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5 spunti da Lugano: nostalgia e inverno, fratelli di riserva, schegge di paura, alpha e beta

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Nostalgia canaglia

La “dinastia” dei Peltonen a Lugano è portata avanti dai gemelli Jesper e Aleksi, figli gemelli dell’indimenticato Ville Peltonen, protagonista degli ultimi due titoli svizzeri vinti dai bianconeri.

E una doppietta di un Peltonen, come accaduto venerdì sera contro il Bienne, non la si vedeva dall’11 aprile 2006, data di Gara 4 della finale contro il Davos, con il terzo e il quarto gol bianconero nel secondo periodo da parte di Ville, imitato alla stessa maniera da Jesper nel periodo centrale contro i seeländer anche lui a segno con i gol numero 3 e 4 della serata. A qualcuno sarà scesa una lacrima.

2. Il lungo inverno luganese

A Lugano ormai si sa che gli inverni non colpiscono più come una volta e il clima rimane gradevole per molte settimane anche nei mesi più freddi dell’anno. Per qualcuno però la stagione potrebbe rivelarsi lunga e difficile da digerire, per un Leandro Hausheer che a sorpresa ha deciso di lasciare Lugano al termine dell’annata corrente.

Luca Gianinazzi, che ha visto nel numero 41 un “progetto” personale su cui lavorare, si è sicuramente sentito tradito da chi ha tirato fuori dalla Swiss League con inizialmente poche prospettive per poi schierarlo addirittura assieme a uno straniero. Nelle due partite del week end Hausheer è passato dai dodici minuti di ghiaccio stagionali ai cinquanta secondi totali dei due cambi operati contro Bienne e Rapperswil.

Comincia a fare freddo sul serio.

3. Fratelli di riserva

Domenica pomeriggio i fratelli Dominic e Melvin Nyffeler si sono ritrovato contro nella partita tra Rapperswil e Lugano, seppure entrambi back up delle rispettive squadre.

I due si erano già trovati come avversari sul ghiaccio il 21 dicembre 2022 quando l’oggi bianconero andò in prestito al Ginevra e giocò alla SGBK Arena di fronte al fratello. La storia si è ripetuta solo a metà, ma per i due devono essere stati momenti comunque da ricordare, dato che li si sono visti scambiarsi occhiate e “provocazioni” amichevoli tra le panchine, ma in particolare quando sono scesi sul ghiaccio prima e alla fine del match e soprattutto a mesi da quello che doveva essere il ritiro dall’hockey giocato di Dominic.

4. Schegge di paura

Non deve essere un momento facile per David Aebischer, per quello che sta attraversando il Lugano e per il rendimento personale ben sotto le attese.

Domenica pomeriggio a Rapperswil, davanti ai suoi ex tifosi, alcuni dei quali lo hanno pure fischiato nei primi momenti del match, c’è stato l’emblema del momentaccio: in sei contro cinque il numero 26 ha l’ultima occasione per riaprire il match tirando al volo dalla blu, ma il bastone si sbriciola e il disco finisce dritto sulla paletta di Wick che ringrazia e insacca con facilità.

La faccia girata verso l’alto di Aebischer dice tutto, ma è superando questi momenti che si impara ad evitarli in futuro, mettendo da parte la paura di sbagliare. Soprattutto perché quando le cose non funzionano, Lugano è ben diverso da Rapperswil.

5. Alpha e Beta

Fuori Thürkauf, il Lugano si è improvvisamente scoperto senza grandi leader, quelli che sanno scuotere i compagni e far tremare le mura dello spogliatoio. A molti manca la figura di Maxim Lapierre, ad altri quella di Alessandro Chiesa, qualcuno fa anche il nome di Julian Walker o dello sfortunato Giovanni Morini.

Il rientro del capitano all’orizzonte potrà sicuramente dare una scossa alla squadra e portare vibrazioni positive a tutto l’ambiente, ma per quanto possa essere forte, rappresentativo e carismatico il buon Calvin, sarebbe alquanto grave se una squadra come il Lugano debba attendere il rientro di un solo giocatore per darsi una svegliata sul piano morale e della compattezza.

Possibile che nessun’altro sia in grado di ergersi a capo branco e a dare il primo esempio? In questo caso si sono sottovalutate gravemente alcune partenze.

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