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5 spunti da Lugano: situazione ribaltata, non solo numeri, accento svedese, sniper insoliti

© PhotoBrusca & LuckyVideo

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Si sta ribaltando la situazione

A volte non si direbbe, ma il power play del Lugano è tra i migliori del campionato. Perché non si direbbe? Perché spesso i bianconeri fanno fatica anche a penetrare nel terzo avversario, figuriamoci a piazzare gli uomini per gli schemi. E com’è possibile allora?

Un po’ è l’efficacia di molti suoi uomini appena hanno l’occasione giusta e ai quali bastano pochi secondi per trovare lo spazio necessario (Heed, Boedker, Bürgler, Fazzini) e un po’ occorre anche abituarsi che l’hockey è cambiato e quella scuola portata prima da Arno Del Curto e poi da Chris McSorley vuole dei box play sempre più aggressivi, e come amava dire l’ex coach del Ginevra “in fondo sul ghiaccio si va per segnare, importa poco in quanti si è”, con diverse squadre che approntano dei box estremamente alti e portati anche alle azioni di ripartenza, non più di puro contenimento. Con sempre più difficoltà di chi deve imbastire un power play.

due Non è solo questione di statistiche

La scorsa settimana, proprio in questa rubrica, si faceva accenno allo scarso utilizzo di Davide Fadani come back-up di Niklas Schlegel. Giovedì sera a Ginevra Fadani ha sostituito il suo compagno esattamente a metà partita, incassando subito la rete dei granata e dimostrandosi insicuro in diverse circostanze. Una sua colpa? No, ma la scarsa attività di partita di un giovane portiere pesa, arrugginisce e non fa progredire.

Stavolta devono essersene accorti nello staff, con Fadani mandato domenica con la U20 a “fare ghiaccio” nel campionato Elit, e sull’argomento proprio Pelletier ha affermato che molti bianconeri hanno la possibilità di giocare in tre squadre ed è giusto che queste occasioni vengano sfruttate. Però fino a giovedì non sembrava un problema né una necessità…

tre “Faccio l’accento svedese?”

Thomas Wellinger contro il Davos ha dovuto cantare e portare la croce come mai fatto in vita sua, tanto da restare sul ghiaccio per ben 32 minuti. Il difensore bianconero ha infatti dovuto prendere le veci dell’infortunato Heed, con tanto lavoro difensivo, impostazione e trovando pure la rete nel finale seppure a porta vuota.

Serge Pelletier gli avrà chiesto di sostituirsi in pieno allo svedese, e lui lo ha preso alla lettera. Ed è andata decisamente meglio a lui rispetto al povero ragionier Ugo Fantozzi, che con lo sport non è mai stato molto amico.

quattro Sniper insoliti

Quando alcuni giocatori vengono marchiati, poi è difficile cambiare idea sulle loro qualità. Un esempio è Tim Traber, conosciuto a Ginevra soprattutto per gli interventi duri e le bagarre, voluto da Domenichelli a Lugano per dare sostanza e peso al quarto blocco.

Traber ogni tanto ricade in alcune penalità evitabili – dettate da un’irruenza difficile da regolare a volte – ma quando chiamato in causa si è sempre gettato sul ghiaccio con grande abnegazione e si è rivelato un grande compagno di squadra per tutti. E poi a volte ti lascia lì di stucco, come quando di furbizia salta fuori alle spalle dei difensori del Davos e va a segnare una rete da attaccante di razza. E di gol ne ha già segnati tre, uno solo in meno di Arcobello

cinque Overtime fatali

Quei famosi punticini qua e là che spesso fanno la differenza. Il Lugano è già andato cinque volte oltre il sessantesimo, ma mai ai rigori, le partite le ha sempre risolte prima.

Sono infatti quattro le vittorie all’overtime contro una sola sconfitta (a Losanna) per i bianconeri che, proprio dopo i biancorossi, imbattuti sia all’overtime che ai rigori, sono la squadra con la miglior riuscita in situazione di “sudden death”. E tra i giustizieri dei prolungamenti del campionato ovviamente comanda lui, Tim Heed, con già tre reti risolutive.

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