Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
VENTO D’ESTATE, VENTO DI TEMPESTA
Cory Emmerton, Adam Hall, Matt D’Agostini e Mikko Mäenpää. Per la prima volta in stagione l’Ambrì Piotta martedì a Losanna ha potuto schierare i quattro stranieri scelti durante l’estate ma che, a causa di infortuni e decisioni tecniche, mai erano stati mandati in pista tutti assieme. Purtroppo il risultato non è stato quello sperato, il quartetto d’importazione non ha messo a referto nemmeno un punto e nella sfida successiva è stato nuovamente scorporato… Vento d’estate, sì, ma per le loro prestazioni anche vento di tempesta.
A GREAT DAY FOR HOCKEY!
L’Ambrì Piotta è la squadra ad aver giocato sin qui più partite di tutti – già 16 – questo in seguito a due martedì di fila in cui i biancoblù ed i loro rispettivi avversari sono stati gli unici in NLA a scendere in pista. Tra chi era impegnato in CHL e chi, di riflesso, si è goduto la serata libera, i leventinesi sono dunque stati gli unici a tenere alta la bandiera il martedì sera, regalando agli appassionati l’occasione di assistere ad un match infrasettimanale senza dover attendere un nuovo weekend… Perchè in fondo, che settimana sarebbe senza hockey?
ANDARE A PUNTI, A COSTO DI ANDARE A PUNTI
Quando le cose non vanno bisogna puntare sulle semplicità e, nel mondo dell’hockey, metterci il fisico ed avere la volontà di andare là dove fa male, per cercare quei gol sporchi che hanno il potere di cambiare le partite. Sabato contro il Friborgo i biancoblù hanno provato a tirare di più, ma lo spirito di sacrificio ed il tasso di “disperazione” della squadra non sono ancora dove dovrebbero essere. Per andare regolarmente a punti bisogna essere disposti a tutto, ad immagine di un Hall che è uscito sanguinante da un contrasto con Kienzle nello slot… Sabato ad ottenere punti è stato solo lui – un paio al viso, prima di poter rientrare – ma se tutti avesse un atteggiamento più battagliero probabilmente i blu extra verrebbero ricompensati da una classifica migliore.
FATTI FURBO, SEGUI LA VOLPE
In una squadra composta da diversi veterani e giocatori d’esperienza, è strano che l’esempio debba portarlo un giovane di 21 anni, ma dopo essere andato a punti in sei delle ultime sette partite, ed aver ottenuto in 15 match praticamente lo stesso bottino dell’intero scorso campionato, Jason Fuchs deve essere fonte d’ispirazione e riflessione. Ispirazione sì, perchè se tutti avessero il suo entusiasmo sul ghiaccio anche altre linee potrebbero iniziare a produrre con regolarità. Riflessione anche, perchè se il Top Scorer è lui, significa che in troppi non stanno svolgendo al meglio i compiti a loro assegnati. Insomma, fatevi furbi e seguite la volpe, prima che sia troppo tardi!
TRA OPPORTUNITÀ E REALTÀ
I tifosi della Curva Sud puntano il dito alla gestione del club, dopo aver visto la loro squadra viaggiare alla media di un punto a partita. 16 punti in 16 match, troppo pochi per sperare di restare agganciati ancora a lungo alla linea che delimita l’accesso ai playoff, ed in tanti invocano il cambio di guida alla transenna per rilanciare le proprie quotazioni e tenere fede ai proclami fatti durante l’estate. In Valle si temporeggia ed invoca fiducia, ma la vera domanda a questo punto potrebbe essere questa: la rosa a disposizione è sufficientemente attrezzata per puntare realisticamente ai playoff, oppure no? Si è sottovalutato gli avversari e sopravvalutato le proprie potenzialità, oppure no? La si prenda come provocazione, perche se così fosse, per ottenere la salvezza Kossmann dovrebbe bastare…
VADO DI TESTA, TANTO HO IL CASCO
Tobias Stephan deve aver visto il suo dirimpettaio Merzlikins andare in difficoltà sul quel tiro di Alatalo di cui ha mancato la facile presa di guantone, e allora ha pensato di cambiare lui lo stile. Sul facile appoggio di Martensson, il portiere dello Zugo avrebbe potuto prendere facilmente il disco col guantone, ma memore dell’errore dell’avversario ha voluto fare l’alternativo cercando di deviarlo di testa. Il risultato? Lasciamo stare, se voleva fare il calciatore non indossava dei pattini…
DAL TICINO… FRUTTA DI STAGIONE
Nel back-to-back del week end, il Lugano è andato ad affrontare lo Zugo alla Bossard Arena dopo averlo battuto all’overtime la sera prima alla Resega e il bianconeri si sono voluti presentare con qualche omaggio tipico della stagione autunnale. Dopo che Morant ha fatto gli onori di casa, Lapierre gli fatto assaggiare un paio di dure castagne tanto per cortesia, mentre più tardi, su gentile richiesta di Holden subito dopo la rete del 3-0, lo stesso canadese e il compagno Wilson hanno fatto omaggio di un paio di fichi belli maturi al numero 27 dello Zugo. La serata non è stata delle migliori per il Lugano, ma almeno i bianconeri non hanno fatto la figura di quelli che si presentano a mani vuote a casa degli altri.
EPPUR SI MUOVE…
Il Lugano ha a disposizione 6 stranieri tutti arruolabili, di cui 2 difensori e 4 attaccanti, e per Shedden la scelta è piuttosto ampia. L’unico a sembrare al sicuro dalla tribuna è ovviamente Linus Klasen, e molti vedono in Martensson come uno dei papabili a restare fuori per la sua “invisibilità” sul ghiaccio. Eppure il 36enne svedese in questa stagione è partito con 5 reti e 8 assist in 14 partite (+0), mentre un anno fa allo stesso punto del campionato aveva messo a segno 2 reti e 6 assist (+1) in una linea fantastica assieme allo stesso Klasen e Pettersson. Sarà poco visibile, ma c’è da essere sicuri che con il suo mestiere e la grande esperienza è la miglior spalla in squadra per Klasen, che oltretutto rimane sempre in attesa di uno scorer al suo fianco.
DOUG SHEDDEN IN “CAST AWAY”
Tom Hanks, sull’isola sperduta nell’oceano, si era fatto come compagno un pallone da volley a cui aveva dato affettuosamente il nome “Wilson”, amico fedele e inerme del disperato naufrago Chuck Noland. Doug Shedden dal canto suo si è visto arrivare alla Resega Ryan Wilson, che pallone da volley non è, ma è stato per il coach canadese un appiglio molto forte a cui aggrapparsi nei momenti di emergenza della difesa bianconera. Ora che l’infermeria si sta svuotando, Shedden non sembra volersi separare mai da Wilson, fedelissimo e infaticabile difensore. Va bene, infaticabile forse all’inizio, ora comincia anche lui a soffrire l’alto minutaggio delle sue prime partite, ma come la palla sull’isola di Cast Away, anche Shedden fatica a separarsi dalla compagnia del “suo” Wilson.
EFFETTO MAXIM
Maxim Lapierre è tornato alla Resega per la gioia sua, del coach Shedden e di tutto l’ambiente bianconero. Sulle qualità tecniche e di come possano essere inserite nel contesto del Lugano si può sempre discutere, ma se lo staff lo ha voluto fortemente di nuovo a Lugano è anche per le sue incredibile qualità di uomo squadra e lottatore, senza dimenticare l’empatia che che ha suscitato su tutti i tifosi. L’accoglienza riservatagli sabato sera ma anche la “folla” presente al suo primo allenamento di venerdì mattina provano quanto questo giocatore possa essere amato dai propri tifosi e l’entusiasmo che può portare, aldilà di tutti i discorsi tecnici, in una maniera che ha toccato pochissimi giocatori del Lugano.