Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
L’UOMO DEI TORTI SUBITI
È stata una settimana nuovamente su buoni livelli per Janne Pesonen, contraddistinta però anche da un paio di momenti “disgraziati” che lo hanno visto protagonista sia martedì che sabato sera. Nella sfida contro il Berna ha infatti fatto discutere in tutta la Svizzera l’episodio che aveva visto il finlandese privato di una rete che era apparsa regolare, ma poi non concessa perchè arrivata a gioco fermo. Il problema è che nessuno aveva capito il perchè del fischio arbitrale, fischio che ancora oggi resta un mistero. Un nuovo torto Pesonen l’ha poi subito sabato, quando una bastonata di Roland Gerber in pieno volto lo aveva visto uscire dal ghiaccio sanguinando pesantemente… Il gesto era involontario, ma visto che un giocatore è responsabile del proprio bastone, ci stava come minimo un 2+2… Ma niente da fare, Pesonen ha dovuto accettare il secondo torto settimanale. Ouch!
COME TIGRI IN GABBIA
Dopo un buon primo tempo, l’Ambrì Piotta si è via via spento sabato contro il Langnau, sino ad andare in contro ad una sconfitta dal sapore amaro. I biancoblù hanno chiuso la sfida contro i bernesi facendo loro stessi la parte delle… Tigri in gabbia, anche se per addirittura tre giocatori biancoblù il tutto è stato più di una metafora. Dopo Michael Fora e Diego Kostner, anche Janne Pesonen è infatti stato costretto a scendere in pista dopo quella bastonata al volto con la griglia sul casco, solitamente riservata ai più giovani. Insomma, sabato loro tre in gabbia ci sono finiti per davvero, ma a preoccupare maggiormente è stata quella metaforica che ha imprigionato l’Ambrì. Dal derby di sabato, bisognerà ritornare ad essere leoni.
NON VIOLATE QUELLA PORTA
Potrebbe essere questo, prendendo in prestito e modificando il titolo di un noto film, il gameplan dell’Ambrì Piotta. Anche in questo weekend si è infatti confermata la “regola” che vede i biancoblù perdere le partite in cui riescono a segnare per primi. Per la settima volta in stagione, infatti, l’Ambrì ha sbloccato il risultato ma è uscito dal ghiaccio battuto, mentre solamente in due circostanze la squadra di Kossmann ha ottenuto la vittoria dopo aver aperto le marcature. Insomma, se in futuro i leventinesi dovessero subire la prima rete della serata, non disperate… Potrebbe essere buon segno!
BATTUTA DI CACCIA…
… Possibilmente in terra bernese! Sembra essere questa la filosofia di Lukas Lhotak, che quando di fronte si trova orsi o tigrotti, estrae il “fucile” e non sembra mancare un colpo. Berna e Langnau sono infatti storicamente le due avversarie preferite dal giovane ceco, che in carriera è riuscito ad infilare complessivamente contro di loro otto gol, quattro ciascuno. Il prossimo passo sarà quello di ingrandire il proprio territorio… In NLA, d’altronde, è aperta anche la caccia ai dragoni, ai leoni e ai tori, senza dimenticare le pantere bianconere!
“C’È CHI DICE NO”
Ed in questo caso è stata l’assicurazione malattia, che sabato sera ha fermato il ritorno sul ghiaccio di Peter Guggisberg. L’attaccante è stato messo KO oramai diverse settimane or sono da un nuovo infortunio al ginocchio e, considerando il suo passato particolarmente fragile, evidentemente a livello assicurativo si è preferito aspettare di avere qualche garanzia in più. L’OK a livello medico c’è però già da alcuni giorni, tant’è che Guggisberg ha già preso parte ad un paio di allenamenti completi con la squadra. Sabato per lui dovrebbe essere finalmente il giorno buono per il rientro, anche se nel suo caso è difficile metterci… Il ginocchio suo fuoco!
LA CALMA, PRIMA CHE SIA TEMPESTA
Giorni difficili e convulsi quelli vissuti dall’ambiente bianconero prima della corroborante vittoria contro il Friborgo. Le pesanti sconfitte di Kloten e Berna hanno lasciato qualche strascico, e anche i tifosi hanno voluto, giustamente, dire la loro. Al ritorno da Berna, in piena notte, un gruppo di sostenitori ha voluto incontrare la squadra bianconera, per una conversazione pacifica ma seria e pacata, con le voci già in circolazione di una eventuale contestazione. Nulla di tutto ciò, a parte uno striscione appeso dalla Curva Nord sabato sera (“Chi milita merita, gli altri via”) ma solo il sostegno di tutti a patto che la squadra tornasse a mostrare lo spirito giusto. Così è stato, e come la società ha deciso di parlare alla squadra prima di prendere decisioni importanti, anche i tifosi hanno voluto cercare soluzioni diplomatiche prima che il tempo volgesse alla tempesta.
ORA TUTTI LO CONOSCONO
La doppietta nel derby lo aveva rilanciato, dopo che per qualche mese si pensava che per Fazzini potesse essere una stagione ancora in chiaro-scuro, la tripletta contro il Friborgo ha messo poi in luce il suo repertorio da attaccante di razza. Luca ha lavorato forte, meritandosi (non solo per gli infortuni) la fiducia di Shedden che lo ha piazzato al fianco di Klasen. Giocare al fianco del fenomeno svedese non è facile, non si creda il contrario, occorre pensare come lui fuori dagli schemi, anticiparne le idee e andare dove l’avversario non si aspetta che arrivi il disco. Fazzini queste qualità le ha tutte e le sta esaltando, facendo vedere a tutti il talento che ha sempre avuto ma che raramente ha espresso, per demeriti propri o di terzi. Oggi ne parlano tutti, anche opinionisti d’oltralpe che fino a poco tempo fa assicuravano che Lugano non era la piazza per lui e che fosse lui stesso sopravvalutato, mentre ora “consigliano” Shedden di utilizzarlo sempre così. Facile dirlo ora, l’importante sarà non cambiare opinione quando arriveranno delle difficoltà (cicliche nello sport) per un ragazzo che, ricordiamolo, è nato nel 1995, forse fino ad ora travolto dalle aspettative.
UNA PALLOTTOLA SPUNTATA – L’ODORE DELLA PAURA
Kloten-Lugano 9-1, capolinea per Barry Smith. Kloten-Lugano 8-3, Doug Shedden si salva ma è sulla graticola, la Swiss Arena sembra voler tornare a essere un plotone, ma l’allenatore schiva la pallottola. Davos-Lugano 5-0, ultimo tango per Patrick Fischer. Berna-Lugano 5-0, il proiettile sparato dagli orsi sfiora il cappotto di Shedden che, forse risvegliato da quel colpo di striscio trova la maniera di scuotersi e scuotere la squadra. Non ci sembra il tipo di allenatore che prova paura, il canadese, ma a schivare pallottole in quella maniera, qualche brivido corre.
NON DIMENTICHI QUALCOSA?
Prima di lui, l’ultimo giocatore bianconero a segnare una tripletta fu Fredrik Pettersson, che al fianco di Linus Klasen ha fatto sfracelli per 2 stagioni. Luca Fazzini iscrive il suo nome appena dopo quello del miglior scorer bianconero dell’ultimo decennio, e a 21 anni è una bella soddisfazione. Tanto che dopo aver segnato l’8-0 contro il Friborgo non gli è nemmeno venuto in mente di portarsi via il disco, come avviene solitamente in questi casi o per le prime reti da professionisti. A recuperare quel puck in fondo alla rete e a porgerlo al numero 17 è stato Klasen, che in Fazzini sembra aver trovato il compagno ideale, e quando un fenomeno come lo svedese fa un gesto del genere verso un giovane, il significato assume ancora più corpo.
“BAD DOG” SI È ADDOLCITO PURE LUI
Sensazioni strane vederlo aggirarsi nei dintorni degli spogliatoi della Resega, lui che ha fatto parte della storia del Lugano e che ha scritto pagine importanti, di gloria ma anche di amarezza. Larry Huras dopo la pesante sconfitta patita dal suo Friborgo alla Resega è amareggiato e deluso, ma rimane sempre un signore di prima categoria. Sorrisi, saluti e strette di mano a chiunque incontrasse e gli rivolgesse uno sguardo, “Bad Dog” oggi pare invecchiato e provato dalle difficoltà incontrate nelle ultime stagioni. Ma in fondo al buon Larry un sorriso e una stretta di mano non si nega mai, lui che pare persino addolcito anche dopo 8 reti subite dalla sua squadra.