Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
IL GATTO E IL TOPO
Avete mai avuto un gatto? Chi di voi ha vissuto con un felino di questo genere sa che, se lasciato libero di girovagare per il vicinato, l’amato pelosino prima o poi porterà sulla soglia di casa qualche animaletto. Spesso e volentieri i gatti amano poi torturare le proprie prede, giocandoci, divertendosi nel vederli tentare di scappare, consci del totale dominio che ormai esercitano sul loro trofeo. Venerdì sera alla Valascia, durante il powerplay dello Zugo, sembrava di assistere ad una scena di questo genere, con gli svizzero centrali nel ruolo del divertito gatto ed i leventinesi costretti a tentare di salvarsi, senza però reali chance di sopravvivenza. Il gioco in superiorità numerica degli uomini di Kreis è semplicemente devastante, ed è incredibible come il quintetto sul ghiaccio cerchi la conclusione solo ed esclusivamente a botta sicura.
TANTI AUGURI SAN NICOLAO!
Eros Wagner è un membro dello staff a bordo pista dell’Ambrì Piotta. Forse in pochi lo conoscono per nome, ma chiunque sia stato alla Valascia in una partita nel periodo natalizio lo ha sicuramente visto vestire i panni di San Nicolao, intento a lanciare panettoni ai tifosi al termine del match. Venerdì sera Eros ha però raggiunto un importante traguardo, di quelli da festeggiare con fierezza. Quella contro lo Zugo era infatti la sua 1’000esima partita seguita alla Valascia come volontario in oltre 40 anni. Non è dato sapere se la prima volta che Eros ha messo piede alla Valascia sia coincisa con l’ultima volta in cui decise di farsi la barba (ora molto lunga e di un bel bianco acceso), ma quel che è certo è che il suo è un traguardo che in pochi hanno raggiunto. Bello e giusto dunque il gesto della società, che ha voluto omaggiare la fedeltà di Eros donandogli una simbolica maglia numero 1’000, permettendogli di ricevere un caloroso applauso da parte del pubblico al termine della partita.
LA RIVINCITA DI LAPORTE
L’11 ottobre 2010 Benoit Laporte veniva licenziato dall’Ambrì Piotta, dopo 1 vittoria e 11 sconfitte in 12 partite. Numeri sconcertanti che non avevano lasciato altra scelta alla società se non quella di allontanare l’allenatore ormai inviso da tutti, in particolar modo dal pubblico che lo aveva persino “omaggiato” di una valigia recante il proprio nome. Dopo l’avventura agli Hamburg Freezers (DEL), Laporte è tornato in NLA e sabato sulla panchina del Langnau ha potuto finalmente affrontare il suo passato, vincendo la sua “sfida nella sfida” con l’Ambrì Piotta. Si dice che la vendetta è un piatto che va gustato freddo, ed immaginiamo che cinque anni siano un lasso di tempo più che sufficiente per far raggiungere al pasto la giusta temperatura… Ma c’è da scommettere che Laporte avrà sorriso più per la vittoria in sé che per il nome dell’avversario.
IL CECO CHE VEDE LA PORTA
Giochi di parole e battute a parte, il giovane Lukas Lhotak si sta rendendo protagonista del suo miglior periodo da quando milita in NLA. Poco importa al 22enne se di tanto in tanto Pelletier decide di cambiare i suoi compagni di linea, perchè tutto ciò a cui pensa è trovare la via del gol, e sinora gli è riuscito maledettamente bene. Con quattro reti Lhotak è attualmente il miglior realizzatore dell’Ambrì, e quando è sul ghiaccio non ha certo bisogno degli occhiali per trovare il pertugio giusto per battere i portieri avversari!
C’È UN NUOVO BANDITO IN CITTÀ
Adam Hall sta finendo spesso e volentieri sul tabellino, ma non sotto la voce “reti” oppure “assist”. Il possente attaccante biancoblù sta infatti prendendo la brutta abitudine di passare un po’ troppo tempo nella panchina dei puniti, facendo registrare sabato la quarta partita consecutiva in cui è stato penalizzato almeno una volta. Jesse Zgraggen farà meglio a stare attento… C’è un nuovo bandito in città!
MERCOLEDÌ COPPA, VENERDÌ BRODINO, SABATO BUFFET A SCELTA
La Coppa Svizzera non è ancora entrata nel cuore dei tifosi, che non riescono a esaltarsi per la ritrovata competizione. E nemmeno i club di LNA sembrano avere grosso interesse nel torneo collaterale al campionato svizzero, basti vedere – senza fare ipocrisie – i risultati delle “big” contro le seppur motivate ed esaltate “piccole”. Il Lugano non ha fatto eccezione, battendo a fatica il Winterhur per 2-1, risultato che deve essere rimasto sullo stomaco ai bianconeri, che il venerdì successivo contro il Kloten hanno disputato un incontro piatto e noioso come un brodo di pollo, per poi digerire il tutto il sabato e rimettersi a banchettare contro il Friborgo.
TU VÒ FÀ L’AMERICANO, MA SEI NATO IN TICINO
È uso soprattutto nordamericano quello di lanciare in pista i cappellini per festeggiare l’autore di una tripletta (come dice la parola “hat trick”), ma alle nostre latitudini non è tradizione radicata. Ne ha fatto le spese un giovanissimo tifoso bianconero, che alla terza rete di Hofmann sabato sera, preso dall’esaltazione, voleva lanciare verso il ghiaccio il proprio cappellino. Risultato? Redarguito dal proprio genitore è tornato a sedersi, senza più fare l’americano, ma con gli occhi strabuzzanti per l’impresa del suo idolo.
NEL CENTRO DEL MIRINO
Clint Eastwood non centra nulla stavolta, ma la partita vissuta da Conz alla Resega è stata probabilmente la più difficile delle nove disputate dal portiere friborghese. Durante un primo periodo passato a salvare il salvabile sul plotone d’assalto bianconero, si è visto arrivare dischi da tutte le parti, finché Romanenghi non l’ha centrato in piena fronte con un tiro poco dentro il terzo offensivo. Nemmeno una piega da parte di Conz, in fondo nonostante il bell’inizio della sua squadra, la scorsa stagione si è allenato a lungo per stare in prima linea sotto il fuoco nemico.
A BIASCA NON LI CHIAMANO FOLLETTI
Lui c’era già quando Petteri Nummelin disegnava slalom col disco sul bastone sul ghiaccio della Svizzera, e qualcosa deve aver imparato. Da qualche partita ritroviamo un Alessandro Chiesa che non disdegna di aggirarsi in zona porta avversaria con assoluta nonchalance da attaccante navigato, come dimostrato da quella bella serpentina contro il Friborgo terminata con una non facile deviazione di Conz. D’accordo, non è finlandese, e nemmeno la stazza lascia che lo si definisca un “folletto”. Battute a parte, è giusto che questo difensore, cresciuto e maturato sotto tutti i punti di vista, si prenda i meriti per il nome che porta senza fare strani paragoni, perché partito quasi indesiderato anni fa è tornato da leader ed esempio per tutti.
ANDARE OLTRE LO SPORT, INNEGGIARE ALLA VITA
Prima della partita contro il Gottéron, la Curva Nord ha alzato il coro “Non mollare mai”, che spesso si è sentito sotto le volte della Resega per spronare i bianconeri nei momenti difficili. Stavolta l’incoraggiamento dei tifosi non era rivolto alla squadra, bensì ai ragazzi coinvolti nell’incidente stradale di Bedano, avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 settembre. Un gesto significativo e una bella dedica a chi è in seria difficoltà, anche fuori dall’allegra cornice serale dello sport.