Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. C’è chi sta peggio
Si è parlato tanto del powerplay del Lugano, che per le prime partite di stagione ha fatto veramente fatica a decollare. Oggi i bianconeri sono a una buona riuscita del 23,33% (media del campionato al 20,83%) e sembrano in ripresa di fiducia anche nella costruzione.
La squadra di Luca Gianinazzi non è certo la sola ad avere avuto qualche difficoltà, basti pensare che i campioni in carica degli ZSC Lions hanno trovato domenica contro il Davos la loro prima rete in powerplay della stagione dopo 23 tentativi grazie a Mikko Lehtonen. Ma addirittura, andando oltre oceano c’è qualcosa ancora di peggio, con i Montreal Canadiens incapaci di segnare in powerplay in tutto il preseason di NHL a fronte di ben 30 situazioni favorevoli. Ahia.
2. Occhio al futuro
Luca Fazzini è diventato papà negli scorsi mesi, va per i 30 anni, e logicamente a un certo punto ogni giocatore si china a pensare al proprio futuro, consapevole che la carriera sul ghiaccio non è eterna.
L’attuale capitano e topscorer dei bianconeri però non sta ancora pensando a un futuro da allenatore o dietro una scrivania, lui sta ancora pensando giustamente a come divertirsi: “Nel 2030 ai Giochi Olimpici invernali ci sarà l’hockey 3 contro 3 – ha affermato domenica al termine di un’intervista – a quello voglio assolutamente partecipare!” .
Perché in fondo, capitano, papà e tutto il resto, lui è pur sempre il “giovane Fazzini”.
3. Bollito a chi? Parte seconda
Ancora una volta, per il secondo anno di fila è finito lui in fondo alle gerarchie dei tifosi – e forse non solo – quando ci si immaginava la formazione tipo del Lugano con lo schieramento di un eventuale pacchetto da sette stranieri stranieri.
Mark Arcobello non legge certo blog o ascolta conversazioni nei bar e va per la sua strada, che lo ha portato finora a raccogliere 3 reti, 4 assist e una riuscita agli ingaggi del 55%, dirigendo una linea offensiva con Fazzini e Patry ormai intoccabile e che gira a meraviglia. Lo statunitense, ovviamente non più esplosivo come ai tempi migliori, continua distribuire assist, a dettare i ritmi del cambio e a leggere le situazioni come pochi altri in squadra. Alla faccia di tutti.
4. Il classico invito a nozze
Con Damien Brunner assente dalla sfida tra Bienne e Lugano qualche (tanti) tifosi si saranno detti che perlomeno non sarebbe arrivata la solita rete del numero 98, un vero e proprio incubo per la difesa bianconera da quando si è accasato alla Tissot Arena.
Poco da consolarsi con questo, dato che il Lugano ha stabilito un piccolo primato sul ghiaccio dei seeländer, permettendo a tutti i marcatori di casa (Haas, Hofer, Bärtschi e Tanner) di trovare ognuno la prima rete stagionale. E il tappeto rosso è stato srotolato in tutta la sua magnificenza.
5. L’ammazza sogni
È vero che siamo solo all’inizio del campionato, ma qualche sorpresa si è già mossa all’interno del torneo, in particolare con le partenze sorprendenti di Kloten e Rapperswil.
Con gli aviatori in cima alla classifica ci ha pensato però il Lugano a farli rientrare nei ranghi con la prima sconfitta da zero punti subita alla Cornèr Arena, stessa cosa fatta con il Rapperswil, fino a domenica sempre a punti in 8 incontri e inseguitore dei Lions capolisti. Anche in questo caso la legge della pista bianconera non ha mancato il bersaglio, infliggendo anche ai sangallesi il primo stop senza punti. Che guastafeste.