANTO È SPIETATO L’EX
Si sa, nello sport raramente la famosa “legge dell’ex” sbaglia il suo bersaglio. Lo sanno molto bene a Zugo con gli ormai consueti gol bianconeri dai propri illustri giocatori passati, lo hanno capito di nuovo anche a Kloten e Zurigo, entrambi colpiti nel giro di 4 giorni. Luca Cunti, ex sia di ZSC Lions che del Kloten non ci ha messo molto a ambientarsi nella squadra di Greg Ireland, segnando le sue prime reti con la nuova maglia. I gol del centro finora sono 2, per la precisione, una segnata ai Lions nella lezione di venerdì – con, immaginiamo, somma soddisfazione del numero 12 – e la seconda quale game winning goal contro il Kloten, suo “rifugio” della scorsa stagione dopo essere partito dall’Hallenstadion.
IL BARBAROSSA NON C’È PIÙ!
Un po’ è a causa del fatto che in questo inizio di stagione non porta più lui il casco da topscorer, ma soprattutto è per via della barba. In tanti ci avranno messo più del previsto a riconoscere Linus Klasen in pista, e quando lo hanno ritrovato gli occhi si sono fermati subito alla sua barba. La sua ormai proverbiale e foltissima barba color ruggine non c’è più, o meglio, ne è rimasto un fine strato di pochi millimetri. Klasen è liberissimo di fare ciò che vuole con il rasoio, però ammettiamolo, a quella lunga barba ci eravamo affezionati un po’ tutti.
A VOLTE RITORNANO… MEGLIO DI PRIMA
“Chi mai sarà quel numero 72 senza nome sulla maglia?”. In molti alla Resega se lo sono chiesto dopo averlo visto all’opera per qualche energico cambio contro Kloten e ZSC Lions, e la risposta è Vladislav Zorin. L’attaccante russo di licenza svizzera, classe 1994, in verità non è un neofita della maglia bianconera, avendo giocato fino alla formazione U20 del Lugano nella stagione 2013/14. Partito dal Ceresio è andato a farsi le ossa in LNB a Martigny, prima di passare in questa stagione ai Ticino Rockets di Cadieux e venir prestato alla squadra di Greg Ireland per sopperire alle assenze. Giocatore energico e dalla grande intensità, a qualcuno ha già fatto una buona impressione seppure per pochi cambi in quarta linea. Chissà che un giorno…