Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati da tre a cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
I biancoblù sono usciti dal weekend con un bottino di zero punti e, considerando anche il match di martedì a Rapperswil, il passato più recente dell’Ambrì Piotta parla di tre sconfitte consecutive. Nel fine settimana i leventinesi sono inoltre riusciti a segnare solamente una rete con Daniele Grassi.
NON CI SONO PROBLEMI GRASSI
L’Ambrì Piotta nelle ultime partite non è riuscito a segnare per ben 160 minuti e 40 secondi, astinenza che coincide con la quarta più lunga nell’intera storia del club. I problemi sul fronte offensivo sono tanti, a partire dalle individualità sino ad arrivare alla scarsa efficacia del powerplay. In questo senso l’Ambrì non ha però problemi grassi… Ne senso che proprio Daniele Grassi ultimamente sembra l’unico a vedere la porta, con un palo colpito a Berna e la rete della bandiera sabato sera!
ERCOLINO SEMPRE IN PIEDI
Qualcuno si ricorda il mitico misirizzi che veniva regalato dalla Galbani agli inizi degli anni sessanta? Ecco, Francis Bouillon è una versione nordamericana del celebre gioco. Puoi spingerlo, checkarlo, sgambettarlo e tentare qualsiasi altra via per fermarlo e farlo cadere, ma l’agile difensore ex Canadiens, nelle rare volte in cui riuscirai a spedirlo sul ghiaccio, tornerà in piedi praticamente rimbalzando. È una scena comunque abbastanza rara… Solitamente se si tenta di farlo cadere si finisce con la faccia sul ghiaccio molto presto, con i graditi omaggi del baricentro basso e la massa muscolare notevole di Bouillon.
SCONFITTA DOPO SCONFITTA… VERSO I PLAYOFF!
L’Ambrì Piotta ha fatto registrare tre sconfitte consecutive nel corso della settimana ma, dando un’occhiata alla classifica, ci si accorge che i biancoblù sono ancora all’ottavo posto! Certo, continuando a perdere la situazione non durerà molto, ma dopo questa disastrosa settimana è un fatto che i biancoblù sono ora tre partite più vicini ai playoff… Pensa te!
TEMPERAMENTO MERIDIONALE
Per definizione si dice spesso che le persone provenienti dal Sud Italia hanno un temperamento ed un modo di porsi più sanguigno e focoso del normale. Non ha voluto fare eccezione Antonio Rizzello, nato e cresciuto in Svizzera ma di chiare origini italiane che, dopo aver fallito una ghiotta occasione nel match della Valascia, di ritorno in panchina ha letteralmente spaccato un bastone sulla balaustra infuriato con sé stesso. Dopodiché ha suonato la carica ai suoi incoraggiandoli a dare ancora di più. Non è un caso che porti la “A” di sul petto. Rizzello potrà anche non essere il giocatore più talentuoso della squadra allenata da Eldebrink, ma è sicuramente uno dei leader dello spogliatoio sangallese. Chiedere ai leventinesi il risultato finale per sapere se il gesto non ha sortito l’effetto sperato.
CON UN KEITH COSÌ, AUCOIN CHANCE PER L’AMBRÌ…
Dopo l’annuncio dell’arrivo di Aucoin in Leventina molti tifosi biancoblù hanno sognato di poter vedere il centro statunitense tornare a formare una coppia da sballo con il fido compagno Giroux. Stagioni da oltre e poco meno di cento punti, tanto spettacolo ed una chimica irresistibile d’altronde permettevano certi ragionamenti. Ed invece lo scenario è mestamente diverso. Aucoin fatica maledettamente e di riflesso il rendimento di Giroux, praticamente in simbiosi talmente è legato al centro. Il gioco di Aucoin è lento e prevedibile (in particolare in superiorità numerica)… Sicuramente l’opposto di quanto ci si aspettava, per buona pace di coloro che si attendevano giocate di fino (che ogni tanto arrivano, salvo poi essere troppo telefonate o imprecise) e punti a valanga…
I bianconeri nel weekend hanno fatto il pieno di punti, superando senza troppe difficoltà il Rapperswil e vincendo ai rigori un’autentica battaglai contro il Ginevra Servette! I bianconeri hanno ora il primo posto nel mirino, che dista solamente tre lunghezze.
SCUSATE IL RITARDO, CI SONO ANCH’IO!
Per 50’ minuti buoni Linus Klasen ha “giochicchiato” in cerca di qualche spunto senza troppa convinzione contro i colossi ginevrini. Poi, a pochi minuti dal 60esimo, si è accorto che c’era bisogno di lui: ha cominciato a lasciare sul posto qualche avversario, prima di insaccare il gol del pareggio e di segnare il rigore decisivo contro Mayer. Lo scopo di un giocatore come lui è questo: non solo spettacolo, ma concretezza al momento giusto.
L’IMPORTANTE È PRENDERLA CON FILOSOFIA
Qualche secondo prima Mayer aveva salvato con un big save un gran rigore di Klasen, lecito quindi che si aspettasse un’altra mossa magica da parte dello svedese nel suo secondo tiro. Invece il buon Linus lo ha battuto con un beffardo e minimalista tiro nel “five hole” mentre il portiere di origine ceca si era ipnotizzato sulla paletta del numero 86 attendendosi chissà quale trick. Come l’ha presa Mayer? Chiedere al suo bastone e al palo della porta.
IL MIGLIOR ATTACCO… ERA LA DIFESA
La scorsa stagione la difesa del Lugano si era distinta come una delle più produttive in fatto di reti. Finora invece, complice un reparto d’attacco potenziato e l’allungamento dei terzi, sono solo 4 le reti dei difensori bianconeri sulle 49 segnate. Come avranno pensato i vari Hirschi e Vauclair, “mica possiamo fare sempre tutto noi”…
PIÙ CHE UN FUCILE È UN LANCIAMISSILI
Inutile cercare di fermare Pettersson quando carica il tiro, lui farà partire la sua cannonata qualunque cosa, giocatore o persona in generale gli si parerà davanti. Solo che a volte deve alzare eccessivamente la mira per evitare l’avversario che si getta sul ghiaccio… A chi sta nello slot si consiglia di abbassare la testa o di portare un casco integrale, eventualmente anche di cambiare ruolo così da evitare di stare in zona bombardamenti.
MA MCSORLEY ERA AMMALATO?
Quanti show si ricordano alla Resega da parte del focoso – eufemismo – coach del Servette. Dai rifiuti di tornare in pista con la sua squadra, alle mancate strette di mano finali, ai bastoni lanciati in pista per attirare l’attenzione. Sabato sera semplicemente qualche urlo con gesticolazioni annesse, un paio di occhiatacce all’arbitro e nulla più. Sarà che sta invecchiando, ma sembrava sin troppo tranquillo.