Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. La maschera di ferro
Dal primo ingaggio contro il Berna in mezzo a Carr e Joly, chissà i pensieri che sono passati per la testa di Lorenzo Canonica, luganese “doc” cresciuto nel vivaio bianconero. L’esordio da primo centro della squadra di Luca Gianinazzi sarà stato sicuramente una tappa importante per il numero 14, certo è che è stato pure movimentato.
Ricevuto un disco sul viso, Canonica è rientrato nel terzo periodo con una griglia protettiva, la stessa che per qualche stagione ha portato sul viso Sebastien Reuille fino al suo ritiro dall’hockey giocato. Un segno distintivo dei grandi combattenti.
2. Il dito di Todd
A volte capita che qualche ex passi dalla Cornèr Arena a salutare i suoi vecchi tifosi, un paio di stagioni fa era capitato a Michael Nylander, oggi l’invitato speciale era Todd Elik.
A Lugano l’attaccante canadese ha passato solo una stagione, ma ha lasciato di sicuro il segno, non solo per i punti messi a segno ma anche per il record di penalità ancora oggi imbattuto (e si giocavano 36 partite all’epoca). E per fortuna che il pubblico della Curva Nord è cambiato di generazione, altrimenti lo scambio di saluti sarebbe potuto essere ben diverso, per chi si ricorda ancora dell’episodio…
3. Otto sotto un tetto
La partenza di Calle Andersson verso Davos ha fatto discutere i tifosi, chiedendosi se fosse il caso di lasciar partire un difensore svizzero che comunque in passato ha mostrato diverse qualità.
La verità è che trattenere controvoglia qualcuno è sempre peggio che lasciarlo andare e nel caso di Andersson – come spiegato da Hnat Domenichelli sul Corriere del Ticino – il difensore ha chiesto di partire una prima volta in estate per poi insistere dopo la partita contro il Berna, consapevole che il suo ruolo non sarebbe cambiato nel gruppo degli otto difensori principali.
E non può esserci correlazione nemmeno con l’infortunio di Thürkauf, perché un caso è diverso dall’altro e va trattato singolarmente, soprattutto quando una persona manifesta un malessere e la voglia di cambiare. Che abbia avuto ragione oppure no, se non si vuol rompere qualche vaso i gatti agitati è sempre meglio farli uscire di casa.
4. Il terzo incomodo
Sembrava la combinazione perfetta, costruzione di Canonica che serve Joly, il canadese vede Carr e lo serve con un assist che sembra perfetto ma il primo ad arrivare sul disco è… Guerra che insacca il 3-2 contro il Kloten.
Persino Joly sembra stupito di quell’incursione, Carr ha addirittura fatto il movimento con il bastone ed esulta automaticamente vedendo il disco in porta, ma solo quando alza la testa si rende conto che il tocco è dell’intruso difensore. A Guerra ora toccherà servire un assist a testa per farsi ripagare di quello scherzo.
5. Il Müller sbagliato
Con già due reti all’attivo, Mirco Müller ha già superato il record delle sue ultime due stagioni. Certo, non è uno scorer e nemmeno si può dire abbia un grande istinto offensivo, ma il modo in cui ha seguito l’azione di Daniel Carr per segnare in shorthand e a un secondo dalla sirena il gol contro il Berna mostrano un altro lato del numero 25.
“Non era la prima volta in carriera che mi trovavo a segnare in quella situazione” ha affermato Müller che, forse, preso da questa nuova euforia, si è lasciato sfuggire un paio di marcature sulle reti del Kloten sabato sera. Forse è meglio tornare alle vecchie abitudini.