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5 spunti da Lugano: telefonate, incontri intimi, difese granitiche e supereroi inaspettati

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Più che una festa è stato un tête-à-tête

È stato dispiaciuto nel dirlo, Serge Pelletier, quando ha affermato che “il derby ticinese è una festa dell’hockey ma che sabato si è svolta senza invitati”. Purtroppo per loro e per i tifosi si è tutti sulla stessa barca e ogni festa viene vietata se supera un numero ristretto di invitati.

Le comunque poche migliaia di spettatori presenti all’inizio del campionato ci avevano già riabituato a un ambiente che era un ricordo ed oggi siamo tornati alle piste praticamente deserte. Il derby è stato un po’ come quelle feste scolastiche che finiscono con i coriandoli per terra e due innamorati a danzare un lento nella pista deserta mentre tutti smontano le coreografie.

due “Ehi ragazzo, sto mettendo assieme una squadra…”

Quante volte abbiamo sentito questa frase al cinema, in quei film pieni di supereroi. Stavolta è toccato a Hnat Domenichelli prendere in mano la situazione, quando ha visto il suo Lugano restare con il solo Schlegel come portiere a causa del Covid.

Fadani e tutto il resto dei Rockets in quarantena, così come la U20 e la U17, e allora occorreva far passare la rubrica telefonica. A sorpresa, sul foglio partita di Langnau-Lugano è apparso Simon Rytz, portiere dell’Olten. E chissà se quando ha risposto al telefono nella giornata di venerdì ha sentito una voce dall’altra parte che diceva: “Ehi Simon, sto mettendo assieme la squadra…”.

tre Fondamenta solide

Non sono passate che una decina di partite (chi di più e chi di meno) e grosso modo, anche se nelle difficoltà di giudizio causate dalle lunghe quarantene, qualche prima somma la si può mettere sul tavolo.

Se il Lugano ha mostrato che sono necessarie regolazioni alla continuità, al power play e ad alcune fasi offensive, le cose migliori le ha fatte vedere in difesa. I bianconeri sono infatti la seconda migliore squadra con solamente 1,25 reti incassate a partita, secondi pure nei tiri subiti, con 29,75 ad incontro, e sono primi per la protezione del proprio slot difensivo, con soli 9 tiri a partita concessi agli avversari da quella zona.

E i portieri? Se Zurkirchen fin qui non è abbastanza giudicabile basti sapere che ad oggi Niklas Schlegel è il miglior cerbero del campionato, primo per reti subite ad incontro (solo 1,7) e per percentuale di parate, con ben il 94,17%.  Le scarpe sono ben calde.

quattro Sfidanti cercasi

Che la gestione del campionato nell’era Covid sia piuttosto caotica (anche per volere della lega diversamente ad altri campionati esteri) non ci piove, e alla fine si è arrivati ad avere squadre con la metà delle partite di altre.

Questo non causa difficoltà solo nel leggere la classifica, che anzi è il minore dei mali, ma abbassa il ritmo della squadra e la sua continuità, creando dei buchi importanti nella sua progressione.

Il Lugano ha subito lui stesso una quarantena per poi dover aspettare settimane tra una partita e l’altra per le quarantene degli avversari designati, arrivando al punto da accordarsi con il benestare della lega (che potrebbe muoversi già di suo…) per anticipare la sfida con il Langnau in modo da giocare con un pizzico di continuità. Un po’ come organizzare incontri di boxe.

cinque “Procurate a quest’uomo uno scudo”

La frase, estrapolata dal film “Avengers: Infinity War”, può sembrare piuttosto solenne e ad alti contenuti eroici, ma oggi vogliamo associarla a un giocatore che sin dal suo arrivo a Lugano ha stupito per la qualità delle sue prestazioni.

In particolare nel derby di sabato si è distinto con un gran terzo periodo quando è stato chiamato ad aumentare il suo minutaggio a causa dell’infortunio di Wellinger, segnando anche la rete che ha lanciato la rimonta dei bianconeri. Bernd Wolf a fine partita ha schivato i complimenti con umiltà, ma ai microfoni ha affermato ridendo che “se mi viene data fiducia qualcosa di buono salta fuori anche da me”. Insomma, dategli questo maledetto scudo.

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