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Lugano

5 spunti da Lugano: festa a sorpresa, esistono ancora, pan per focaccia, era troppo tranquillo

(JustPictures)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Festa a sorpresa

La sera precedente, alla Cornèr Arena, un suo errore nella gestione del disco aveva provocato la prima rete del Berna, e rientrando in panchina si nota Luca Fazzini spiegargli qualcosa, probabilmente inerente a quel cambio.

Ventiquattro ore dopo Roberts Cjunskis può festeggiare la sua prima rete in National League in quel di Langnau con il gol del 8-0. Festeggiatissimo dai compagni, riceverà proprio dal numero 17 il disco recuperato in fondo alla porta, il primo cimelio di una carriera si spera ricca di soddisfazioni.

2. E invece esistono ancora

(PostFinance/KEYSTONE/ Marcel Bieri)

Qualche settimana fa notavamo la scomparsa delle cosiddette “paradesturm”, alla luce delle difficoltà incontrate dalla linea composta da Granlund, Ruotsalainen e Joly, devastante nel preseason e impalpabile ad inizio campionato.

Oggi invece dobbiamo dire il contrario, lo stesso Joly si è trovato a meraviglia assieme alla collaudatissima coppia ThürkaufCarr, tanto che i tre nel weekend hanno messo assieme la bellezza di 18 punti, rivelandosi devastanti in quel di Langnau. Per fortuna ci sbagliamo spesso.

3. Pan per focaccia

(PostFinance/KEYSTONE/ Marcel Bieri)

La trasferte nell’Emmental sono state storicamente correlate da diverse batoste per il Lugano, ecco perché un piccolo timore esisteva prima della partita di sabato sera, con i Tigers reduci da un buon ruolino nelle ultime due settimane.

Basta riavvolgere il nastro fino al 15 ottobre 2022, con Luca Gianinazzi in panchina da una settimana per rivedere il 6-1 con cui la squadra di Paterlini si impose, passando poi da un più “timido” 4-0 nel 2018, ma la scoppola storica rimane il 9-1 dell’ottobre (ancora) 2010, subito dal Lugano di Philippe Bozon.

Sabato sera i bianconeri si sono presi la loro rivincita, rifilando al Langnau la peggior sconfitta casalinga dalla loro ultima promozione in National League.
Ah, la vendetta.

4. Cogliere le opportunità

Con le assenze di Calle Andersson e Samuel Guerra, alla Emmental Versicherung Arena c’è stato spazio per altri in difesa, ossia Leandro Hausheer e Arno Snellman.

Se quest’ultimo ha ricevuto l’opportunità di qualche cambio nel terzo periodo – ben sfruttata – il numero 41 ha giocato una partita solida e sicura, restando sul ghiaccio per oltre 15 minuti al fianco di Santeri Alatalo. La fiducia che c’è in un gruppo la si misura anche da questo, da come chi arriva da dietro sappia cogliere le proprie opportunità, mettendo in difficoltà un allenatore che però non può che esserne felice.

5. Era tutto troppo tranquillo

Per una volta che i giocatori in pista stavano gestendo alla grande il finale di partita, nella sfida contro il Berna è stato lo staff tecnico a voler mettere in difficoltà la squadra, chiamando quel coaches’ challenge sul 4-1. In molti si sono chiesti come mai la panchina avesse utilizzato quell’opzione in quel momento, quando praticamente tutti avevano visto l’ostruzione di Alatalo su Wüthrich prima del possibile ma negato 5-1.

In quel caso lo staff era convinto di poter far notare un possibile precedente fallo davanti alla porta sullo stesso Alatalo ma gli arbitri non sono stati dello stesso avviso, così da un power play a favore dei bianconeri si è passati a un box play e al gol del 4-2 del Berna. E se poco dopo Schlegel non avesse fermato il lanciatissimo Scherwey, chissà come sarebbe andata a finire.

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