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Lugano

5 spunti da Lugano: piedone d’Egitto, il treno corre, caldo finlandese, pover play, fattore Q

(KEYSTONE/Ti-Press/Pablo Gianinazzi)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Piedone d’Egitto

Protagonista delle tre vittorie bianconere della scorsa settimana, Mikko Koskinen ha messo la ciliegina sulla torta con l’eccellente serie di parate nei rigori in quel di Kloten, dove ha fermato tutti i tiri – tranne uno finito fuori – degli specialisti di casa.

La parata più difficile è stata sicuramente quella sull’ultimo e decisivo rigore di Leandro Profico, sul quale Koskinen si è prodigato da terra in una parata inizialmente quasi impercettibile ma effettuata con la punta del piede sul tiro a botta sicura del suo avversario. Avere due vasi di gerani al posto dei pattini può essere sempre d’aiuto.

2. Il treno corre

Lorenzo Canonica ha fatto il suo nuovo “esordio” venerdì contro il Langnau, dopo aver saltato quattro mesi di campionato con una decina di partite all’attivo in questa stagione. Gianinazzi ha fatto capire che tutto, anche la sfortuna degli infortuni volenti o nolenti fanno parte della carriera di un giocatore, e che ora il numero 14 dovrà correre per recuperare il terreno perso.

Nel frattempo infatti Cole Cormier ha lavorato tanto per guadagnarsi lo spazio attuale (con Cjunskis comunque sempre tra le prime alternative) e il coach bianconero ha fatto capire che la competizione interna non regala privilegi, ma solamente meriti e crescita individuale.

3. Caldo come un finlandese

Notoriamente i nordici sono persone composte, riservate e dal carattere – si dice – piuttosto freddo e introverso. Ne abbiamo la prova con i vari Granlund, Ruotsalainen, Alatalo, giocatori che parlano poco e si mostrano meno estroversi e “rumorosi” rispetto a noi o ai nordamericani.

Poi per carità, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, con scatti d’ira improvvisi come quelli di Mikko Koskinen, che forse in queste due stagioni a Lugano ha assorbito un po’ di stizzosità tipicamente ticinese che esprime a fiammate improvvise come successo dopo il gol – poi annullato – del possibile 4-3 del Langnau. Chissà quanti bastoni deve portarsi dietro quel povero addetto al materiale.

4. Pover play

Continua a funzionare a singhiozzo la superiorità numerica del Lugano, apparsa ancora fuori fase in particolare a Kloten dove Arcobello e compagni hanno sprecato più di due minuti in cinque contro tre in due situazioni.

Nel caso della doppia superiorità le soluzioni sono due: o si aumenta il “volume” di fuoco con numerosi tiri, e di conseguenza si deve imparare a gestire i rebound, oppure si cerca la linea di tiro perfetta, ma in questo caso occorre avere delle posizioni diverse e dei tiratori più pronti e precisi. Qualunque soluzione si cerchi, sarà meglio farlo in una manciata di partite, nel postseason sarà meglio portarsi un’arma piuttosto che un fardello.

5. Fattore Q

Finalmente, dopo ben diciassette incontri John Quenneville ha assaporato la gioia del gol in maglia bianconera. La rete trovata contro il Langnau è stata vissuta come una sorta di liberazione da tutti quanti, con i grandi festeggiamenti dei compagni all’indirizzo del numero 71.

Non pago il canadese si è ripetuto a Kloten con la rete valsa almeno un punto e chissà che proprio a ridosso del postseason Luca Gianinazzi non possa ritrovarsi in casa un nuovo jolly ringalluzzito da queste due prime segnature. Quel fattore Q che in una lettura o nell’altra era tanto mancato ai bianconeri in questa stagione.

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