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Lugano

5 spunti da Lugano: sguardi, errori utili, cercasi tuttofare, 600 partite e apprendisti “in dentro”

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Questione di sguardi

(Photobrusca & Luckyvideo)

Quando uno sguardo dice tutto, anzi due sguardi. Quelli mostrati sul viso di Daniel Carr in una sfida diventata impossibile contro il giovane portiere del Losanna Kevin Pasche nel secondo tempo del match contro i biancorossi.

Su un primo tiro a botta ben più che sicura in veloce spostamento Pasche si è prodigato in una spaccata con presa sicura nel guantone, lasciando interdetto il numero 7 bianconero.

Nel secondo episodio, sempre nel periodo centrale, Carr ha tentato di aggirare Pasche, ma ancora il portiere della Svizzera U20 con un movimento agilissimo ha letteralmente strappato via il disco dalla paletta dell’attaccante, facendo sembrare inutile qualsiasi tentativo e ancora più esterrefatto lo sguardo del bianconero.

2. Errori utili

(Photobrusca & Luckyvideo)

La scelta di Luca Gianinazzi di separare Michael Joly dal superblocco ha destato subito qualche perplessità, e difatti nel derby della Gottardo Arena non ha dato i frutti sperati. Il coach bianconero lo ha fatto per provare a dare più profondità a un line-up modificato, per “rinvigorire” un Ruotsalainen invece apparso di nuovo abulico, e di fatti per la partita contro il Losanna il “Giana” è tornato sui suoi passi.

Non gli si può dare della bestia per averci provato, in vista del finale di stagione ci sta anche fare degli esperimenti e scoprire prima del tempo che non funzionano, e la cosa fondamentale è che l’intelligente coach del Lugano ha ammesso lo sbaglio (se tale si può ritenere) ed è tornato sui suoi passi. Lo si lasci fare, provare e pure sbagliare. Fa tutto parte di una crescita che coinvolge tutti.

3. Cercasi tuttofare

In diversi si sono posti la stessa domanda, tra la partita contro il Ginevra e il derby, con Fatton subentrato in entrambe le sfide a partita in corso: ma se per qualche “sciagura” anche il secondo portiere avesse dovuto alzare bandiera bianca, chi sarebbe entrato al suo posto?

La domanda l’abbiamo girata a Luca Gianinazzi, il quale non ha voluto rispondere per scaramanzia sull’idea che si era fatto in panchina. Di certo è che bisogna tenere conto anche delle dimensioni di tale giocatore, che dovrà indossare l’equipaggiamento già in uso a uno dei due portieri. E magari sarebbe meglio usare quello di Fatton nel caso specifico, con quello di Koskinen i candidati sarebbero ben pochi.

4. 600 di queste partite

(Photobrusca & Luckyvideo)

Nella sfida contro il Losanna, Luca Fazzini ha raggiunto quota 600 partite giocate con il Lugano (tenendo conto di regular season e playoff), essendo comunque già da tempo il più “longevo” dei bianconeri ancora in attività davanti a Julian Walker a quota 502.

Il numero 17 è all’ottavo posto assoluto nella storia dell’Hockey Club Lugano e ormai punta Sebastien Reuille a sole 18 partite di distanza e Alessandro Chiesa che lo supera di 24 presenze.

Per entrare nella top-5 però servono ancora almeno un paio di stagioni, dato che Andy Näser è ancora seduto comodo sulle sue 703 partite, ma di questo passo il “Fazz” potrà sicuramente puntare ai primissimi posti nella sua carriera.

5. Apprendisti “in dentro”

Nella partita contro il Losanna il Lugano ha schierato anche Alessandro Villa, richiamato dal prestito al Turgovia per far fronte anche all’assenza di Samuel Guerra.

Il 23enne ha giocato solo pochi minuti contro i biancorossi ma in quei pochi cambi si è fatto trovare pronto, mostrando una buona dose di maturità, questo anche grazie al tanto spazio che riceve a Turgovia giocando nella prima coppia di difesa.

Con venti e oltre minuti a partita risulta infatti uno dei più utilizzati della Swiss League proprio davanti a Nicolò Ugazzi, lui invece ben integrato nei sistemi del Winterthur e difensore da top-4 della squadra.

Chissà se un giorno sapranno ritagliarsi un posto in National League, per intanto però la loro esperienza nel campionato cadetto prosegue nel migliore dei modi, come per quei ragazzi che vengono mandati oltre Gottardo a farsi le ossa nel mondo del lavoro.

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