Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
A QUANTO PARE IL PRESEASON È FINITO
“La nostra stagione inizia venerdì”. Sono queste le parole con cui ha minimizzato e liquidato il disastroso weekend contro le prime due della classe il direttore sportivo Ivano Zanatta, lasciando piuttosto basiti chi lo stava ascoltando. Certo, non che si pretendesse che contro Berna e ZSC i biancoblù ottenessero sei punti, ma la mancanza di spirito combattivo ed urgenza con cui è scesa in pista la squadra deve assolutamente preoccupare staff tecnico e vertici del club. Dalla panchina sino ai piani alti regna la tranquillità… Ma se il campionato “vero” inizierà nel fine settimana, bisogna anche rendersi conto che il “preseason” ha partorito un -8 dal decimo posto e una struttura di squadra che dopo 41 partite evidenzia ancora tantissimi punti interrogativi.
“ANDIAMO SUL PESANTE…”
Avrebbe probabilmente commentato così la sconfitta a Berna dell’Ambrì Piotta il mitico Marty McFly, protagonista della trilogia di Ritorno al Futuro e che indubbiamente in materia di risultati sportivi storici era ben afferrato. L’8-1 incassato dalla squadra di Kossmann nella capitale ha infatti rappresentato una sconfitta più severa di quella che ci si poteva aspettare, tant’è che era da dicembre 2011 che i leventinesi non subivano una battuta d’arresto tanto brusca (8-1 in casa del Friborgo). Senza Delorean è difficile immaginare come andranno a finire le prossime partite dell’Ambrì, ma c’è da sperare che il futuro riservi qualche sorriso in più.
DUE STRANIERI A METÀ
È questa la situazione in cui si ritrova ora l’Ambrì Piotta. Matt D’Agostini e Mikko Mäenpää si sono sinora resi protagonisti di una stagione tribolata, entrambi arrivano da un infortunio e tutti e due potrebbero essere fondamentali per la corsa alla salvezza. Al momento, però, difficilmente possono entrambi trovare spazio nel quartetto d’importazione titolare, ed in questo senso è difficile scegliere su chi scommettere per un finale di campionato in ripresa. L’Ambrì ha bisogno di un difensore di livello e di un elemento con il giusto killer instinct in fase offensiva e powerplay… Il passato dei due giocatori coincide con i profili richiesti, lo farà anche il futuro?
IL BALLETTO DEI RUOLI
Febbraio è oramai alle porte, ma l’Ambrì Piotta sembra avvicinarsi alla fase decisiva del campionato senza una precisa struttura, ed il puzzle biancoblù evidenzia ancora alcuni pezzi che da tempo cercano una collocazione. Basti pensare ad esempio a Lukas Lhotak – oggi centro, domani ala, passando magari dal ruolo di 13esimo – oppure a Kamber, nelle ultime settimane impiegato anche in difesa e finito pure in sovrannumero. C’è poi Kostner, che da elemento da quarta linea è stato promosso in prima ed in powerplay, oppure Guggisberg, anche lui alla ricerca di una reale collocazione. Vi sono poi pezzi messi sul tavolo un po’ alla rinfusa, come Bastl e Berthon, che si spera possano incastrarsi in squadra a dipendenza delle necessità… Speranza però rischiosa, Kossmann è ora chiamato a trovare una quadratura del cerchio ed insistere su quella.
LA COLLEZIONE È COMPLETA
Thibaut Monnet è arrivato a quota 11. Stiamo parlando del numero di avversarie a cui è riuscito a segnare almeno una rete, visto che con il gol messo a segno contro gli ZSC Lions l’attaccante è finalmente riuscito a segnare contro tutte le squadre di NLA da quando è arrivato il Leventina. La sua segnatura ha inoltre permesso all’Ambrì di arrivare a quota 100 reti segnate in stagione, nonchè di far registrare il gol casalingo numero 4’900 nella storia del sodalizio leventinese.
TUTTI AI SUOI PIEDI
Che Linus Klasen sia uno dei giocatori più spettacolari sul territorio europeo è ormai risaputo. Nell’esercizio dei rigori è forse addirittura il miglior funambolo in circolazione assieme al suo connazionale Omark, e tra i portieri di vittime delle sue finte ce ne sono a bizzeffe. Quello che ha fatto Robert Mayer però va oltre, con il portiere ginevrino prostratosi sul ghiaccio con i ringraziamenti dello stesso Klasen per un rigore facilissimo. “Ai suoi piedi, o sire!”
RITORNO AL PASSATO COMPLETATO
Vedere Greg Ireland sulla panchina del Lugano ha riportato alla memoria la serie di playout (non del tutto scongiurati nemmeno oggi…) del Lugano targato 2010/11. Da subito il coach canadese si è affidato su quei giocatori che a quel tempo furono i suoi “senatori” per quelle 4 partite, dando molto ghiaccio ai veterani. A Ginevra e contro il Kloten si è visto Reuille giocare le situazioni di box play, Vauclair e Sannitz in power play, e quello che ai tempi era un giovanissimo Alessio Bertaggia, ai suoi esordi in prima squadra, è tornato al gol con una bellissima rete a Les Vernets. Ora, va bene i revival, ma non tutto deve per forza andare come in quella stagione, sia chiaro…
L’INIZIO DI UNA PICCOLA GUERRA FREDDA
Detto di un ritorno ai tempi in cui Ireland era sulla panchina del Lugano per la prima volta, l’auspicio è che non si torni a quei tempi a livello di risultati sportivi e soprattutto di rapporti tra l’ambiente dei tifosi e la società. La curva nord ha pesantemente contestato l’operato del direttore sportivo Roland Habisreutinger, la società ha risposto con un comunicato severo, in mezzo rimane quella fetta di tifosi comunque ancora dalla parte del club. Questo clima di “guerra fredda” è il sintomo che qualcosa di molto più grave di un risultato sportivo negativo potrebbe succedere, ossia una spaccatura netta tra una grossa parte del tifo e i piani alti del Lugano. Ci sono voluti 10 anni perché dalla seconda parte della scorsa stagione si sia cominciato a respirare un entusiasmo e una fibrillazione che da troppo tempo erano svaniti. Si spera che tutte le parti in causa (e qui rientriamo anche noi media) siano dotati della saggezza necessaria perché si eviti il gelo in famiglia.
LUCA, IL CASTING È FINITO
Luca Cunti sarà ufficialmente un giocatore del Lugano a partire dalla prossima stagione, ma per intanto gli ZSC Lions hanno optato per il prestito a Kloten. Il centro zurighese aveva segnato una doppietta contro il Lugano proprio mentre le prime voci di un suo approdo in riva al Ceresio si facevano più insistenti, mentre venerdì sera alla Resega, come centro della velocissima prima linea degli aviatori con Hollenstein e Praplan, ha fornito un bell’assist a quest’ultimo per il vantaggio ospite e ha messo in difficoltà la difesa bianconera per quasi tutto il match. La vittoria del Kloten alla Resega è arrivata in un momento di grande difficoltà per la squadra di Tirkkonen, e proprio Cunti potrebbe rilanciare le quotazioni degli aviatori nella corsa ai playoff, in una lotta a distanza (mica tanto alla fine) con il Lugano. Okay Luca, sei bravo e sei stato assunto, ora calmati però.
TICINO ROCKETS, FARM TEAM PER GIOVANI E… “VECCHI”
Lo scopo dei Ticino Rockets è quello di preparare e sviluppare i giovani perché possano puntare al salto in LNA, ed ultimamente i ragazzi di Cereda stanno raggiungendo ottimi risultati, sia di squadra ed individuali. A giovarne però non sono solo i giocatori, dato che a ricevere una promozione improvvisa è stato anche Jussi Silander, da assistente di Cereda a Biasca ad assistente di Ireland a Lugano. Di Ireland non bisogna dimenticare il lavoro svolto nei due giorni che hanno separato il Lugano dalla partenza di Shedden e Curcio all’arrivo di Ireland direttamente a Ginevra, con il finlandese gettato “nella mischia” praticamente quasi da solo (con l’aiuto del preparatore Lassi Laakso) in un momento così delicato.