Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
(© Berend Stettler)
GIMME A HUG(H)
Al termine del match di venerdì sera fra Ambrì Piotta e Ginevra Servette, i presidenti dei due club (Filippo Lombardi e Hugh Quennec) hanno personalmente partecipato alla premiazione dei giocatori. Una volta terminate le celebrazioni di rito, i due si sono ritrovati nel tunnel degli spogliatoi, dove hanno avuto la possibilità di scambiarsi un paio di battute. A tal proposito è stato molto bello e simbolico l’abbraccio che un sorridente Lombardi ha voluto regalare a Quennec, dal canto suo piuttosto cupo e pensieroso. Non ci è però dato sapere se, dopo l’8-2 casalingo col quale il Servette si era imposto nella prima partita di campionato, Quennec avesse riservato lo stesso trattamento a Lombardi… Probabilmente un solo abbraccio in quel momento non sarebbe bastato!
“NO GRAZIE, VA BENE COSÌ”
“Uno di noi, Pestoni uno di noi!”, “Giovane, giovane, giovane Pestoni, facci un goal, giovane Pestoni!”. I classici cori che la Curva riserva al beniamino della valle sono solitamente questi, con il pubblico della Valascia che per anni ha inneggiato al proprio idolo in maniera incondizionata… Ma quest’anno la musica è cambiata. Vuoi per un serio infortunio che gli ha causato grossi problemi durante la preparazione estiva (frenando in maniera importante il suo avvio di campionato), vuoi per qualsiasi altra difficoltà dovuta ad eventuali voci concernenti il suo futuro. Fatto sta che (alcuni) tifosi e giornalisti hanno messo in discussione Inti Pestoni per la prima volta in carriera. Un evento che non pare aver fatto molto piacere allo stesso attaccante, non in vena di grandi celebrazioni dopo le due reti in settimana e che al termine della vittoria sul Ginevra, incoraggiato dal presidente ad andare sotto la Curva, ha risposto: “No grazie, va bene così”. Crescere e passare da “giovane Pestoni” a “Pestoni” è anche questo.
DANKE SCHÖN MARK!
Prima del match di sabato sera fra ZSC Lions e Ambrì Piotta la compagine zurighese ha voluto omaggiare il neobiancoblù Mark Bastl con una lunga standing ovation ed alcuni doni. Giocatore dello ZSC dal 2007 al 2015, Bastl è stato acclamato a gran voce dai tifosi locali prima e dopo la partita, nel corso della quale ha pure segnato il più classico dei goal dell’ex. Un ringraziamento che la società ha voluto dare all’attaccante per quanto di buono fatto nel suo periodo di permanenza all’Hallenstadion, dove era riuscito a togliersi grandi soddisfazioni conquistando diversi trofei nazionali e internazionali. Un gesto molto bello che dimostra come nell’hockey non contino soltanto reti, assist e punti. Al contrario, dimostra che anche un giocatore “operaio” e principalmente portato al gioco di rottura (ripensando al suo ruolo a Zurigo) possa dare talmente tanto per una maglia da venir ricordato e festeggiato.
BIRBAUM PESCA IL +4!
Ritrovarsi con un “+4” non è propriamente motivo di gioia se si sta giocando ad “UNO”, ma è sicuramente sintomo di un’ottima serata se si sta parlando di una partita di hockey. Dopo tante critiche, Birbaum ha risposto rendendosi protagonista venerdì sera di una delle partite statisticamente migliori della sua carriera in NLA, rispondendo a chi pensava che solamente nel famoso gioco di carte il difensore potesse pescare un “+4”… Altro che “UNO”, questa volta il piccolo friborghese ha calato il poker!
SE CI SI DIVERTE, PERCHÈ CAMBIARE?
5-2, 5-2, 5-2. L’Ambrì Piotta non ha avuto molta fantasia a livello di risultati nel corso dell’ultima settimana, con tutte le tre partite disputate che sono terminate con lo stesso risultato, anche se in favore degli avversari in quel di Zurigo. Non ci è dato sapere se nella storia dell’Ambrì lo stesso risultato si sia già ripetuto per tre occasioni consecutive, ma sicuro è che il 5-2 è diventato il risultato più frequente nella storia delle sfide tra leventinesi e ZSC Lions. Per i biancoblù si è trattata di una settimana proficua e divertente… Effettivamente, perchè cambiare?
RITROVAR L’AMOR PERDUTO
I gemelli svedesi, così rinominati nella scorsa stagione, Pettersson e Klasen sono stati riuniti da Fischer per la partita contro il Losanna. Non si sono dimenticati come si gioca, e nonostante le difficoltà del numero 86 hanno confezionato la rete del decisivo vantaggio, oltre ad aver creato numerosi pericoli dalle parti di Huet come ai bei tempi. È proprio vero, il primo amore non si scorda mai.
ADEGUARSI ALLE NECESSITÀ
Tony Martensson è diventato padre un mese fa, Ilari Filppula era accanto alla moglie che ha partorito nel fine settimana, e Reuille lo si è visto fare il papà portando a spasso la sua bimba per i corridoi della Resega sabato dopo la partita. Dopo la nuova “Area Salute” non sarà il caso di pensare ad un’ipotetica “Area asilo”?
FUGA PER LA VITTORIA
Lo scatto di Brunner verso il disco poi valso il 2-0 e la sua esultanza hanno dato un tocco di drammatico e di disperato alla vittoria bianconera. Il top scorer del Lugano con quello scatto bruciante e quell’urlo rivolto alla Curva Nord ha voluto probabilmente lasciarsi alle spalle le polemiche e fuggire dalle difficoltà in cui è incappato con i suoi compagni, e tornare a vincere con i suoi gol. Da lì deve ripartire tutto il Lugano, che ha bisogno come l’ossigeno del suo miglior giocatore per continuare a respirare e non rimanere in apnea.
WHY ALWAYS ME?
Le punizioni in panchina di Patrick Fischer hanno fatto parecchio discutere, soprattutto per il fatto che a sedersi “dietro alla lavagna” è stato di nuovo Damien Brunner a Zugo. Con la corazza da hockey sarebbe stato difficile fare come Mario Balotelli e la sua t-shirt con scritto “why always me?”, ma anche senza pensare all’attaccante del Milan siamo sicuri che anche al buon Damien sarà passata per la testa quella domanda.
“SCUSI, CHI HA FATTO PALO?”
Nell’epopea del ragioniere impersonato da Paolo Villaggio, Ugo Fantozzi sfonda una finestra per chiedere chi abbia colpito il palo nella partita che stava seguendo alla radio in auto, prendendosi come risposta un diretto in piena faccia. Un po’ come successo a Patrick Fischer a Zurigo – lungi dal volerlo paragonare al ragioniere – il quale non ha avuto nemmeno il tempo di capire che era stato Reuille a colpire un clamoroso palo, che sul ribaltamento di fronte Matthews è andato a battere Merzlikins con uno dei suoi gol. Un gol durissimo da incassare, proprio come quel pugno in faccia al ragionier Fantozzi.