Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati da tre a cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Nel weekend i biancoblù sono riusciti a conquistare un ottimo bottino di cinque punti, superando in trasferta il Bienne per 4-2 ed imponendosi poi in casa ai rigori contro il Ginevra Servette. Protagonista del doppio turno è stato Alexandre Giroux, autore di un hat-trick sabato e di due rigori decisivi sabato alla Valascia.
È FINITA LA CAMOMILLA!
Spesso criticato ad inizio stagione ed incapace di trovare la via del gol con la solita regolarità, nel weekend Alexandre “Camamela” Giroux si è decisamente svegliato, scrollandosi di dosso il soprannome affibbiatogli da alcuni tifosi! Autore di un hat-trick nella partita di Bienne e del rigore decisivo che ha consegnato la vittoria all’Ambrì sabato contro il Ginevra, l’attaccante canadese deve aver finito la camomilla ed optato per qualcosa di più forte prima del weekend. Avanti così!
“HAI UN AMICO IN ME… UN GRANDE AMICO IN MEEEE”
In Leventina si sta ancora aspettando che Keith Aucoin trovi davvero le dimensioni del nostro campionato ed inizi a macinare gioco e punti in combutta con il compare Giroux. Nonostante nelle ultime uscite non stia convincendo, proprio Giroux non perde occasione per difendere il compagno nelle varie interviste concesse ai media, e da vero amico evidenzia puntualmente i suoi piccoli passi avanti. La coppia sinora non scoppia, ma indubbiamente è più unita che mai!
GINEVRA SERVETTE, STANLEY CUP CHAMPIONS!
Nella partita di sabato alla Valascia c’erano ben nove giocatori in pista che hanno militato almeno in un’occasione nella NHL. A ricordare però il miglior campionato al mondo ci ha pensato più di tutti Juraj Simek che, dopo aver messo a segno il provvisorio 2-2, si è lasciato andare ad un’esultanza forse un po’ troppo plateale considerato il contesto. Peccato, perché mancavano solamente le urla del mitico Doc. Emrick: “Scooooores! The Geneve Servette Eagles are the Stanley Cup Champions!”
GINEVRA? NO GRAZIE…
Nonostante abbia giocato oltre 80 partite in NLA, Sandro Zurkirchen non è mai sceso in pista in carriera contro il Ginevra Servette, e anche sabato sera alla Valascia questo dato non è stato smentito. Complice il problema intestinale che lo aveva messo KO a Bienne e alla buona risposta di Flückiger contro i bernesi, “Zuri” è rimasto in panchina, rimandando nuovamente la sua sfida personale contro i granata.
LA VALASCIA NON SI TOCCA! ANCHE SE…
“No alla nuova Valascia, quella odierna fornisce già il minimo indispensabile per andare avanti!” oppure “La Valascia non si tocca!”. Questi gli slogan lanciati da alcuni tifosi in seguito alle intimazioni inamovibili da parte della Lega che obbliga i leventinesi a trovare una nuova dimora nel giro di pochi anni. Può essere vero che il minimo indispensabile è già a disposizione di coloro che salgono in Leventina per supportare i biancoblù, ma in alcuni frangenti (vedi foto) forse più di un tifoso ha sognato di poter entrare rapidamente in una pista molto più funzionale ed accogliente. E per fortuna non pioveva/nevicava!
I bianconeri nel weekend hanno giocato una delle migliori partite di questo campionato, superando sabato sera alla Resega la capolista Zurigo e portando sul ghiaccio una prestazione che finalmente è durata tutti i 60 minuti. Peccato per la sconfitta ai rigori a Kloten venerdì, che ha limitato il bottino dei bianconeri a quattro punti.
COME SUO PADRE, ANZI, MOLTO MEGLIO
In molti alla Resega se lo sono chiesto: ma chi sarà mai quel ragazzino senza il nome sulla maglia e la visiera a griglia sul casco che viaggia a 100 all’ora al fianco di Ryan Keller e Roman Wick? Quel giovane dal fisico ancora esile non era che il talentuosissimo Denis Malgin, figlio di quell’Albert Malgin che fece sfracelli negli anni ‘80-’90 in LNB. L’unica differenza col padre è che sinora Denis ha giocato una sola stagione in LNB con i GCK Lions, di cui è stato il terzo miglior marcatore alla tenera età di 16 anni. Scusa papà, ma ora tocca a me…
UN ONORE CHE VA AL DI LÀ DEL SINGOLO
L’incredibile inizio di stagione di Fredrik Pettersson non è passato inosservato e l’attaccante svedese è appena stato insignito del premio di miglior giocatore d’Europa del mese di settembre. Questo onore non tocca solo il topscorer bianconero, bensì tutto il campionato svizzero, in tempi recenti timoroso di perdere qualità a favore della KHL. A smentire questa tendenza non c’è solo Pettersson, ma anche i vari Klasen, Filppula, Hall, Danielsson, Johansson, Bouchard o ancora Mueller e Holloway dimostrano che sempre più giocatori di valore internazionale ricominciano a prendere la via della LNA, mettendo sulla bilancia anche il livello tecnico e la qualità di vita elvetica a fronte dei non sempre facili soldi della non sempre facile Russia.
TI RICORDI QUELLA VOLTA…?
Da una parte un giovane tecnico, dall’altra un “vecchio” giocatore. Stiamo parlando di Patrick Fischer e Marcel Jenni, avversari venerdì sera a Kloten ma compagni di squadra del Lugano che fu alla fine degli anni ’90. All’inizio degli anni 2000 i due presero strade diverse e, a conferma dei caratteri diversi, li ritroviamo ora uno su una panchina e l’altro a divertirsi in pista come un ragazzino di 40 anni. Quando Fischer e Jenni cominciarono la loro carriera professionistica, qualcuno tra Fazzini, Sartori, Merzlikins o ancora Praplan e Harlacher non era nemmeno nato, ma ora ha la fortuna di essere allenato o di avere per compagno di spogliatoio un’icona storica dell’hockey svizzero moderno. “Eh, ai nostri tempi…”.
LAVORI FACILI? NO GRAZIE
Brett McLean lo conosciamo, lo zampino appena può ce lo mette sempre. Le sue reti non sono sempre spettacolari da vedere, ma spesso, come nel caso della deviazione vincente contro i Lions, sono di un coefficiente di difficoltà elevatissimo. Poi succede che a un minuto dal termine della sfida, Pettersson gli serve un disco d’oro a un metro e mezzo di distanza dalla porta ormai sguarnita degli zurighesi, ma il numero 53 scaglia il puck clamorosamente sul palo. Probabilmente gli è sembrato troppo facile segnare così, la vera difficoltà sta nel centrare il ferro.
QUESTIONE DI STILE
La nuova modalità di entrata in pista dei bianconeri, accompagnata da uno speaker molto compassato e solenne nell’accompagnare i nomi dei giocatori, ha uno stile velatamente nordamericano ed appare ai più meno caotica e sicuramente gradevole. Al pubblico della Resega non va però certamente insegnato come accogliere gli avversari e, quando si tratta di dare il benvenuto a ZSC Lions, Berna o Ginevra, i fischi che stridono sotto le volte della pista scaldano l’ambiente e fanno dimenticare tutto l’aplomb precedente. Con buona pace del compassato speaker.